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Accordo tra Svizzera e Sri Lanka per regolare la migrazione

Nello Sri Lanka la consigliera federale Simonetta Sommaruga si è incontrata anche con alcuni allievi del German Training Institute. Keystone

Svizzera e Sri Lanka intendono collaborare più strettamente in ambito di migrazione. Durante una visita di tre giorni sull’isola asiatica, la ministra svizzera di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga ha firmato un accordo destinato, tra l’altro, a regolare la riammissione degli esuli srilankesi costretti a lasciare la Svizzera. 

L’accordo, siglato martedì a Colombo dalla consigliera federale e dal ministro degli interni srilankese Seneviratne Bandara Nawinne, costituisce la base per intensificare la cooperazione in campo migratorio, in particolare nell’ambito del ritorno volontario e del reinserimento degli esuli srilankesi, come pure nella lotta al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani. 

Secondo la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), la sicurezza nello Sri Lanka è migliorata negli ultimi anni e l’infrastruttura nel nord del paese è stata ripristinata. In linea di massima è quindi ragionevole esigere l’esecuzione dei rimpatri degli esuli srilankesi in tutto il territorio nazionale. 

Grande diaspora in Svizzera 

Con la sua visita sull’isola, Simonetta Sommaruga voleva appunto farsi un’idea dei progressi del processo di riconciliazione nazionale e della situazione umanitaria nello Sri Lanka, allo scopo d’intensificare la cooperazione tra i due paesi e ottenere delle garanzie per il ritorno in patria di una parte dei profughi srilankesi, che si erano rifugiati in Svizzera durante il conflitto civile. 

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La Svizzera ospita oggigiorno una diaspora srilankese alquanto consistenze nel confronto europeo. Sul territorio elvetico vivono pressoché 50’000 persone provenienti dallo Sri Lanka, di cui circa la metà ha acquisito la cittadinanza svizzera. 

L’accordo non implica cambiamenti di prassi decisionale per la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), che continuerà a esaminare ogni singola domanda d’asilo per appurare, in un primo momento, se sono adempite le condizioni per riconoscere al richiedente la qualità di rifugiato, e in seguito, se un allontanamento verso lo Sri Lanka è ammissibile e ragionevolmente esigibile. 

Impegno svizzero nello Sri Lanka 

La Svizzera ha avviato il proprio sostegno allo Sri Lanka nel 2001, puntando dapprima sull’aiuto umanitario per lenire gli effetti della guerra civile e dello tsunami del 26 dicembre 2004. 

Da anni la Svizzera fornisce aiuto in loco sostenendo i settori più svariati. La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) sostiene, tra le altre cose, un progetto di formazione professionale nelle regioni settentrionali e orientali dell’isola e propone un aiuto al ritorno individuale a chi rientra nello Sri Lanka. 

Dopo l’elezione di Maithripala Sirisena a presidente nel 2015, nello Sri Lanka sono stati mossi i primi passi verso una riconciliazione. Da allora la Svizzera appoggia il paese nel percorso di riforma e di riconciliazione. Ha inoltre intensificato le relazioni bilaterali, in primo luogo la cooperazione migratoria, ispirata ai principi della politica migratoria estera della Svizzera.

Nonostante queste garanzie, l’accordo ha suscitato alcune critiche da parte della Società per i popoli minacciati (SPM), secondo la quale la situazione dei diritti umani nello Sri Lanka non sarebbe molto migliorata in questi ultimi anni. “Come confermato da organizzazioni non governative e funzionari dell’ONU, la tortura fa ancora parte degli interrogatori condotti dalle forze di polizia, così come gli arresti arbitrari eseguiti sulla base della legge antiterrorismo”, afferma la SPM. 

“La gente non ha dimenticato” 

Lunedì la ministra di giustizia e polizia si è recata a Jaffna, nella parte settentrionale dell’isola a maggioranza tamil, dove ha incontrato alcune vittime della guerra civile e degli esuli che sono ritornati negli ultimi anni nello Sri Lanka. Secondo diverse stime, il conflitto che ha insanguinato il paese asiatico per una trentina d’anni è costato la vita a circa 100’000 persone e ha spinto centinaia di migliaia di srilankesi a fuggire. 

“La gente non ha dimenticato così rapidamente un trentennio di conflitto civile”, ha sottolineato Simonetta Sommaruga. La responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) si è pure intrattenuta con rappresentanti della società civile e delle autorità locali. I colloqui sono stati incentrati in particolare sul processo di riconciliazione, la riforma costituzionale e i diritti umani. 

Simonetta Sommaruga ha indicato che ulteriori riavvicinamenti e accordi di cooperazione in altri settori “sono per il momento prematuri”. Le autorità srilankesi devono dapprima realizzare riforme e garantire una migliore protezione dei diritti umani sul loro territorio. 

Visita in India 

Mercoledì la consigliera federale partirà per Nuova Delhi, per una visita di un giorno. Anche questa visita ha come scopo di consolidare la cooperazione migratoria. Secondo il DFGP, in termini numerici l’India è il principale Stato terzo per la Svizzera – sia per l’ammissione al mercato del lavoro sia per il rilascio di visti. 

A Nuova Delhi la consigliera federale Sommaruga visiterà tra l’altro il nuovo centro svizzero per i visti, che ogni anno rilascia circa 110 000 visti per la Svizzera, ossia pressoché un quinto di tutti i visti svizzeri, a testimonianza del gran numero di viaggi turistici dall’India a destinazione del territorio elvetico.

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