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Il risveglio del cinema tunisino

Una scena del documentario "Le Facebook de mon père" della tunisina Erige Seheri. unifrance.org

Quest’anno il festival del documentario Visions du Réel mette l’accento sul cinema tunisino. Quindici film testimoniano le speranze e i timori dopo l’unica rivoluzione democratica riuscita nel mondo arabo.

«Non ci arrendiamo perché siamo giovani. Abbiamo portato a buon fine la rivoluzione ed ora prepariamo il terreno per il prossimo governo». Nato nel 1986, Mohamed Ali Ben Hamra è il corrispondente a Tunisi del festival Visions du Réel, in programma dal 25 aprile al 3 maggio 2014 a Nyon, nella Svizzera francese.

«La società tunisina è l’unica ad aver vinto la sfida del cambiamento, rincara il giovane. Ma il paese non è ancora stabile. Manca ancora una strategia per valorizzare la cultura. E questo in tutti i campi, non solo in quello cinematografico», afferma il giovane, attivo nella distribuzione di film.

I numerosi produttori cinematografici tunisini sono riusciti ad avere una legge ad hoc per la promozione del cinema. Ma i mezzi mancano, precisa Mohamed Ali Ben Hamra, poiché la priorità è data ai grandi dossier economici.

Come si spiega allora la vitalità del cinema tunisino? «È all’epoca del presidente Ben Alì [caduto nel gennaio 2011, ndr] che sono sbocciate le scuole di cinema, pubbliche e private. Queste garantiscono un livello di formazione che i paesi vicini alla Tunisia, come la Libia o l’Algeria, non sono mai riuscite ad avere», risponde Ben Hamra.

Sguardi nuovi

Jasmin Basic, che ha selezionato i documentari tunisini per il festival, precisa di non essere una specialista del cinema del mondo arabo. Si è immersa nell’universo tunisino senza pregiudizi, con uno spirito di scoperta. «Devo dire di essere rimasta sorpresa. Ho apprezzato molto questa pluralità di sguardi, di soggetti», afferma.

Un evento marcante come una rivoluzione rinforza inevitabilmente il bisogno di esprimersi, di farsi ascoltare, sottolinea Jasmin Basic. La programmatrice ci tiene tuttavia a precisare che Visions du Réel non punta semplicemente a raccogliere testimonianze di eventi. Il festival cerca lo sguardo di un autore: «Quando un documentario è magistralmente soggettivo, supera ogni frontiera».

Jasmin Basic è rimasta affascinata da aspetti legati alla quotidianità della produzione cinematografica tunisina. «La banalità è portatrice di messaggi, come dire che “la vita continua”».

In programma dal 25 aprile al 3 maggio, il Festival internazionale del cinema di Nyon festeggia il 45esimo anniversario. È una delle più importanti rassegne al mondo dedicate al documentario.

Quest’anno presenta 116 pellicole in concorso e 59 fuori concorso.

Punti forti 2014

– Il premio “Maître du réel” è attribuito al regista svizzero Richard Dindo, i cui film su Arthur Rimbaud o Che Guevara sono considerati capolavori del genere documentario.

– Selezionati tra i numerosi partecipanti delle ultime venti edizioni del festival, dei cineasti sono stati invitati a realizzare dei corti di tre minuti sul tema “Tracce del futuro”.

– La sezione “Grand angle” presenta un best of dei festival del mondo

– Il Doc-Outlook-International Market (DOCM) lavora da 12 anni per sostenere e promuovere progetti durante tutte le tappe di produzione e realizzazione. Per la prima volta, DOCM collabora con la piattaforma svizzera di crowdfunding We Make It.

Voci femminili

Anche la forte presenza femminile in Tunisia, incluso nei posti di responsabilità, ha sorpreso la programmatrice. E per quanto riguarda le registe, non si comportano da femministe, ma come autrici che sentono il bisogno di esprimersi, di far sentire la loro voce, osserva Jasmin Basic. «È un fenomeno che merita una certa attenzione, se si pensa alla scarsa presenza femminile nel cinema in generale, anche al Festival di Cannes», aggiunge.

Tra le pellicole che saranno presentate a Nyon figura Le Facebook de mon père , realizzato dall’ex giornalista Erige Seheri. I suoi sono documentari di creazione concepiti a partire da una realtà costruita, ci spiega, senza però mai cadere nella finzione.

Erige Seheri conferma che il cinema tunisino sta vivendo un periodo di rinnovo legato alla volontà dei giovani cineasti di sbarazzarsi «di costumi usati troppo a lungo per fingere». La presenza di numerose donne nel cinema tunisino ha contribuito a dare una nuova direzione alla produzione: «Abbiamo voglia di parlare della società in modo diverso rispetto agli uomini che sono più spesso nell’azione».

Così, la storia di suo padre che grazie a Facebook ha riallacciato i contatti con un paese che aveva lasciato 40 anni fa prima di tornarvi, ha permesso alla giovane cineasta di parlare della transizione della Tunisia verso la democrazia. In fondo le è bastato osservare ciò che succede nel villaggio di montagna dove è cresciuto il padre.

«La rivoluzione tunisina ha dato vita a una forte mobilitazione sulla rete, dagli adolescenti fino agli anziani. Inoltre la diaspora ha potuto assistere agli eventi in tempo reale e provare emozioni forti in diretta. Ciò che con la televisione non era possibile. Di colpo la gente ha iniziato ad esprimersi».

Anche Erige Seheri sarà a Nyon alla ricerca di finanziamenti per un progetto sul quale lavora da due anni. The Normal Way è la storia di cinque ferrovieri che lavorano lungo una tratta mitica. Ognuno a modo suo cercano di domare l’incertezza. «L’incertezza è ovunque. Lascio che si esprima», conclude la regista.

Dopo la rivoluzione

  • EL KONTRA Lassaad Hajji | 2013
  • LAÏCITÉ, INCH’ALLAH! Nadia El Fani | 2011
  • LE FACEBOOK DE MON PÈRE My Father’s Facebook, Erige Sehiri | 2012
  • YA MAN AACH C’était mieux demain, Hinde Boujemaa | 2012 
  • AL MOUÂRIDH L’opposant, Anis Lassoued | 2012 
  • EL HIT YHÉB YESEELKOM LABAS?, Le mur vous demande: ça va? Ahmed Hermassi | 2012
  • NOUS SOMMES ICI We Are Here, Abdallah Yahya | 2012

 

Osservazione della vita quotidiana

  • 1, 2, 3, … 5, 6, 7 Bilel Bali | 2012 
  • LA MAISON D’ANGELA, The House of Angela, Olfa Chakroun, Dionigi Albera | 2012
  • BANET EL BOXE Boxing with Her, Latifa Robbana Doghri, Salem Trabelsi | 2011 

Prima della rivoluzione

  • AL MALJAA Le refuge, Nadia Touijer | 2003 
  • LE CHANT DU MILLÉNAIRE Mohamed Zran | 2002 
  • RAÏS LABHAR Ô! Capitaine des mers, Hichem Ben Ammar | 2002 
  • HS KALOUCHA Nejib Belkadhi | 2006 

Fuori tempo 

  • BABYLON Ala Eddine Slim, ismaël, Youssef Chebbi | 2012 

(Traduzione dal francese)

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