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Violenza giovanile: gli svizzeri chiedono più severità

Secondo gli svizzeri, il mondo dei giovani è pervaso da sempre più violenza Keystone

La maggioranza degli svizzeri ritiene che i giovani siano diventati più aggressivi rispetto a 20 anni fa. Lo rivela un sondaggio pubblicato da tre giornali domenicali.

Gli interrogati attribuiscono la colpa alle famiglie, chiedono dei corsi per i genitori ed il ritorno ad un’educazione più severa. Quest’approccio non è però condiviso da un esperto zurighese.

La delinquenza giovanile inquieta gli svizzeri. Secondo un sondaggio pubblicato da “Matin dimanche”, “Sonntagsblick” e “Il Caffè”, il 77% degli interrogati ritiene che l’aggressività dei giovani sia notevolmente aumentata negli ultimi due decenni.

Per la netta maggioranza (77%), le responsabilità principali di questo fenomeno non vanno attribuite alla società, bensì alle famiglie.

Gran parte degli interpellati sono favorevoli ad un’educazione più severa e considerano giustificate anche le punizioni corporali. Ad esempio, il 68% ritiene legittimo il ricorso ad una sculacciata e ad un ceffone, mentre il 30% detesta tali metodi.

Proposte che dividono

Per far fronte a questa tendenza, la popolazione elvetica ha posizioni differenziate, ma in maggioranza favorevoli, sia alle proposte dell’unione democratica di centro (UDC – destra nazionalista) che a quelle del partito socialista (PS).

L’80% degli interrogati apprezza l’idea della consigliera di stato zurighese Regina Aeppli (PS) di obbligare i genitori di ragazzi violenti a frequentare degli appositi corsi di educazione (il 16.4% è contrario).

Riguardo alla più drastica proposta dell’UDC di espellere i giovani delinquenti stranieri con i loro genitori, il 55% del campione rappresentativo si esprime a favore contro circa il 40% che vi si oppone.

“Severità e disciplina non aiutano”

Della questione si occupa pure un altro quotidiano domenicale, la “NZZ am Sonntag”. Il foglio zurighese pubblica un’intervista del professore di pedagogia Jürgen Oelkers, le cui opinioni sono in netto contrasto con quelle scaturite dal sondaggio.

Secondo Oelkers, la criminalità giovanile è più una sensazione che una reale minaccia. È vero che, recentemente, la violenza è leggermente aumentata, spiega l’esperto. Va tuttavia chiarito per quali motivi si è verificato un aumento del numero assoluto di casi: i giovani sono effettivamente più violenti oppure si ricorre più facilmente alla polizia?

Oelkers non concorda nemmeno sulla necessità di maggiore disciplina. “Per secoli, i bambini sono stati spediti negli angoli con un cappello da asini. Per disciplinarli si utilizzavano tecniche che impedivano l’apprendimento”.

Negli ultimi 30 anni si è verificata una svolta, la comprensione per i giovani è aumentata, le regole si sono fatte più trasparenti e le sanzioni più ragionate. “Questi sono importanti passi in avanti. Abbiamo appreso a reagire in maniera differenziata”, aggiunge Oelkers.

Inoltre, conclude il pedagoga, le aspettative dai sistemi educativi sono aumentate in maniera enorme. “Oggi l’educazione viene idealizzata, ogni conflitto viene interpretato come un errore. Da ciò risulta questa tendenza all’allarmismo”.

swissinfo e agenzie

Il sondaggio è stato realizzato dall’istituto Isopublic tra l’11 e il 14 luglio scorsi.
Il campione rappresentativo alla base del rilevamento era composto da 1100 persone.

Secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2005 sono state emesse più di 14’000 sentenze di condanne penali nei confronti di minorenni.

Nel 1999, anno dell’introduzione della statistica, le condanne erano state 12’000.

Il 79.3% delle condanne riguardava giovani uomini, il 62.7% dei cittadini svizzeri.

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