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Un crimine entra nel dibattito politico

Demonstration in Genf gegen Gewalt an Frauen
Il giorno dopo: a Ginevra, circa 250 persone protestano contro l'aggressione di cinque donne da parte di un gruppo di uomini l'8 agosto 2018. © KEYSTONE / JEAN-CHRISTOPHE BOTT


In agosto, a Ginevra e a Zurigo, sei donne sono state brutalmente picchiate da uomini. Questi atti hanno sollevato un’ondata di indignazione e di proteste sulla stampa e i social media, ma anche presso i politici. Un riepilogo degli eventi e delle reazioni.

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La situazione di partenza 

Alla fine del 2017, #metooCollegamento esterno, la nota campagna virale, ha portato il tema della violenza sessuale contro le donne all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale. Giornali e social media hanno sensibilizzato la popolazione su questa campagna. 

I fatti 

Nelle prime ore del mattino dell’8 agosto 2018, diversi uomini hanno picchiato una donna davanti a una discoteca di Ginevra. Altre quattro donne, che hanno tentato di aiutare la vittima, sono state a loro volta brutalmente maltrattate. Tutte e cinque le donne sono ricoverate in ospedale, due con gravi lesioni alla testa. 

La Procura ginevrina ha individuato i responsabili. Provengono dalla Francia, ma non sono ancora stati arrestati. Secondo testimoni oculari, alcuni degli autori sarebbero maghrebini. 

Il 12 agosto, dopo la Street Parade di Zurigo, una donna è stata brutalmente picchiata da tre uomini. Solo dopo molto tempo, due uomini sono venuti in suo aiuto, mettendo in fuga i tre responsabili. La donna è stata ricoverata in ospedale con un trauma cranico e contusioni. Secondo la vittima, i tre responsabili erano tamil. La polizia non li ha ancora tratti in arresto. 

Manifestazioni di protesta 

9 agosto: I media della Svizzera romanda riferiscono ampiamente dell’incidente di Ginevra. Circa 250 persone manifestano nella città sul Lemano contro la violenza nei confronti delle donne. 

12 agosto: Manifestazioni per la fine della violenza contro le donne hanno luogo anche a Losanna, Berna, Basilea e Zurigo con un totale di circa 500 partecipanti.

Contenuto esterno

14 agosto: Il giornale “Blick” rende noto il secondo caso, a Zurigo. La questione della violenza contro le donne supera quindi i confini della Svizzera romanda e diventa sempre più un tema di dibattito nazionale. 

Le conseguenze 

14 agosto: Anne-Marie von Arx-Vernon, parlamentare ginevrina, annuncia una proposta legislativa per rendere la “violenza sessista” perseguibile d’ufficio. La polizia dovrebbe quindi indagare di propria iniziativa non appena viene a conoscenza di un tale atto. 

17 agosto: Le quattro vicepresidenti del Partito socialista svizzero (PSS) presentano un piano in cinque punti per combattere la violenza contro le donne. 

Il dibattito 

Alcune elette dei partiti di centro e di destra rimproverano alle rappresentanti della sinistra di ignorare il passato migratorio di molti responsabili di violenze contro le donne. “Smettete di indorare la pillola: la violenza proviene spesso da uomini con un passato di migrazione. Dobbiamo proteggere anche le loro donne”, ha dichiarato Sigg Frank. presidente della sezione femminile del Partito popolare democratico (PPD). 

Altri sviluppi

È troppo facile spiegare la violenza contro le donne con l’immigrazione, ha risposto una rappresentante dell’organizzazione femminile Alliance F in un’intervista al Blick. “La causa e il terreno fertile della violenza contro le donne sono il patriarcato e il sessismo. Entrambi sono presenti non solo nella nostra cultura, ma anche in altre”. 

Natalie Rickli, deputata dell’Unione democratica di centro (UDC) propone sullo stesso giornale la creazione di un’ampia alleanza di donne. “Per proteggere le vittime e punire duramente i colpevoli, abbiamo bisogno anche del sostegno delle donne di sinistra in Parlamento”. Anche gli uomini svizzeri che picchiano le donne dovrebbero essere puniti severamente. 

Christa Markwalder, deputata del Partito liberale radicale (PLR) ritiene che sono necessari più agenti di polizia. Non mancano le leggi, ma i perseguimenti penali. 

Le discussioni trovano ampio spazio anche nei social media. 

Le richieste 

Pierre Maudet, ministro cantonale ginevrino e presidente della Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia (CDCGP), ha chiesto in un’intervista a un giornale la creazione di una “piattaforma nazionale contro la violenza nei confronti delle donne”. 

Dibattiti al Parlamento svizzero 

Géraldine Savary, senatrice socialista, vuole portare la proposta di Anne-Marie von Arx-Vernon sulla scena politica nazionale. In occasione della sessione autunnale delle Camere federali, che avrà inizio a Berna il 10 settembre, Savary vuole chiedere di rendere perseguibili d’ufficio le aggressioni contro le donne. 

Inoltre, la senatrice vodese intende proporre l’introduzione di statistiche che registrino tutti gli attacchi contro le donne, dalle molestie verbali alla violenza fisica. 

Poiché i membri del Parlamento possono presentare le loro proposte anche durante la sessione, sono possibili ulteriori richieste.

Traduzione di Armando Mombelli

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