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Vino, acquavite e la pigrizia di leggere

Matrimonio nel Ticino dell'Ottocento Roberto Donetta

Gli uomini sono forti e solidi, ma poco sorridenti. Fra le donne, la bellezza è un pregio posseduto da poche. È la descrizione degli abitanti del canton Ticino lasciata dal padre benedettino Paolo Ghiringhelli, nato a Bellinzona nel 1778 e morto ad Einsiedeln nel 1861.

La seguente narrazione è tratta dal libro di Antonio Galli “Il Ticino all’inizio dell’Ottocento – Descrizione topografica e statistica di Paolo Ghiringhelli”, 1943.

Uomini

Per ciò che concerne il fisico degli abitanti, si può dire che essi sono di corporatura media, benché stature notevoli non siano rare. Tanto coloro che vivono nelle regioni alte quanto anche gli abitanti delle regioni basse sono di struttura forte e solida, atta ad ogni fatica.

Si vedono spesso somieri e carrettieri che caricano e scaricano con facilità sacchi e botti di più di cento libbre pesanti, che accostano alle labbra a mo’ di bicchiere bariletti di 32 e fin 40 misure e bevono a lunghe sorsate.

Il colore della pelle degli uomini del popolo è molto più scuro che non nella Svizzera interna, e più in talune regioni di montagna che nel piano. I lineamenti sono incomparabilmente più espressivi che nella Svizzera tedesca: l’espressione non è però sempre simpatica. Quei visi aperti lieti ed imponenti che si incontrano al di là delle Alpi, specialmente nei piccoli Cantoni, in così gran numero, sono, al di qua, tanto più rari quanto maggiormente ci si allontana dal Gottardo.

Donne

Fra le donne, la bellezza non è un bene comune. Le leventinesi al di sopra del Dazio Grande, le donne di alcuni villaggi della Riviera e di Bellinzona sono in ciò maggiormente favorite: in buona misura ne sono dotate le Valmaggesi di alcune regioni.

Libere da troppi lavori pesanti, aliene dall’uso troppo frequente di vino e specialmente di acquavite, esse mantengono, anche se madri di parecchi figli, una bellezza giovanile più a lungo che le donne tedesche. Talora si potrebbe credere donna nel fior dell’età quella che da tempo è già nonna.

Le donne però che non possono e non vogliono ottemperare a quelle condizioni, sono tutte soggette a quei cambiamenti che si constatano normalmente nelle popolazioni del sud: i loro lineamenti, in età ancor giovane, si mascolinizzano e imbruttiscono.

Nelle donne del Cantone – e la stessa caratteristica si crede riscontrarla anche nelle donne d’Italia – si nota una voce più forte e più mascolina che non al di là delle Alpi. Esse di ciò sembrano compiacersi, anzi reputano un difetto delle donne tedesche la voce più sottile, o, come esse dicono, voce da bimbo in cuma.

In nessun’altra regione della Svizzera si trovano tante persone dal fisico sgraziato, sorde o mute. Ciò va ascritto ai duri lavori delle donne, che spesso portano sulla schiena, in salita e in discesa, carichi pesantissimi persino il giorno del parto, alla poca destrezza delle levatrici e al cattivo allattamento dei bambini. Le madri, e in genere tutte le donne adulte di una famiglia, in primavera e in autunno sono lontane da casa tutto il giorno e lasciano in custodia i bambini ad altri bambini che a malapena si reggono da soli.

Salute e cultura

Tarde età non vengono mai raggiunte. Gli inverni quasi sempre continuamente umidi, la grande instabilità del tempo in primavera e in autunno, in specie nei mesi di febbraio e di novembre, in cui si alternano giornate veramente di stagione a giornate primaverili, il duro e poco igienico tenor di vita, il cibo troppo indigesto, lo smodato uso di vino e di acquavite, non permettono che raramente il raggiungimento di età avanzate.

Le febbri intermittenti sono tra le malattie più frequenti e fanno molte vittime. Né sono rare le febbri settiche. Stragi particolarmente grandi provocano inoltre ogni anno le febbri acute.

L’ignoranza è certamente generale e profonda e purtroppo non solo presso le popolazioni contadine. Capita peraltro di trovare qua e là persone di buona cultura e di grande istruzione. Si tratta però di rare eccezioni.

Le loro cognizioni e la loro istruzione non si trasmettono nel sangue d’altri: la loro luce lascia gli altri nell’oscurità. Le classi più agiate del popolo si accontentano di un grado di coltura molto limitato. Anche coloro che hanno compiuto studi scientifici completi non peccano per mania, bensì per pigrizia di leggere: per l’acquisto di libri esce ben poco denaro dal paese.

Popolazione del Ticino:

1850: ca. 118’000

1900: 139’000

1950: 175’000

2000: 307’000

Oggi: 330’000

(fonte: Ufficio di statistica del Canton Ticino)

Nei primi anni dell’Ottocento il tasso di analfabetismo in Ticino era assai elevato. Nonostante una legge che stabiliva l’obbligatorietà dell’istruzione, gli istituti scolastici e gli insegnanti erano pochi.

Le scuole erano frequentate esclusivamente da maschi, i quali erano però spesso assenti per dare una mano nei campi.

Negli anni ’30, lo statista Stefano Franscini pose le basi per la creazione di un moderno sistema educativo in Ticino. Grazie alla sua riforma, molte persone poterono migrare all’estero con alcune conoscenze di base, ciò che le avvantaggiò rispetto ad altri emigranti analfabeti.

Franscini espanse in seguito il suo pensiero oltre i confini cantonali e nel 1855 contribuì alla fondazione del Politecnico federale di Zurigo.

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