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Victor Yushenko in Svizzera per rassicurare

Victor Yushenko è in forte calo di popolarità nel suo paese ed ha scarse chance di essere confermato alla presidenza Keystone

Il presidente ucraino Victor Yushenko è in visita in Svizzera il 14 e il 15 maggio. Un'occasione per cercare di tranquillizzare le autorità e gli investitori elvetici sullo stato di salute del suo paese, investito dalla crisi economica e in pieno marasma politico.

Durante la sua permanenza in Svizzera, Yushenko incontrerà, tra gli altri, il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz, la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey e la responsabile del Dipartimento dell’economia Doris Leuthard.

Tra i temi all’ordine del giorno figurano i rapporti bilaterali, la politica europea e la collaborazione multilaterale dei due Stati.

L’obiettivo ufficiale della visita è di rafforzare le relazioni tra Berna e Kiev, relazioni che sono comunque già buone. Ad esempio, la Svizzera è il dodicesimo investitore in Ucraina e dalla ‘rivoluzione arancione’ del 2004 gli scambi tra i due paesi hanno registrato un continuo aumento.

Situazione economica difficile

Per Bohdan Hawrylyshyn, membro del Club di Roma e console onorario dell’Ucraina in Svizzera, Yushenko vorrà però anche “rassicurare gli uomini d’affari elvetici che vogliono lavorare o che già lavorano in Ucraina”.

“La situazione economica è pessima e penso che peggiorerà ancora. Tuttavia l’Ucraina ha un potenziale enorme”, sottolinea Hawrylyshyn, che per diversi anni, dopo l’indipendenza nel 1991, è stato consigliere di molti politici di primo piano ucraini, tra cui tre primi ministri.

Dopo aver superato il 25% nel 2008, l’inflazione anche quest’anno continuerà a logorare l’economia dell’ex repubblica sovietica. Secondo il Fondo monetario internazionale (FMI), il rincaro dovrebbe raggiungere nel 2009 il 16,8%. Il prodotto interno lordo, cresciuto del 2,1% nel 2008, dovrebbe registrare un calo dell’8%.

Per cercare di dare un impulso all’economia ucraina, in novembre l’FMI ha concesso un credito di 16,5 miliardi di dollari a Kiev, di cui 7,3 sono già stati versati.

Questione energetica

“Adesso si tratterà di investire bene questo denaro e non impiegarlo per meri scopi elettoralistici (le elezioni presidenziali sono previste in ottobre, ndr)”, afferma Hawrylyshyn.

“Prima di tutto è necessario ridurre l’enorme deficit nel settore energetico. Basti pensare che l’intensità energetica del nostro paese (una misura dell’efficienza energetica di una nazione, ndr) è tre volte superiore a quella della Polonia. Gli sprechi sono enormi. Basterebbero alcune soluzioni semplici per migliorare la situazione, ad esempio installando dei regolatori termostatici sui radiatori, per evitare di dover aprire le finestre in pieno inverno”.

Investire nel settore energetico significherebbe anche e soprattutto ridurre la dipendenza dall’estero, in particolare dal gas russo, una questione che da anni sta avvelenando i rapporti tra Kiev e Mosca ed ha grandi ripercussioni anche in Europa occidentale.

“Attualmente l’Ucraina importa 70 miliardi di metri cubi di gas all’anno a 250 dollari ogni mille metri cubi – sottolinea Hawrylyshyn. È una somma incredibile. Si calcola che si potrebbe raddoppiare la produzione domestica, portandola a 20 miliardi di metri cubi. Le relazioni politiche con il potente vicino così cambierebbero”.

Il marasma politico

Il problema numero uno dell’Ucraina rimane però la situazione politica: “L’enorme capitale simbolico accumulato all’inizio della rivoluzione arancione è stato completamente dilapidato”, afferma Nicolas Hayoz, direttore dell’Istituto d’Europa centrale e orientale all’Università di Friburgo e autore di un libro sull’Ucraina (“Ukraina at a Crossroads”).

L’antagonismo tra i principali attori politici – in particolare tra il presidente Yushenko e la prima ministra Yulia Timoshenko – ha minato la possibilità di realizzare le riforme indispensabili. “Oggi il paese è diviso come lo era alcuni anni fa, ci sono molte cose che non funzionano, la corruzione è rimasta agli stessi livelli di un tempo”, sottolinea Hayoz.

La situazione è quindi paralizzata, a un punto tale che ad inizio marzo il ministro delle finanze Viktor Pinzenyk ha gettato la spugna, denunciando l’irresponsabilità delle autorità e l’impossibilità di lavorare senza “essere preso in ostaggio dalle lotte politiche”.

L’avvicinarsi delle elezioni presidenziali, previste in ottobre, non incita di certo all’ottimismo. Visto il suo livello di popolarità, Yushenko ha scarse possibilità di essere riconfermato. I favoriti sono Yulia Timoshenko e l’ex premier Victor Yanukovic. Il futuro presidente erediterà però dal suo successore un sistema istituzionale “catastrofico, con una sorta di esecutivo bicefalo che non è né un regime presidenziale, né un regime parlamentare”, spiega Hayoz. L’antagonismo tra il capo dello Stato e il primo ministro, chiunque essi siano, rischia quindi di perdurare.

Bohdan Hawrylyshyn intravede però una luce in fondo al tunnel: “Oggi non abbiamo una vera élite politica, che dà il meglio di sé per il paese e la società. Da quanto posso osservare, però, sta nascendo una nuova generazione di politici, privi dell’eredità sovietica. Sono giovani che parlano diverse lingue – solo uno dei 12 primi ministri parlava inglese – e che entrano in politica non per riempirsi le tasche ma per lavorare per il paese”.

Daniele Mariani, swissinfo.ch

Dopo la caduta dell’Unione Sovietica nel 1991, la Svizzera ha immediatamente riconosciuto l’Ucraina ed ha aperto un’ambasciata a Kiev.

Berna ha appoggiato sin dall’inizio le riforme economiche e democratiche nell’ex repubblica sovietica, nell’ambito di progetti bilaterali e multilaterali. Nel 1997 i due paesi hanno firmato un accordo di cooperazione tecnica. Nel 2008, la Svizzera ha finanziato progetti di sviluppo e di riforma delle istituzioni per una somma di 7 milioni di franchi.

Nel 2008 le imprese svizzere hanno esportato beni e servizi per un valore di 628 milioni di franchi, il 17% in più rispetto all’anno prima. Nel 2001 l’export ammontava a 159 milioni. L’Ucraina, dal canto suo, ha esportato verso la Svizzera per 144 milioni di franchi (+21%, 16 milioni nel 2001).

In Ucraina nel 2008 vivevano 129 cittadini svizzeri, mentra la comunità ucraina in Svizzera era composta da 4’215 persone.

Superficie: 603’700 km2

Capitale: Kiev, 2,6 milioni d’abitanti

Popolazione: 46,2 milioni (78% ucraini, 17% russi)

Crescita demografica: -0,67% (stime 2007)

Prodotto interno lordo pro capite: 3’920 dollari

Principale partner economico
: Russia (26% delle esportazioni e 28% delle importazioni)

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