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Viaggio tra i fedeli compagni di viaggio

La Guida Michelin dedicata alla Svizzera, edizione 1997. Swiss National Library

La Biblioteca nazionale elvetica ha allestito la mostra «Fascino svizzero», dedicata all'immagine della Confederazione nelle guide turistiche. Queste ultime costituiscono infatti una testimonianza privilegiata per sondare la percezione del paese all'estero.

«Chi intende visitare tutta la Svizzera in breve tempo vedendo e apprezzando il più possibile, tenga presente che una volta tornato a casa avrà di nuovo tutto il tempo per dormire. Quindi conviene in ogni caso alzarsi presto per presentarsi puntuali alla partenza del treno».

Era questo il consiglio rivolto ai turisti nel 1914 dall’autore della guida Die Schweiz in 15 Tagen mit Generalabonnement genussreich und billig zu bereisen («Visitare in modo piacevole ed economico la Svizzera in 15 giorni con l’abbonamento generale»), pubblicata in Germania.

Un secolo più tardi lo stile e il tono dei consigli sono mutati, ma le guide da viaggio resistono. Ogni anno, moltissimi visitatori – oltre 8 milioni nel 2009 – si recano infatti nella Confederazione.

Fonte importante

Ma è davvero interessante analizzare le guide turistiche? «Si tratta di una fonte assai importante, poiché esse costituiscono gli strumenti mediante i quali gli altri ci guardano», spiega Claudio Visentin, professore di scienze della comunicazione all’Università della Svizzera italiana nonché autore di varie pubblicazioni sulla storia del turismo e sull’immagine del territorio veicolata dalle guide.

«I turisti stranieri raggiungono la Svizzera con un’idea del paese e dei suoi abitanti forgiata anche sulla base di questi libri. Di conseguenza, le guide sono testi che parlano di noi ma che noi spesso non conosciamo», aggiunge.

Filosofie diverse

Ognuna si rivolge a un pubblico specifico, propone una determinata immagine del paese, della sua storia e dei suoi abitanti. Per questo motivo, la Biblioteca nazionale ha dunque deciso di sfruttare la propria collezione di guide sulla Svizzera in numerose lingue per fotografare l’immagine del paese in varie epoche e aree geografiche.

Infatti, come rileva Visentin, «le guide non sono affatto tutte uguali. Ovviamente alcune informazioni pratiche di base sono condivise, ma poi si sviluppano in modo diverso: vi sono diverse filosofie del viaggio e diverse filosofie della Svizzera, anche legate al destinatario del testo».

Per esempio, «l’approccio delle guide inglesi è spesso informale, destinato a una clientela giovane che viaggia con un occhio al portamonete; i testi statunitensi sono invece più attenti al rapporto qualità-prezzo, ciò che riflette d’altronde una determinata filosofia americana».

Due assi

La mostra – aperta al pubblico dall’11 marzo al 27 giugno 2010 – presenta oltre trecento guide turistiche provenienti da quasi tutti i continenti e realizzate in periodi storici diversi. Ciascun volume tenta di rispondere alla medesima esigenza, ovvero «fornire informazioni aggiornate e ben strutturate, in quanto il tempo da dedicare ai viaggi è limitato e deve essere sfruttato nel migliore dei modi», ha ricordato il curatore della mostra Beat Gugger.

Le guide turistiche sono inoltre tenute a soddisfare determinate esigenze pratiche. Devono essere maneggevoli, stabili, leggere, chiare, illustrate e talvolta persino impermeabili: «Questi libri appartengono a un genere letterario particolare, una sorta di prontuario che privilegia la praticità», evidenzia Gugger.

Per presentarle al pubblico è stato scelto un approccio basato su due assi: quello nord-sud e quello est-ovest. «Una guida turistica è caratterizzata dal legame con il territorio», spiega Gugger. Di conseguenza i libri esposti sono stati situati in una sala unica, nella quale il visitatore si sposta virtualmente tra le aree geografiche del paese.

Alle pareti, si può ammirare una carta panoramica della Svizzera vista dal Weissenstein. Inoltre, i curatori hanno inserito i modelli in scala di alcuni elementi caratterizzanti del territorio elvetico, per esempio il massiccio delle Alpi.

Come raccontarla?

Leggendo i passaggi più significativi evidenziati nelle guide esposte, ci si rende conto di quanto sia arduo presentare la Confederazione oltre i clichés. «La Svizzera è l’unica nazione che fa sembrare i tedeschi inefficienti, i francesi poco diplomatici e i texani dei poveracci», commenta ironicamente la Xenophobe’s Guide to the Swiss del 1999.

Altrove, la Confederazione viene definita «un mosaico stupefacente, con un aspetto ancora più incredibile: funziona tutto, e anche piuttosto bene» (Guide du Routard). Oppure: «La Svizzera è un paese evoluto e civilissimo, nel quale ciò che più interessa a chi vi si reca in visita – l’organizzazione di ciò che ha a che fare con la cultura, l’arte e il turismo – funziona nel migliore dei modi» (Touring club italiano).

A questo proposito, Visentin conclude: «La Svizzera costituisce una vera e propria sfida per gli autori delle guide, perché costituisce un paese piccolo ma estremamente diversificato, difficile da spiegare a chi non lo conosce. La Confederazione è inoltre una destinazione sommersa da stereotipi, in parte veri, in parte inesatti. Raccontare la Svizzera è dunque un’impresa tutt’altro che banale».

Andrea Clementi, swissinfo.ch

Nel 1789 l’inglese William Coxe redige Travels in Switzerland, la prima guida sulla Svizzera in forma epistolare, che raccoglie informazioni di carattere generale concernenti i percorsi attraversati dall’autore.

In Svizzera è il tedesco Johann Gottfried Ebel a realizzare nel 1793 l’Anleitung auf die nützlichste und genussvollste Art in der Schweiz zu reisen, prima guida turistica che illustra eventi rappresentativi del paese.

Nel 1844 appare la prima Baedeker durch die Schweiz. Nel 1908, è la volta della prima Guide Michelin dedicata esclusivamente alla Svizzera.

A partire dagli anni Sessanta, tra i giovani viaggiatori dell’area culturale anglosassone prendono piede le guide Let’s Go e Lonely Planet, che non dimenticano la Svizzera.

Fascino svizzero. La Svizzera nelle guide

Biblioteca nazionale svizzera
Hallwylstrasse 15, 3003 Berna

12 marzo 2010 – 27 giugno 2010 (chiusa il 2./3.4. e il 13.5)

Entrata libera

Orari
Da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18; mercoledì dalle 9 alle 20; sabato dalle 9 alle 16; domenica dalle 10 alle 17

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