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Verso una migliore protezione degli animali

In futuro bisognerà anestetizzare i porcellini prima di castrarli Keystone

Il Consiglio degli Stati ha reso più severa la legge sulla protezione degli animali, ma non tanto quanto chiedeva un'iniziativa popolare inoltrata dagli animalisti.

I senatori hanno scelto una via intermedia tra la proposta minimalista del governo e le richieste degli iniziativisti.

La dignità e il benessere degli animali devono avere maggiore considerazione: con questo convincimento il Consiglio degli Stati ha inasprito la legge che li protegge, trovando così una via intermedia tra il progetto governativo e quanto chiede l’iniziativa popolare «Sì alla protezione degli animali».

Le proposte della Società svizzera per la protezione degli animali (PSA) sono state respinte. Per i consiglieri agli Stati, il testo dell’iniziativa è eccessivo e irrealistico.

L’iniziativa esige in particolare di vietare l’importazione di carne kasher o halal, uova di polli allevati in batteria o cosce di rana. Altre rivendicazioni: l’uccisione di animali deve essere giustificata da un valido motivo; la detenzione di animali selvatici nelle roulotte dei circhi vietata.

Nella speranza che l’iniziativa venga ritirata, gli Stati hanno approvato con 33 voti senza opposizione il progetto di revisione della legge elaborato dalla propria commissione e che risulta più incisivo di quello del Consiglio federale.

Le critiche continuano

Per il momento, però, gli iniziativisti non sembrano intenzionati a compiere questo passo. Accusano il governo di essere succube della lobby dei contadini – una forza politica considerevole in Svizzera – che chiaramente teme le conseguenze di un irrigidimento delle disposizioni per l’allevamento.

Le organizzazioni per la protezione degli animali – che contano oltre 500’000 membri in tutto il paese – affermano che le proposte ufficiali non sono seriamente pensate per migliorare la situazione.

«Vogliamo un livello di protezione maggiore e fissato nella legge», afferma Roman Weibel, responsabile di un gruppo per la protezione del bestiame con sede a San Gallo.

«Per esempio, nel trasporto su autocarri degli animali, chiediamo un tempo di trasferta al di sotto delle 6-8 ore, permesse attualmente in Svizzera», continua l’animalista.

Contro la sofferenza

La PSA, la principale organizzazione a livello nazionale, ha aumentato la pressione verso la politica quando, lo scorso luglio, ha consegnato l’iniziativa popolare.

L’intento era quello d’imporre un dibattito e un voto nazionale su questo tema, con l’obiettivo di ancorare la protezione degli animali nella Costituzione federale.

Si vuole inoltre impedire l’importazione di prodotti animali non conformi agli auspicati standard svizzeri e imporre un divieto su tutti gli esperimenti che causano dolori estremi agli animali.

Ma il governo ha respinto il testo dell’iniziativa, affermando che molte delle misure proposte, per esempio il divieto di importazione, sono semplicemente inapplicabili.

Il Consiglio degli Stati fa qualche concessione – come la messa al bando, a partire dal 2009, della castrazione senza anestesia dei maialini – ma in sostanza il testo che ha approvato non è certo rivoluzionario.

In merito al problema del trasporto di animali, i senatori hanno deciso che andrà fatto con cura e senza ritardi inutili. Le persone addette ai trasporti dovranno aver seguito un’apposita formazione. La durata massima dei trasporti, contrariamente a quanto chiesto dagli iniziativisti, non è stata fissata.

I problemi dell’iniziativa

«Gli intenti dei promotori sono contrari alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio – afferma Urs-Peter Müller, dell’Ufficio federale di veterinaria – e la Svizzera ne fa parte. Non può esimersi dagli impegni senza subire delle pesanti conseguenze».

Le proposte animaliste porterebbero ad un divieto dell’importazione di carne kasher e halal per gli ebrei e i musulmani, poiché escluderebbero la macellazione rituale.

Da quando queste pratiche sono bandite dal territorio svizzero, la Svizzera infrange uno dei principi della Carta europea dei diritti umani. Proibire anche l’importazione sarebbe controproducente.

Ma gli animalisti non la pensano così. «Se la nuova legge permette ancora delle crudeltà contro gli animali, un grosso problema resta irrisolto. In un paese moderno, come la Svizzera, la crudeltà non ha diritto di esistere», afferma Roman Weibel.

swissinfo

Il Consiglio degli Stati ha approvato una revisione della legge sulla protezione degli animali, che data del 1978.

Il testo è più severo rispetto a quello proposto dal governo, che prevedeva di rafforzare puntualmente alcune misure, come la formazione di chi si occupa di allevamento.

Non risponde però alle richieste di un’iniziativa per la protezione degli animali che esige trasporti meno estenuanti, un bando all’importazione da paesi che non applicano standard analoghi a quelli svizzeri e una riduzione drastica degli esperimenti su animali.

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