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Venticinque anni dalla prima Guerra del Golfo

Il 17 gennaio del 1991 scattava l'operazione Desert Storm, attacco dell'Iraq da parte delle forze americane e della coalizione internazionale

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Ricorre il venticinquesimo anniversario della prima Guerra del golfo, la prima guerra trasmessa ovunque in diretta televisiva. Il 17 gennaio del 1991 scattava l’operazione ‘Desert storm’, che diede inizio all’attacco dell’Iraq da parte delle forze americane e della coalizione internazionale, in risposta all’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein.

17 gennaio 1991. Alle 2.30 di notte cominciano i bombardamenti sull’Iraq. È l’operazione ‘Desert Storm’, tempesta del deserto, che dà inizio alla prima guerra del Golfo. Il giorno prima era scaduto l’ultimatum in cui si intimava a Saddam Hussein di ritirare le sue truppe dal Kuwait occupato dall’agosto del 1990. Dopo lunghe quanto inutili mediazioni dell’Onu, che avevano visto a più riprese impegnato l’allora segretario generale Perez de Cuellar, il palazzo di Vetro autorizzava l’uso della forza per ristabilire l’equilibrio regionale.

Il raís iracheno si aspetta l’offensiva e risponde all’attacco lanciando Scud, i missili di fabbricazione sovietica, contro l’Arabia Saudita e Israele, ma la sua capacità militare non è sufficiente. Gli alleati continuano i bombardamenti. Tra questi c’è anche un Tornado italiano, che sarà abbattuto dalla contraerea irachena all’alba del 18 gennaio. Le immagini dei due piloti, Bellini e Cocciolone, che resteranno prigionieri del nemico per tutta la durata del conflitto, faranno il giro del mondo.

La prima guerra del Golfo è infatti stata anche la prima guerra mediatica trasmessa ovunque in diretta televisiva. Celebri le corrispondenze quotidiane del cronista della CNN Peter Arnett da Baghdad. Il conflitto entrava così nelle nostre case in tutta la sua crudezza. Con la telecronaca delle battaglie, la controffensiva dell’Iraq, che messo in difficoltà aveva riversato nel mare milioni di barili di petrolio e incendiato i pozzi del Kuwait.

La svolta è l’invasione di terra che in meno di quattro giorni fa capitolare il raìs. Sei settimane di conflitto sono costate in tutto al paese arabo 100 mila soldati morti, e altrettante vittime civili, 150 mila disertori e 60 mila prigionieri; 300 invece i militari della forza multinazionale morti, e 400 feriti. Conflitto che gli Usa dovevano vincere a tutti i costi, come disse il presidente americano George Bush senior, quando a guerra ultimata, dichiarò: “ci siamo tolti di dosso la sindrome del Vietnam una volta per tutte”.

Bush padre si era accontentato della resa di Saddam, che non venne arrestato, restando una spina nel fianco di Washington fino all’aprile del 2003 quando venne deposto, e infine catturato e condannato a morte.

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