Prospettive svizzere in 10 lingue

Vent’anni di rumantsch grischun

I romanci parlano cinque idiomi diversi Keystone

Nel 1982 nasceva il rumantsch grischun, la lingua scritta che unifica i diversi idiomi romanci. Vent'anni dopo, è tempo di primi bilanci.

La percentuale di persone che parlano romancio è in continua diminuzione.

Il romancio è la più piccola delle lingue nazionali svizzere, e anche la più minacciata. Se nella prima metà dell’Ottocento era ancora la lingua maggioritaria nel canton Grigioni, nel censimento del 2000 solo 34’000 persone, lo 0,46% della popolazione residente in Svizzera, lo indicano come lingua principale.

Un gruppo linguistico ridottissimo, dunque, e oltretutto molto eterogeneo. I romanci parlano infatti cinque diversi idiomi: il sursilvan nei Grigioni nordoccidentali, il ladin – suddiviso a sua volta in puter e vallader – in Engadina e Val Monastero, il sutsilvan e il surmiran nei Grigioni centrali.

Una lingua scritta comune

Dalla constatazione dei pericoli per la sopravvivenza del romancio è nato nel 1982, nel contesto della Lia Rumantscha (l’organizzazione che si occupa della promozione del romancio), il progetto di una lingua scritta artificiale che unisse i vari idiomi e che fosse facilmente comprensibile da tutti i romanci.

Il progetto, affidato ad un’equipe guidata da Heinrich Schmid, professore di romanistica all’Università di Zurigo, ha permesso di creare uno strumento che facilita il lavoro di traduzione per le amministrazioni pubbliche e le imprese private.

Dal 1986 la Confederazione usa il rumantsch grischun per gli opuscoli informativi che accompagnano le schede di voto. Nel 1996 il canton Grigioni ha riconosciuto il rumantsch grischun come lingua ufficiale per le informazioni generali dell’amministrazione.

Nel 2001, la popolazione grigionese ha approvato con il 65% dei voti una legge che stabilisce l’utilizzo della nuova lingua scritta, invece del sursilvan e del ladin, per le informazioni di voto e per la traduzione delle leggi.

Tra speranze e resistenze

In vent’anni, il rumantsch grischun ha avuto la possibilità di svilupparsi. Dal 2001 esiste un dizionario su CD-Rom con oltre 194’000 lemmi e forme idiomatiche. Le pagine in comune delle edizioni regionali del giornale “Quotidiana” sono redatte nella nuova lingua. E anche nella letteratura il rumantsch grischun ha trovato un suo spazio, per quanto piccolo.

Ma vi sono ancora molte resistenze, fra i romanci, anche se la disponibilità nei confronti del rumantsch grischun dal 1982 ad oggi è sensibilmente aumentata. Il 66% dei romanci, secondo un sondaggio del 1996, è d’accordo con il principio di una lingua comune, ma solo il 44% identifica questa lingua con il rumantsch grischun.

Resistenze che si spiegano, oltre che con antiche divisioni confessionali, con la lunga tradizione scritta degli idiomi regionali, che risale alle prime traduzioni della Bibbia nel Cinquecento. E anche oggi, nella scuola dell’obbligo, gli idiomi continuano ad essere dominanti, e così pure nelle trasmissioni della radio e televisione romancia.

Tuttavia Bernard Cathomas – all’epoca segretario della Lia Rumantscha e oggi direttore della Radiotelevisione romancia – è relativamente ottimista: “È vero che il rumantsch grischun non è accettato da tutti. Ma se si paragona la sua evoluzione a quella di altre lingue che hanno unificato paesi in cui si parlavano idiomi diversi, com’è il caso per l’italiano o il tedesco, si può dire che in vent’anni ha fatto una lunga strada.”

Un futuro fosco

Nonostante il rumantsch grischun, il futuro della quarta lingua nazionale appare però tutt’altro che roseo. Il censimento del 2000 ha dimostrato che l’erosione del romancio continua. Tra 1990 e 2000, la percentuale di chi lo indica come lingua principale è scesa dallo 0.6% allo 0,46% della popolazione.

Reagendo a questi dati, nel marzo del 2002 un gruppo di personalità romance ha lanciato un manifesto che chiede al canton Grigioni e alla Confederazione misure più incisive per salvaguardare la loro lingua. In particolare, il manifesto chiede che nella sua area tradizionale di diffusione, sia garantito al romancio “lo statuto di lingua pienamente ufficiale nell’amministrazione, a scuola e nei tribunali”.

Manifestazione in Val Monastero

I vent’anni di vita del rumantsch grischun si celebrano in una manifestazione in Val Monastero (in romancio Val Müstair) sabato e domenica 24 e 25 agosto. Un’occasione che la Lia Rumantscha vuole sfruttare per lanciare “nuovi progetti per una diffusione più sistematica e più efficace del rumantsch grischun nei vari ambiti della vita quotidiana, compresa la scuola.”

Un intento che probabilmente susciterà discussioni fra gli stessi romanci. Ma fin che in una lingua si può discutere e magari litigare, c’è speranza che quella lingua sopravviva.

Andrea Tognina, swissinfo

1982: nasce il rumantsch grischun
2000: 34’000 persone, lo 0,46% della popolazione residente in Svizzera, indicano il romancio come prima lingua

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