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Venezuela, la crisi si fa drammatica

Nel paese manca di tutto, con lunghe code e anche assalti ai supermercati; Maduro non cede sul referendum

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In Venezuela, la situazione è sempre più critica. Mentre nel paese continua a mancare di tutto, con lunghe code e anche assalti ai supermercati, governo e opposizione cercano alleati fra i paesi vicini.

L’apertura di un dialogo costruttivo fra le parti resta difficile, soprattutto per quanto riguarda la convocazione del referendum che dovrebbe decidere la permanenza del presidente Nicolás Maduro.

Dalle scuole, dove ormai manca di tutto, e agli alunni a malapena si riesce a dare un pasto al giorno, ai supermercati, come questo [cfr. video] preso d’assalto da una folla in cerca di cibo.

La crisi economica in Venezuela è grave quanto lo stallo politico tra governo e l’opposizione, che preme per la convocazione di un referendum revocatorio del mandato del presidente Nicolás Maduro. Sono giorni di trattative diplomatiche; al vertice della OEA di Santo Domingo storico incontro di fra John Kerry e la ministra degli esteri venezuelana. Washington preme per una soluzione democratica.

“Come per chi vive nel resto dei paesi delle Americhe”, ha dichiarato il segretario di Stato USA John Kerry, “anche i venezuelani hanno il diritto di usare gli strumenti costituzionali per esprimere la loro volontà in forma pacifica e democratica”.

Maduro apre timidamente al dialogo ma non vuole cedere sul referendum. Il leader dell’opposizione Henrique Capriles cerca alleati nel nuovo scacchiere regionale, Argentina e Brasile che hanno ora presidenti conservatori che lo appoggiano. Caracas, in questo senso, è sempre più isolata.

“Non c’è nessuna ragione”, dice Capriles, “né dal punto di vista tecnico né tantomeno legale per impedire che il referendum si svolga quest’anno”.

Una battaglia che si gioca sui tempi in un paese ormai al collasso. Un rebus politico intricato e per ora senza uscita, dove a farne la spesa è soprattutto la popolazione.

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