La televisione svizzera per l’Italia

Lotta (vinta) per i negozi aperti 30 minuti in più

Via Nassa a Lugano con il mercatino di Natale.
Via Nassa a Lugano: da gennaio 2020 i negozi restare aperti un po' più a lungo. © Keystone / Ti-press / Pablo Gianinazzi

Una vera e propria guerra tra commercianti, amministrazione federale e sindacati per poter tenere i negozi aperti una mezz'ora in più alla sera... In un'era dove la maggior parte dei paesi non regolamenta più questi aspetti, questa lotta tutta elvetica sembra davvero una vicenda di altri tempi.

La Segreteria di Stato dell’economia ha dato il via libera al Contatto collettivo di lavoro della vendita (CCL) che permetterà di applicare i nuovi orari d’apertura. Un CCL obbligatorio in Ticino.

In generale, i negozi potranno restare aperti fino alle 19 in settimana e fino alle 18.30 il sabato. La domenica resta ancora un tabù. Poi si sono tante eccezioni come gli orari di apertura dei negozi nelle stazioni ferroviarie o i dei comuni turistici o ancora dei comuni confinanti con l’Italia.

A giorni è attesa la pubblicazione sul Foglio ufficiale. Forse già venerdì. Dalla pubblicazione ci saranno 30 giorni di tempo per fare ricorso al Tribunale federale, ma senza effetto sospensivo.

Gli occhi saranno puntati su UNIA. Il sindacato si era infatti già opposto al nuovo contratto collettivo della vendita. Troppi i punti che non convincevano: il salario, ad esempio. Ma anche il numero di negozi che lo avevano sottoscritto. Così aveva chiesto l’accesso alla documentazione. Accesso che gli era stato negato.

Ora, non appena ci sarà la pubblicazione, UNIA tornerà all’attacco, chiedendo nuovamente i dati, sulla base dei quali deciderà se ricorrere o meno.

Per non avesse mai seguito questa vicenda, ecco il servizio del Quotidiano della RSI:

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