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Vasta inchiesta internazionale, 42 arresti in Svizzera

Un’inchiesta partita dagli Stati Uniti ha portato all’arresto di 900 persone nel mondo. In Svizzera i casi venuti alla luce sono più di quaranta. Identificate inoltre 300 vittime. 

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Le indagini sono state avviate in seguito alla chiusura nel 2015 del sito pedopornografico Playpen, che con i suoi 150’000 utenti era uno dei portali più importanti. Il sito utilizzava il darknet per mantenere l’anonimato dei suoi utilizzatori.

L’amministratore principale di Playpen, Steven Chase, è stato condannato una settimana fa a 30 anni di prigione.

Negli Stati Uniti sono finiti in manette 368 persone, nel resto del mondo 548, ha precisato domenica l’FBI.

In Svizzera le persone coinvolte sono una cinquantina. “In totale l’FBI ci ha segnalato 46 casi sospetti”, ha dichiarato all’agenzia telegrafica svizzera la portavoce dell’Ufficio federale di polizia (fedpol) Cathy Maret confermando quanto pubblicato dalla Sonntagszeitung. 

Quarantadue sono le persone arrestate o contro le quali è stato avviato un procedimento penale. Nella Confederazione, oltre a fedpol, sono state coinvolte 14 polizie cantonali e comunali.

Le inchieste concernono perlopiù consumatori di materiale pedopornografico. Stando a Maret è però stato possibile scoprire anche alcuni gravi crimini sessuali. Grazie alle indagini si è ad esempio identificato l’autore di un caso di stupro risalente a dieci anni fa.

Più in generale, le segnalazioni concernenti la lotta contro la proliferazione di contenuti pedofili su internet sono in forte crescita in Svizzera. Solo dagli Stati Uniti fedpol lo scorso anno ha ricevuto circa 3000 segnalazioni, ha affermato Maret, confermando quanto scritto da Ostschweiz am Sonntag e Zentralschweiz am Sonntag.

Dopo aver analizzato i dati ricevuti dagli USA, fedpol li trasmette alle autorità giudiziarie cantonali. Ad informare l’FBI della presenza di materiale sospetto presente sulla rete sono i fornitori d’accesso ad internet.

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