Prospettive svizzere in 10 lingue

Una viticoltrice dalla forza tranquilla

Il vigneto di Gorla della viticoltrice Anna Barbara Kopp von der Crone swissinfo.ch

Non sono tante, sebbene comunque in crescita, le donne signore dei vigneti. Anna Barbara Kopp von der Crone è certamente una di queste.

Agronoma, di origine zurighese, coltiva la passione per la vigna e la viticoltura da sempre, fin da quando studiava al Politecnico federale. Il Ticino è diventato la sua terra di adozione.

Testoline bionde come girasoli adagiati nel verde o sospesi tra i filari: sono i figli degli amici di Anna Barbara Kopp von der Crone, giunti dalla Svizzera interna per la vendemmia. Nel vigneto di Gorla, frazione di Castel San Pietro (Mendrisiotto), c’è una via vai di gente e di sorrisi.

Incontriamo per la prima volta la viticoltrice proprio qui, nel primo vigneto di quella che diventerà poi l’azienda familiare. Canotta nera, jeans, capelli raccolti, è indaffaratissima.

Il cielo si è oscurato, minaccia un temporale, occorre fare in fretta. Il tempo, allora, di una veloce presentazione per fissare un altro appuntamento. E via di nuovo a riempire cassette d’uva. Sempre in allegria, sempre con grande pacatezza.

Tenere radici irrobustite in fretta

Nel Mendrisiotto Anna Barbara giunge insieme al marito Ueli Kopp, originario del canton Berna e con un sogno da realizzare: lavorare la terra, fare il contadino. Nel 1994., a Gorla, avviano l’azienda familiare e cominciano a vinificare in proprio a partire dal 1995.

Nella terra collinare del sul del Ticino, la coppia cresce i quattro figli e si ritaglia una nicchia di produzione, entrando così nella cerchia dei piccoli produttori. Hanno contatti regolari con gli altri svizzero tedeschi e romandi arrivati al sud delle Alpi prima di loro e motivati dallo stesso amore per il merlot.

“Siamo stati bene accolti – racconta a swissinfo Anna Barbara Kopp von der Crone – e abbiamo potuto fare tesoro dei loro consigli, dei loro suggerimenti e delle loro riflessioni. In Ticino ci siamo subito trovati bene”. E dopo la tragica scomparsa del marito, nel 2002, Anna Barbara continua il suo percorso al fianco del suo compagno, Paolo Visini, anche lui viticoltore.

Andare oltre le differenze

Si, perché la vita continua, nonostante le ferite che solcano i ricordi. Quei ricordi che hanno però in loro il potere di generare una forza che si rinnova ogni giorno. Non c’ è nostalgia nelle parole di Anna Barbara, ma serenità. Tanta serenità e sicurezza.

Nella nuova casa di Barbengo, ai piedi di un ampio vigneto, il sole del primo mattino filtra dalle ampie vetrate. Sobria, diretta, sicura, la viticoltrice è sempre stata confrontata con un universo di uomini, come quello che caratterizza ancora, tutto sommato, la viticoltura.

“Sono cresciuta con due fratelli, ho scelto una materia di studio – agronomia – dove eravamo in pochissime donne. Mi sono poi indirizzata verso la ricerca, dove le donne erano ancora meno presenti. Ma non mi sono mai sentita diversa. Il contatto con il mondo maschile l’ho sempre vissuto con totale naturalezza”.

E con altrettanta naturalezza tende a smorzare la questione delle differenze di genere. Insistiamo un po’: ma si dice che le donne abbiano dei sensi – come l’olfatto e il gusto – più sviluppati, perfetti per il vino. La signora del vino ci guarda, ci ascolta e infine sorride. “E’ vero, si dice. Ma le assicuro che ci sono degli uomini che hanno questi sensi altrettanto sviluppati e ben allenati”.

Scoprire, sperimentare: un’avventura

L’invito è, insomma, quello di non cadere nel tranello di combattere un cliché con un altro. Quello che conta è una sola cosa: l’amore per la terra, per la vigna, per il vino. Per la sua produzione la viticoltrice può contare sui vigneti di Gorla, Sementina e Barbengo. Ai quali vanno aggiunti anche quelli di Paolo Visini.

“Il vantaggio di essere un piccolo produttore – spiega la signora del vino – è quello di poter concentrarsi sulla qualità, sulle sperimentazioni nella ricerca degli assemblaggi migliori, pur sapendo che da un anno all’altro, l’anima stessa di ogni vino può cambiare, variare: un’annata non è mai uguale a un’altra”. Come i cicli della vita, come le stagioni della terra.

“Scoprire un nuovo assemblaggio non è semplice, ci vuole molta pazienza e bisogna fare diverse prove, alla cieca. Il mio obiettivo è comunque quello di puntare su pochi vini e curarne attentamente la produzione. E’ chiaro che si cerca sempre di cercare una grande linea e di mantenerne la qualità. Ed è questo che i clienti si aspettano da noi”.

2006, un’annata promettente

Nella nuova cantina, proprio a ridosso della nuova abitazione – “Così sono molto più vicina ai miei figli, per me la famiglia è molto importante” – è tutto pronto per scrivere una nuova pagina nella storia allargata dell’azienda, unita sotto un’unica etichetta: “Cantina Kopp von der Crone Visini”.

L’annata 2006, intanto, si profila promettente. E dal mese di dicembre la produzione del 2005 sarà pronta per essere venduta. Attorno alla casa e alla cantina, continua il via vai di gente. C’è ancora molto da sistemare. Ma quel che conta è che la mamma viticoltrice è sempre reperibile per i suoi quattro figli. “Ueli è stato un papà bravissimo: i nostri figli sono sempre stati al centro della nostra vita”.

swissinfo, Françoise Gehring, Barbengo

L’indiscusso protagonista della viticoltura ticinese è certamente il Merlot, di cui quest’anno ricorre il centenario. Introdotto all’inizio del secolo scorso, oggi è coltivato sull’82% della superficie viticola e il suo vino viene quasi esclusivamente commercializzato in purezza. Un dato che costituisce un primato forse a livello mondiale.

A parte alcune zone di pianura, in Ticino la vite è sempre stata coltivata su terrazzi, la funzione dei quali è quella di proteggere il suolo dall’erosione causata dalle importanti precipitazioni (media annuale circa 1’800 mm), tipiche della regione prealpina.

Nel 1948 il Cantone ha creato un marchio di qualità Viti (Viti Ticino), riservato ai vini ottenuti con uve Merlot. Questo riconoscimento venne istituito dal Consiglio di Stato del Cantone Ticino in un’epoca nella quale il Merlot era poco conosciuto.

Il Ticino è il quarto Cantone vitato della Svizzera e per quanto riguarda la sua importanza, viene subito dopo il Vallese, il cantone Vaud ed il cantone di Ginevra.
La superficie totale del vigneto è di circa 1’040 ettari, divisa in due grandi regioni: il Sopraceneri al nord con i suoi 500 ettari ed il Sottoceneri al sud con i suoi 540 ettari.
La Mesolcina, situata nel cantone dei Grigioni, con i suoi 30 ettari fa parte del vigneto ticinese per la sua posizione geografica.

Diversi i vitigni di Anna Barbara Kopp von der Crone: Merlot, Arinarnoa, Chardonnay, Cabernet franc e sauvignon, Petit verdot, Arneis, Viognier. Tra i vini prodotti il “Balino” (rosso di Merlot in purezza) – considerato uno dei migliori Merlot prodotti in Ticino -, il “Meridio” (bianco assemblato di Merlot).

Nella coltivazione l’azienda si attiene alle direttive della produzione integrata, con un passo in più: da sempre ha rinunciato all’impiego di insetticidi.

I vini portano la menzione “vino da tavola della Svizzera italiana”. Insieme ad altri vinificatori del cantone, rinuncia alla denominazione di origine controllata DOC perché le direttive non sono abbastanza severe.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR