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Una partenza gradita e un’altra auspicata

Le dimissioni di Leuenberger hanno già fatto partire la macchina delle speculazioni sulla stampa svizzera. Keystone

La stampa svizzera stila un bilancio mitigato dei 15 anni di operato di Moritz Leuenberger e saluta una partenza destinata a portare nuova linfa in un governo in crisi. E dopo il ministro dei trasporti, c'è chi chiede altre dimissioni entro la fine dell'anno.

«15 anni sono troppi», titola la Neue Zuercher Zeitung, «Leuenberger se ne va. Finalmente», le fa eco la Basler Zeitung, mentre Le Matin e il Blick parlano di «un grande colpo» per il ministro dei trasporti e delle telecomunicazioni che è riuscito a lasciare tutti di stucco, malgrado le sue dimissioni fossero attese da tempo.

«Colui che definivamo ormai stanco e indebolito nella sua funzione, mette fine a un mandato troppo lungo con un’ultima piroetta politica», commenta Le Temps. «Brillante oratore, l’esteta zurighese ha finito suo malgrado per diventare il simbolo di un Consiglio federale senza coesione e della conservazione del potere come obiettivo principale», scrive dal canto suo 24heures. «Il partito ha perso in idee ciò che ha guadagnato in continuità».

Unanime, la stampa svizzera rimprovera a Leuenberger di essere rimasto troppo a lungo in seno al Consiglio federale e di essere giunto stanco e forse un po’ rassegnato alla fine del suo mandato. «Finalmente, dopo 15 anni Moritz Leuenberger fa un passo indietro», scrive la Basler Zeitung, permettendo così al governo di trovare «nuova linfa», come sottolinea Le Matin.

Un bilancio mitigato

Dopo quindici anni a capo del dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni, Moritz Leuenberger ha preferito non stilare un bilancio del suo operato. Ci ha provato però la stampa che, di fronte a un mandato fin troppo variegato, appare divisa tra le critiche alla sua proverbiale apatia e le lodi alle sue qualità di negoziatore e stratega.

«Come dimostrano i primi commenti a caldo lasciati sui blog politici e nei mass media», scrive il Corriere del Ticino, Leuenberger è uno di quei politici che «o si ama o si odia, a dimostrazione che la sua impronta nella storia del nostro paese l’ha lasciata e la lascerà ancora a lungo. Nel bene o nel male, a dipendenza di come si giudichi il suo operato».

Decisamente più profilato il commento della Tribune de Genève. «Quindici anni dopo la sua elezione, aspettiamo sempre che Moritz Leuenberger prenda una decisione. La prima – così tardiva – è stata quella delle sue dimissioni. (…) Avremmo anche aspettato quindici anni per dirlo…. ma alla fine è giunto il momento: grazie Moritz!»

Sulla stessa linea anche l’altro quotidiano ginevrino. «Leuenberger non ha tenuto fede alle speranze che la popolazione aveva riposto in lui», ricorda Le Temps, e « anche se questo capitano si è talvolta risvegliato, sorpreso che lo si accusasse di apatia, è raramente riuscito a tacciare di bugiardo chi lo accusava di non perseguire nuove idee».

Intelligente e brillante oratore

Al di là delle critiche al suo operato, la figura di Leuenberger raccoglie anche molti elogi sulla stampa svizzera. «L’uomo che non voleva essere un consigliere federale normale, si è dimostrato un ministro talentuoso. Con uno spiccato senso dell’alleanza e fedele alla realpolitik, Leuenberger ha raggiunto risultati sorprendenti», scrive il Tages Anzeiger.

«Intelligente e brillante oratore» ha saputo raggiungere i suoi obiettivi attraverso una «strategia del compromesso», sottolinea la Basler Zeitung, mentre la NZZ tesse le lodi di quello che definisce un «ottimo uomo di Stato».

Dal canto suo, Le Temps relativizza le difficoltà incontrate in questi 15 anni da Leuenberger, ricordando l’ostruzionismo parlamentare al quale il ministro ha dovuto confrontarsi. «Spesso irritava l’economia e deludeva il suo partito con i suoi silenzi e le sue contraddizioni ormai sospette. In realtà, si era trasformato in un ministro dei trasporti e in un amministratore delle altre sezioni di un dipartimento diventato ormai troppo grande per un solo uomo».

La stampa chiede la testa di Merz

Dopo le speculazioni che avevano seguito le dimissioni del ministro radicale Pascal Couchepin lo scorso anno, la Svizzera si appresta a vivere un’altra estate calda. I nomi dei pretendenti alla poltrona di Leuenberger non mancano di certo e per dicembre si prospetta una competizione tutta al femminile, con in testa la senatrice bernese Simonetta Sommaruga, almeno secondo il commentatore del Tages Anzeiger.

Incassate le dimissioni di Moritz Leuenberger, ora gli sguardi sono rivolti al ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz, da mesi bersaglio delle critiche per il modo in cui ha gestito il caso UBS e la crisi con la Libia. «Se il PLR riuscirà a persuadere Merz a seguire le orme di Leuenberger entro fine anno, scrive la Tribune de Genève, c’è la speranza che la Svizzera ritrovi una squadra competente, senza bisogno di modificare le istituzioni».

Stando alla NZZ, «l’annuncio delle dimissioni di Leuenberger apre la porta a un rinnovamento del Consiglio federale atteso da tempo. Le crisi degli ultimi mesi hanno dimostrato una cosa: il governo svizzero ha bisogno urgente di un po’ di aria fresca».

La via da seguire sembra ormai tracciata. « Il PLR può iniziare a pensare alla successione di Merz, che dovrà annunciare il suo ritiro dopo la pausa estiva, in modo da permettere ai due partiti di conservare i loro seggi», sottolinea il Tages Anzeiger. Anche perché – come ricorda il Corriere del Ticino – stando «agli attuali sondaggi, il secondo seggio PLR dopo il 2011 è tutto fuorché garantito. Arrivare a rimpiazzarlo prima quindi potrebbe essere, più che conveniente, necessario».

Stefania Summermatter, swissinfo.ch

Moritz Leuenberger è orginario di Rohrbach (Berna). È nato a Bienne nel 1946. Suo padre era un pastore protestante.

Ha cominciato ad interessarsi di politica sull’onda del ’68, mentre studiava diritto all’università di Zurigo.

1974-1983: consigliere comunale di Zurigo.

1979-1995: consigliere nazionale.

1991-1995: membro del governo cantonale di Zurigo, responsabile del Dipartimento degli interni e della giustizia

1995-2010: consigliere federale, capo del dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni.

Moritz Leuenberger ha rivestito anche la carica di presidente della Confederazione nel 2001 e nel 2006.

Il successore di Leuenberger sarà eletto l’8 dicembre all’Assemblea federale.

Dal 1848, il governo della Confederazione elvetica è denominato Consiglio federale.

Composto da sette membri, è eletto o riconfermato dalle due camere del parlamento, riunite in Assemblea federale.

Il parlamento non può destituire i membri del governo, così come il Consiglio federale non può sciogliere le camere.

Ogni consigliere federale è a capo di un dipartimento. Diversamente da quanto succede per i ministeri di altri paesi, i dipartimenti federali si occupano contemporaneamente di più settori.

Ogni anno, uno dei sette membri del governo è nominato presidente della Confederazione, una carica rappresentativa e che non comporta competenze o poteri particolari.

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