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Una legge più liberale per l’aborto

D'accordo con la consultazione del medico prevista dalla soluzione dei termini Keystone

L'aborto sarà depenalizzato se compiuto durante le prime 12 settimane di gravidanza. Passa dunque la "soluzione dei termini", mentre è bocciata nettamente l'iniziativa popolare per un divieto quasi totale dell'aborto.

Le stime indicano un confortevole 70% di consensi per la soluzione dei termini e una bocciatura senza discussioni dell’iniziativa popolare “per madre e bambino”, con circa l’80% di no.

Secondo le prime tendenze, la depenalizzazione dell’aborto verrebbe accettata anche dalla maggioranza dei cantoni cattolici, con l’eccezione di Appenzello interno e del Vallese. L’iniziativa antiabortista è invece stata spazzata via in tutti i cantoni: le proporzione di voti favorevoli non dovrebbe superare in nessuna regione la soglia del 30%, ha detto il politologo Claude Longchamps ai microfoni della tv svizzero tedesca.

I cittadini dovevano pronunciarsi sulla depenalizzazione dell’aborto nelle prime 12 settimane di gravidanza. Contro questa proposta di governo e parlamento è stato lanciato un referendum dal partito popolare democratico e da cerchie di cattolici integristi.

Il secondo tema in votazione era un’iniziativa popolare lanciata pure da ambienti integristi, che volevano praticamente proibire ogni aborto, anche quando la donna è rimasta incinta in seguito a uno stupro o quando le prospettive per il nascituro sono incerte.

Per quanto riguarda la soluzione dei termini, il faticoso compromesso raggiunto dal parlamento stabilisce che l’aborto non è punito se eseguito durante le prime 12 settimane. È però necessaria una richiesta scritta della donna che fa valere uno stato di angustia. Il medico curante deve avere un colloquio approfondito con la donna e consigliarla.

Non è invece stata accolta la proposta del Partito popolare democratico di obbligare la donna a recarsi in un apposito consultorio. Il faticoso compromesso è dunque subito attaccato da due referendum, lanciati dallo stesso PPD e da gruppi ultraconservatori.

Una libertà fondamentale della donna

Per i fautori della soluzione dei termini, quella di avere o no un bambino è una delle decisioni con le conseguenze più pesanti nell’insieme della vita di una donna. Il divieto dell’aborto significa una costrizione alla maternità. Viola tutta una serie di diritti della donna e lede l’essenza stessa delle sue libertà fondamentali. Le leggi restrittive spingono le donne nell’illegalità, mettendo a repentaglio la loro salute e la loro vita.

Dal canto suo, l’iniziativa “per madre e bambino” permette l’aborto solo se la donna è in pericolo di morte e per cause unicamente fisiche. Questa e altre disposizioni radicali hanno suscitato una levata di scudi generale. Il parlamento ha raramente spazzato via un’iniziativa popolare in modo così netto: 156 voti negativi contro 8 alla camera bassa; unanimità contro alla camera alta.

Per il Consiglio federale, l’iniziativa si basa su una interpretazione troppo stretta della nozione di salute e costituiva un grave passo indietro rispetto alla legislazione vigente.

Mariano Masserini

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