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Una legge contro la violenza sui minori

Gli esperti chiedono di vietare esplicitamente la violenza contro i minori Keystone

La Svizzera dovrebbe dotarsi di una legge che vieti le punizioni corporali dei bambini. Genitori e minori vanno inoltre maggiormente sensibilizzati al problema.

Lo richiede la Centrale per le questioni familiari nell’ambito di un ampio ventaglio di misure preventive contro i maltrattamenti dei minori.

I maltrattamenti e la violenza sessuale contro i minori sono problemi che riguardano tutta la società, dallo Stato all’individuo.

Convinta di ciò, la Centrale per le questioni familiari, un organo dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), ha pubblicato martedì uno studio di 150 pagine dedicato alla problematica.

Il documento propone un piano d’azione a livello nazionale, cantonale e comunale.

Divieto esplicito

La Confederazione è chiamata in particolare ad istituire un centro svizzero per la prevenzione dei maltrattamenti sui bambini, incaricato di svolgere un lavoro di formazione, ricerca e di relazioni pubbliche.

Berna dovrebbe pure adattare varie basi legali. La Centrale chiede per esempio alla Confederazione di legiferare in vista di vietare esplicitamente le punizioni corporali e i comportamenti degradanti e umilianti nei confronti dei bambini.

Tra le altre rivendicazioni figurano l’istituzione di un posto di mediatore o di delegato federale alla protezione dei bambini.

Si tratta anche di organizzare campagne nazionali di sensibilizzazione e informazione sul maltrattamento, sulla violenza nell’educazione, sugli abusi sessuali e sulla protezione dei bambini.

Formazione

Dal canto loro, i cantoni dovrebbero introdurre ufficialmente il tema dei maltrattamenti e degli abusi sessuali in tutte le formazioni di base o continue, sotto forma teorica e clinica.

Avrebbero pure il compito di incoraggiare l’educazione precoce dei genitori e di professionalizzare le autorità di tutela e giudiziarie.

I comuni possono applicare le misure di prevenzione attraverso l’infrastruttura scolastica, medica, psicosociale e associativa di cui dispongono.

La violenza provoca “costi enormi”

“Nessuna misura di prevenzione è gratuita”, ammette la Centrale per le questioni familiari.

Tuttavia, la prevenzione della violenza permette anche di realizzare risparmi, sottolineano gli autori del rapporto, benché non ci siano cifre al riguardo.

Il maltrattamento dei bambini provoca infatti costi “enormi” in fatto di cure mediche e ospedaliere, medicinali, polizia, tribunali, esecuzione delle pene, aiuto sociale, consulenza, rifugi per bambini e terapie.

“Il problema è talmente complesso che non ci si può accontentare di mezze misure”, affermano gli esperti.

Occorrono interventi a tutti i livelli. Non da ultimo si deve far passare il messaggio in varie lingue, dato che, in Svizzera, sono numerose le persone che non parlano nessuna delle quattro lingue nazionali.

swissinfo e agenzie

Nell’insieme dei paesi più industrializzati dell’OCSE, annualmente 3’500 bambini perdono la vita per percosse.

L’Unicef, agenzia delle nazioni unite che si occupa dell’infanzia, deplora il fatto che la violenza ai bambini non sia completamente proibita in Svizzera.

Nel 1997 la Svizzera ha ratificato la Convenzione internazionale sui diritti dei bambini, ma per l’Unicef le necessarie misure d’accompagnamento non sono sufficienti.

Piuttosto che perseguire penalmente i genitori, si ritiene più efficace avere a disposizione un ventaglio di strumenti legali che possano far intervenire le autorità sociali dove la violenza avviene.

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