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Una Galleria come ponte tra diverse realtà

L'Accademia di architettura inaugura una Galleria per dialogare e interagire con la popolazione Keystone

L'Accademia di architettura della Svizzera italiana inaugura uno spazio espositivo dentro la facoltà, per meglio guardare fuori e aprire le porte alla gente.

Una Galleria, dunque, come punto di incontro, occasione di confronto e di dialogo tra la vita accademica e tutto quanto vive “extra mura”.

Discreta, quasi mimetica con l’edificio della Facoltà, la Galleria dell’Accademia è stata voluta dal direttore Josep Acebillo per creare un legame tra gli studenti e la popolazione di Mendrisio, sede dell’ateneo. Una sfida indubbiamente interessante in una realtà tutto sommato piccola.

Piccola e all’interno della quale l’Accademia e il Borgo sembrano muoversi, nel vivere quotidiano, lungo due strade parallele. Mancano i contatti, quelli fatti di piccoli gesti. “Avere una vita sociale a Mendrisio – riconosce Acebillo – non è evidente”.

Come non capirlo, lui che viene da una realtà caratterizzata da uno straordinario dinamismo. “Un’università – spiega il direttore catalano, che ha rivoluzionato l’urbanistica di Barcellona – non è solo un luogo di studio e di ricerca, è anche uno spazio sociale e di idee”.

Perché allora non creare un punto di incontro in grado di mostrare da un lato il lavoro degli studenti e, d’altro lato, che cosa si muove nel mondo dell’arte e dell’architettura?

Non solo architettura

La creazione di questo spazio espositivo, appoggiato dal Consiglio universitario e realizzato in tempi brevissimi, è la risposta concreta alle profonde esigenze di scambio.

Una risposta soprattutto propositiva nella speranza che Mendrisio senta questa Accademia un po’ più sua. La Galleria vuole però essere anche una finestra spalancata sui linguaggi dell’arte.

Josep Acebillo è infatti convinto che l’arte vada letta anche secondo i paradigmi della trasversalità, dal momento che oggi i confini del concetto di “opera d’arte” sono permeabili e più ricettivi a nuove forme espressive. E poi l’arte è anche comunicazione, relazione.

Il calendario delle esposizioni – affiancato da un nutrito programma di conferenze pubbliche – vuole dunque essere lo specchio di questa apertura alla lettura trasversale tra architettura e arte dello spazio: dall’arte minimalista della prestigiosa collezione di Giuseppe Panza di Biumo, ai segni di sviluppo della metropolis contemporanea attraverso gli esempi di Barcellona e Tel Aviv.

Ogni anno sarà organizzata almeno una mostra monografica d’arte, una di carattere urbanistico, un’altra dedicata ad un architetto che insegna all’Accademia e un’altra ancora dedicata ai lavori di diploma degli studenti.

Dimensione internazionale

In una scuola di architettura che intende posizionarsi in modo concorrenziale nel panorama architettonico internazionale, la creazione di uno spazio espositivo era insomma una scelta dovuta.

E un passo in più verso il futuro, nel decimo anno di esistenza dell’Accademia.

L’interesse nei confronti dell’ateneo è del resto confermato dall’aumento delle iscrizioni. Attualmente – le cifre devono tuttavia ancora “assestarsi” – gli iscritti all’anno accademico 2005-2006 sono 142 (118 nel 2004).

La parte del leone nella provenienza degli studenti spetta all’Italia, ma giungono numerosi anche dall’Europa dell’est. L’orizzonte dell’Accademia si estende però ben più lontano, con i suoi studenti dall’America Latina (Argentina, Messico, Cile), dal Medio Oriente (Iran e Israele) e dall’Asia (Cina, Giappone e Corea). Una quindicina i ticinesi.

Tre americani… a Mendrisio

E si respira aria da Oltre oceano per “la prima” della Galleria dell’Accademia, che propone una scelta di opere di assoluto prestigio internazionale.

Lo spazio espositivo ospita infatti, come mostra inaugurale, alcune opere della Collezione Panza. Giuseppe Panza di Biumo – a cui l’Università della Svizzera italiana ha conferito quest’anno il dottorato honoris causa in architettura – è uno dei collezionisti più importanti al mondo.

In cinquant’anni di ricerca e di passione per l’arte, ha acquistato più di 2 mila 500 opere, concentrando il suo interesse sull’arte americana e minimalista.

Molti dei suoi “tesori” sono esposti nei più importanti musei, tra cui il “MOCA” di Los Angeles e la Fondazione Guggenheim di New York.

E a Mendrisio la Galleria dell’Accademia ospita, fino al 20 novembre, i lavori di tre artisti: Anne Appleby, Stuart Arends, Anne Truitt. Opere scelte dallo stesso Panza di Biumo, che ha curato personalmente l’allestimento.

“Quando si allestisce una mostra – spiega a swissinfo Giuseppe Panza di Biumo – bisogna prima di tutto capire lo spazio, la personalità dell’edificio. Ci deve sempre essere un rapporto ideale tra l’edificio, la sua epoca, il suo tempo, la sua forma e le opere d’arte che vi si inseriscono”.

“L’architettura è pertanto molto importante – aggiunge il celebre collezionista – perché è un elemento fondamentale nella visione dell’arte”.

swissinfo, Françoise Gehring, Mendrisio

L’esposizione dedicata alla Collezione Panza è aperta fino al 20 novembre
Orari delle visite: da mercoledì a domenica, dalle ore 10 alle ore 18
“Barcelona in Progréss”, il tema della prossima esposizione (01.12.2005-19.01.2006) con interventi di Massimo Cacciari (sindaco di Venezia) e Joan Clos (sindaco di Barcellona)

La Galleria, il cui progetto è stato affidato agli architetti Amr Soliman e Patrik Zurkirchen di Zurigo, occupa un’area di 350 metri quadri.

Distribuita su 35 metri per 10 metri, presenta sul lato dell’ingresso un lungo ballatoio, da cui due scalette laterali danno accesso allo spazio espositivo principale.

Un volume di oltre 3 mila metri cubi che attinge luce da un lucernario.

La galleria è stata costruita in meno di un anno ed è costata circa 2 milioni di franchi.

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