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Un vescovo favorevole ai minareti

Uno dei due minareti esistenti in Svizzera si trova a Zurigo Keystone Archive

Il vescovo di Basilea Kurt Koch, intervistato domenica dalla "NZZ am Sonntag", non vede alcun problema alla costruzione di minareti in Svizzera.

“Ciò va accordato ai musulmani”, dichiara l’alto prelato, secondo il quale dietro questo dibattito si nasconde un conflitto più importante.

“Per un musulmano, un minareto è un segno di identità. Se si dicesse a una chiesa cristiana che la sua chiesa dovrebbe essere privata di torre, ci si domanderebbe dov’è il problema”, dichiara il vescovo di Basilea Kurt Koch in un’intervista pubblicata domenica dalla “SonntagsZeitung”.

Il vicepresidente della Conferenza dei vescovi svizzeri si dice favorevole alla costruzione di minareti.

Secondo Koch, l’argomento secondo il quale un minareto in Svizzera costituirebbe il simbolo dell’asservimento del territorio circostante non ha ragione di essere. “È forse così per dei gruppi fondamentalisti, ma non per i musulmani che conosco”, afferma.

Paura dell’altro

La libertà di religione – sottolinea il vescovo di Basilea – deve però valere anche per i cristiani. “Il vescovo di Arabia (che ha giurisdizione su tutti i cattolici che vivono nella penisola arabica, ndr) in alcuni paesi ad esempio non può celebrare l’eucaristia. Sono questioni che rimangono aperte ma che è necessario porsi”.

Secondo Koch, dietro alle opposizioni che si sono manifestate in Svizzera negli ultimi mesi si nasconde un conflitto più grande, segno soprattutto di una grande paura nei confronti di ciò che è straniero.

Più che concentrarsi sui minareti, Koch ritiene quindi necessario “parlare di queste paure”.

L’islam è ancora poco integrato nella società in Svizzera. Inoltre i musulmani esprimono in modo forte la loro religione mentre i cristiani sono piuttosto riservati. Il problema in realtà non è tanto la forza dell’islam quanto piuttosto la debolezza della cristianità, puntualizza.

Numerosi casi

Negli ultimi mesi, diversi progetti per la costruzione di minareti hanno suscitato numerose opposizioni in Svizzera. Ad esempio a Langenthal, nel canton Berna, a metà agosto la popolazione ha consegnato alle autorità comunali una petizione corredata da 3’500 firme per opporsi all’edificazione di un minareto nel luogo di culto della comunità musulmana.

Il dibattito è acceso anche in altre località. Nel canton San Gallo, la sezione giovanile dell’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice) ha preparato una mozione per vietare i minareti nel cantone in seguito a un progetto a Wil, mentre a Wangen, nel canton Soletta, il municipio ha interposto ricorso contro la decisione delle autorità cantonali di autorizzare la costruzione di un minareto sul tetto dell’edificio di un’associazione turca.

swissinfo e agenzie

In Svizzera vivono oggi circa 340’000 musulmani.
La maggior parte di loro proviene dai Balcani e dalla Turchia.
I cittadini di fede mussulmana rappresentavano il 2,2% della popolazione elvetica nel 1990.
Il 4,3% nel 2000.
L’aumento è dovuto in buona parte all’afflusso di rifugiati della guerra nell’ex Jugoslavia.

Attualmente in Svizzera, solamente le moschee di Ginevra (inaugurata nel 1978) e Zurigo (1963) sono munite di un minareto.

In Svizzera, i musulmani possono raccogliersi in oltre 120 luoghi di preghiera, generalmente nei centri culturali islamici.

Tradizionalmente, la funzione di un minareto – uno degli elementi architettonici di una moschea – è di fornire una posizione rialzata dalla quale il muezzin può invitare i fedeli mussulmani alla preghiera. Le moschee moderne sono normalmente dotate di un altoparlante.

In Svizzera, l’appello alla preghiera non si fa dai minareti.

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