Prospettive svizzere in 10 lingue

Un ruolo più dinamico per l’Insubria

La prima pagina del prospetto turistico dell'Insubria (foto: Regio Insubrica)

Non semplice comparsa, ma attrice e autrice sulla scena del futuro: la Regio Insubrica, regione transfrontaliera italo-svizzera, intende rafforzare il proprio ruolo e il proprio peso.

Da qualche anno, infatti, le iniziative per rilanciare la comunità di lavoro si moltiplicano con l’obiettivo di dare maggiore visibilità all’identità di una regione che va oltre l’entità politico-amministrativa.

La Comunità di lavoro Regio Insubrica è formata, lo ricordiamo, dal Cantone Ticino (Svizzera) e dalle Province di Como, di Varese e del Verbano-Cusio-Ossola (Italia). Il suo scopo principale è la promozione della cooperazione transfrontaliera in una regione tutto sommato molto ricca che beneficia dell’influenza di due grandi regioni italiane: Lombardia e Piemonte.

Schiacciata a nord dal Ticino e da parte della Svizzera e a sud dalla Lombardia – il cui peso economico primeggia in tutta Europa – c’è da chiedersi se il ruolo della Regio Insubrica abbia ancora un senso. Ne è convinto il segretario Roberto Forte, che in questi anni ha saputo far rinascere dalla carta un’idea che sembrava faticare a restare in volo dopo averlo spiccato nel 1995.

E l’Insubria è l’indiscussa protagonista di una serie di appuntamenti che animeranno una rassegna -“Insubria: una regione per il futuro (?)” – che intende avviare una profonda riflessione sulla regione transfrontaliera dei laghi prealpini. Cultura, storia, economia si muoveranno lungo la linea della frontiera per imbastire il filo del dialogo ed intrecciare un discorso di fondo sulle realtà italo-svizzere.

Turismo: prove concrete di collaborazione

Quale futuro, allora, per la Regio Insubrica? Abbiamo girato direttamente la domanda, che dà il titolo alla rassegna, a Roberto Forte. “Intanto vale la pena ricordare che una regione come questa – spiega a swissinfo Forte – può solo funzionare se c’è la volontà per andare in questa direzione”.

“Io sono convinto che in un mondo globalizzato, come il nostro, la capacità di creare reti e mettersi in rete tra realtà di medie dimensioni, sia fondamentale nella realizzazione di progetti e desideri. La rete rappresenta senza dubbio un approccio strategico allo sviluppo, sia esso economico, culturale o turistico”.

Sul piano del turismo, per esempio, i risultati di questo nuovo modo di pensare una regione transfrontaliera non si sono fatti attendere, dando alla luce un marchio turistico comune “Insubria, lakes and alps” che troneggia su un catalogo stampato per la prima volta poco più di un anno fa.

“A volte – si legge nella prima pagina del prospetto – le cose più belle sfuggono al nostro sguardo. Le cerchiamo lontano, in altri luoghi e altri climi. E invece sono a portata di mano e basta poco a scoprirle. L’Insubria, antico nome di una regione oggi divisa fra le province del Verbano-Cusio-Ossola, Novara, Varese, Come e Lecco e il Cantone svizzero del Ticino, è vicinissima a Milano e Torino, vicina all’Europa grazie ai grandi aeroporti e alle eccellenti vie di comunicazione”.

Una regione di formiche laboriose

L’Insubria si colloca quindi nel cuore di una regione estremamente dinamica dal profilo economico e del mercato del lavoro e non solo per l’aumento dei frontalieri che vengono a lavorare in Ticino (nel 2006 l’incremento è stato del 6%).

La libera circolazione delle persone, infatti, non ha mancato di creare qualche tensione legata al fenomeno dei padroncini, lavoratori indipendenti italiani che nel settore dell’artigianato rappresentano una chiara ed agguerrita concorrenza per le imprese ticinesi.

“Anche nel quadro del mercato del lavoro – assicura Roberto Forte – si assiste ad un interesse accresciuto da parte italiana per quanto riguarda la reciprocità nel quadro dei bilaterali. E’ infatti importante creare i presupposti affinché anche i lavoratori ticinesi possano accedere al mercato italiano, segnatamente nelle province di confine”.

Ma se in Ticino si è aperto il caso dei padroncini, dall’altra parte della frontiera fanno notare che oggi i nuovi frontalieri non sono più solo muratori, ma sempre più diplomati e laureati che trovano occupazione in territorio elvetico soprattutto nel settore terziario. Così le spese sopportate dalle famiglie italiane per formare questi giovani, si traducono in competenze che vanno a finire oltre frontiera.

Tra due colossi come Zurigo e Milano

Ma che ruolo può avere davvero l’Insubria nell’Europa delle regioni dove alcune di esse, come la Lombardia, hanno un peso faraonico? “Ci sono una serie di problemi, penso per esempio all’ambiente, che non possono essere risolte a livello di provincia per questioni di competenze. Ma anche il recente accordo firmato dalla Regione Lombardia e dal Ticino – osserva Roberto Forte – nella sua attuazione concreta passa dalla province”.

“Non si può parlare di concorrenza nei confronti della Regio Insubrica, perché le competenze gerarchiche e operative sono diverse. Una cosa è certa: nell’ipotesi della creazione di un un polo intermedio tra Zurigo e Milano, il Ticino e le province italiane di Varese, Como e Verbano-Cusio Ossola dovranno giocare un gioco di squadra”.

“Il tripolo urbano Lugano-Como-Varese che negli anni Ottanta era nell’agenda di molti politici e che poi è stato dimenticato, dovrà tornare di attualità: questa è l’unica soluzione – conclude Forte – per una fattiva e fruttuosa cooperazione in una regione da sempre nodo di scambio tra Nord e Sud e con grandi potenzilità di sviluppo”.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

Relazioni transfrontaliere alle lente al centro “I Grappoli” a Sessa, località ticinese situata nella regione del Malcantone. E tanti quesiti da sciogliere: quali sono le prospettive future della Regio Insubrica e come sfruttare al meglio le potenzialità economiche, turistiche, culturali e del territorio della regione italo-svizzera?

Nel calendario della rassegna insubrica (da venerdì 16 marzo a domenica 25 marzo) una decina di appuntamenti per aprire nuove prospettive sul futuro di questa regione transfrontaliera e per riscoprire un comune patrimonio culturale e storico al di qua e al di là della frontiera.

La Comunità di lavoro Regio Insubrica è stata costituita nel 1995 a Varese, dal Cantone Ticino (Svizzera) e dalle Province di Como, di Varese e del Verbano-Cusio-Ossola (Italia), allo scopo di promuovere la cooperazione tranfrontaliera nella regione italo-svizzera dei tre Laghi prealpini.

La Regione insubrica, si legge nel sito, “è una delle regioni più belle, laboriose e ricche d’Europa e sancisce una fusione tra italicità – matrice comune di tutto il suo territorio – ed elveticità, creando un connubio unico di valori, modi di sentire, pensare e operare simili o altrimenti fortemente complementari e con un potenziale altissimo ancora inespresso”.

La Regio Insubrica conta poco meno di duecento membri. Tra di essi, oltre alle tre province italiane e al Ticino, figurano: numerosi comuni della regione, associazioni economiche e culturali, istituti a livello universitario, regioni di montagna e singole persone fisiche e giuridiche.

Dal 1997 la Regio Insubrica è attivo anche un accordo di collaborazione con le province di Lecco e Novara.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR