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Un ritratto delle donne della famiglia Schwarzenbach

Renée Schwarzenbach circondata dai suoi figli e nipoti Alexis Schwarzenbach/Metropolis

La scrittrice e viaggiatrice Annemarie è la più conosciuta della famiglia Schwarzenbach. Anche sua madre Renée, figlia del generale Ulrich Wille, è comunque stata un personaggio eccentrico...

Lo storico Alexis Schwarzenbach, pronipote della scrittrice, traccia il ritratto dell’illustre famiglia zurighese in un libro essenzialmente dedicato alle figure femminili.

Da bambino, Alexis Schwarzenbach aveva udito delle storie terribili sul conto della bisnonna Renée. Storico di formazione, Alexis ha voluto saperne di più sulla sua famiglia, che all’inizio del XX secolo era tra i principali produttori di seta al mondo.

Non solo: agli Schwarzenbach sono associati i nomi di Annemarie, la scrittrice, e di James, il politico di estrema destra che negli anni ’60 si distinse per la sua ostilità verso gli stranieri.

Tre generazioni di donne – Annemarie, la madre Renée e la nonna Clara Wille, nata von Bismarck – sono riunite in «Mamma, devi leggere il mio libro» (edizioni Metropolis, in tedesco e francese) un racconto che si svolge tra il 1883 e il 1959 e che propone alcuni documenti di famiglia inediti (lettere, diari privati e innumerevoli fotografie).

Figlia di Ulrich Wille, generale a capo dell’esercito svizzero durante la Prima guerra mondiale, Renée è appassionata di cavalli e di musica, Wagner in particolare.

Sposa Alfred Schwarzenbach, l’erede delle fabbriche di seta, in quello che può essere considerato un matrimonio degli opposti. Gli Schwarzenbach, originari della campagna zurighese, rappresentano un esempio tipico del liberalismo svizzero del XIX secolo. I Wille sono al contrario legati al mondo militare ed aristocratico. I primi sono poi pro-britannici, i secondi fedeli alla Germania.

Due amori

Nonostante le diversità Renée e Alfred formano una coppia felice. E liberale. Per circa 40 anni Renée vive infatti apertamente la sua passione per Emmy Krüger, una cantante lirica tedesca descritta come una «diva vanitosa» egocentrica, la quale la lascerà improvvisamente per un’altra donna dopo la Seconda guerra mondiale.

Due dei cinque figli creano a Renée non pochi grattacapi. Robuli, il maggiore, non riuscirà mai a parlare. Con Annemarie – la secondogenita scrittrice, giornalista, fotografa, viaggiatrice, e morfinomane con tendenze suicide – i rapporti sono invece conflittuali, soprattutto a causa della sua amicizia con i figli del romanziere tedesco Thomas Mann, Erika e Klaus.

Nel suo libro Alexis evoca gli inizi della psichiatria, raccontando delle sedute di Robuli dal dottor Jung a Zurigo. Di fronte ad una diagnosi sconfortante, Renée decide di offrire al figlio un aiuto psicologico e non medico. Farà di tutto per garantirgli un trattamento personalizzato, tenendolo al di fuori degli istituti.

«Avevo sentito cose orribili su Renée. Mi sono quindi detto che doveva provare vergogna per suo figlio. Invece è stato il contrario, era molto aperta!», racconta a swissinfo Alexis Schwarzenbach.

Terapia d’urto

Annemarie, viceversa, non sfuggirà all’internamento clinico, dove subirà delle cure di disintossicazione. Negli Stati Uniti, così come nella clinica di Oscar Forel a Prangins nel canton Vaud, sarà sottoposta a terapie d’urto (elettroshock), introdotte e sviluppate negli anni ’30.

Dopo un grave incidente in bicicletta è vittima delle terapie dello psichiatra vodese. È perlomeno la conclusione alla quale giunge Alexis nel suo libro,in seguito all’analisi di numerosi documenti sulle circostanze della morte della scrittrice nel 1942, all’età di 34 anni.

Fino al termine, i rapporti tra madre e figlia saranno complicati. Gelosa del fratello più piccolo, Annemarie si veste da maschietto per poi viaggiare con la sua forma androgina in Europa e in Oriente, in particolare in Afghanistan in compagnia di Ella Maillart, giornalista e avventuriera svizzera.

Le molte fotografie scattate da Renée testimoniano del fascino che provava per la bellezza della figlia, senza però per questo capirla.

Conflitto ideologico

Tormentata, Annemarie soffre della propria omosessualità. «Madre e figlia avevano personalità diverse – rileva Alexis – ma bisogna dire che hanno vissuto in epoche differenti».

«Nonostante il discorso medico sull’omosessualità femminile si fosse evoluto, Renée continuava a vivere il suo amore per le donne con naturalezza. Annemarie, l’intellettuale, si chiedeva invece se fosse normale».

Il conflitto tra le due è inoltre ideologico. Alexis Schwarzenbach non tralascia i momenti più bui di Bocken, la proprietà di famiglia sulle rive del lago di Zurigo, il cui cancello era coperto da svastiche all’inizio della Seconda guerra mondiale.

All’opposto di Annemarie, fervente antifascista, la mamma e la nonna ammirano la Germania. Durante i suoi ripetuti soggiorni dall’amante a Monaco, Renée vive l’ascesa del nazismo come una risurrezione, dopo l’umiliazione del Trattato di Versailles.

E dopo la sconfitta, darà una mano a coloro che fuggiranno in Svizzera per scappare dagli Alleati…

swissinfo, Abigail Zoppetti
(traduzione: Luigi Jorio)

Il pronipote di Annemarie Schwarzenbach è nato nel 1971 a Zurigo.

Alexis ha studiato storia ad Oxford e ha terminato il dottorato a Firenze.

Nel 2005 ha pubblicato «Il genio disdegnato, Albert Einstein e la Svizzera», edito da Metropolis.

Al momento sta preparando una tesi all’Università di Zurigo sulla storia culturale della monarchia nel XX secolo.

Parallelamente, sta organizzando un’esposizione per il centenario della nascita di Annemarie, che sarà allestita da metà marzo a inizio giugno 2008 al Museo Strauhof di Zurigo, specializzato nella letteratura.

Alla fine degli anni ’60, il politico James Schwarzenbach avviò una campagna dai toni fortemente discriminatori contro gli immigrati italiani nella Svizzera tedesca.

Nel 1970, l’iniziativa Schwarzenbach (la prima anti-stranieri) chiedeva di fissare un tetto massimo per gli stranieri in Svizzera corrispondente al 10% della popolazione globale.

L’iniziativa è stata respinta in votazione popolare dal 54% dei cittadini.

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