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Un Rigoletto in salsa rossocrociata alla Scala

Un po di Svizzera nel tempio della lirica
Un po' di Svizzera nel tempio della lirica Keystone / Daniel Dal Zennaro

Dopo 28 anni torna in scena alla Scala di Milano il Rigoletto di Giuseppe Verdi. Un'edizione nella quale risulta evidente l'apporto di artisti elvetici, in particolare della mezzosoprano Marina Viotti e della scenografa Margherita Palli.

La cantante lirica è reduce dalla conquista di un importante alloro, il Premio Svizzero di Musica 2022. Nata a Losanna nel 1986, l’artista elvetica ha al suo attivo varie esperienze anche in altri ambiti musicali, dal jazz al rock passando dal cabaret.

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Ma nell’allestimento dell’opera verdiana, per la regia di Mario Martone e la direzione di Michele Gamba, spicca anche la scenografia firmata dalla ticinese Margherita Palli. L’artista mendrisiense, che ha studiato all’Accademia di belle arti di Milano, vanta numerose collaborazioni con artisti del calibro di Luca Ronconi, Riccardo Muti, Liliana Cavani e Carmelo Rifici.

La versione in chiave moderna del Rigoletto non ha però fatto l’unanimità del pubblico accorso lunedì nel tempio della lirica, che non ha risparmiato qualche manifestazione di dissenso. Nel servizio del tg l’intervista alla cantante elvetica Marina Viotti che ha interpretato il ruolo di Maddalena.


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