Prospettive svizzere in 10 lingue

Un resoconto dal Titanic riaffiora 100 anni dopo

Su una scialuppa di 40 posti furono lasciate salire solo 17 persone, scrisse Anton Kink, un superstite svizzero del Titanic Keystone

Nel centenario del drammatico affondamento del Titanic, si scoprono nuovi particolari dei momenti successivi alla collisione della nave britannica con un iceberg. Li rivela una lettera di un passeggero austro-svizzero del transatlantico.

“Un terremoto!” Fu il primo pensiero del passeggero di terza classe Anton Kink, di Zurigo, quando il Titanic urtò un iceberg nella notte fatidica del 14 aprile 1912. La collisione lo strappò dal sonno poco prima di mezzanotte.

Quando lasciò la sua cabina per scoprire ciò che era realmente accaduto, vide uomini che giocavano a calcio con i pezzi di ghiaccio caduti sul ponte.

“Dissero che il Titanic si era schiantato contro un iceberg, ma che non c’era nessun pericolo, perciò dovevo rilassarmi e tornare nella mia cabina”. Molti gli assicurarono che il Titanic era inaffondabile.

Il resoconto di Kink, che insieme alla moglie e alla figlia di quattro anni sopravvisse al disastro, è appena venuto alla luce. È contenuto in una lettera di 20 pagine inviata due settimane dopo la sciagura da Milwaukee, nel Wisconsin, all’agenzia di viaggi a Basilea, dove aveva comprato i biglietti.

La lettera è stata recentemente scoperta dallo svizzero Günter Bäbler, esperto della storia del Titanic di fama internazionale. Stralci della missiva sono stati pubblicati dal settimanale svizzero tedesco SonntagsZeitung.

Kink scrisse allo scopo di ottenere un risarcimento. La richiesta è formulata nell’ultima pagina della lettera. Anton Kink domandava all’agente di viaggio basilese di fargli sapere “per favore se dalla White Star Line”, la società armatrice del Titanic, “si può ottenere qualcosa e come stanno le cose con l’assicurazione del bagaglio e con l’eredità del fratello e della sorella”. Non è noto se egli ottenne soddisfazione.

Stupore

Contattata da swissinfo.ch, la nipote di Kink, Joan Randall, che vive in California, dice di essere rimasta “completamente sbalordita” quando ha sentito parlare della lettera.

Lei ha conosciuto la nonna, ma non il nonno. Infatti i Kink divorziarono, quando la loro figlia – ossia la madre di Joan Randall – aveva 11 anni. Suo nonno andò allora in Austria, il suo paese d’origine. Quindi si risposò e con la nuova famiglia emigrò in Brasile.

Rimase in contatto per corrispondenza con la figlia fino al 1930. Poi anche i rapporti epistolari cessarono. Joan Randall sa che tornò in Austria dove morì nel 1959.

La Randall non sa esattamente che lavori svolse suo nonno, ma di certo si muoveva parecchio. Nella metà degli anni Venti si era trasferito a Zurigo, dove aveva lavorato come magazziniere.

Sua nonna, Luise, era meno irrequieta. Era nata vicino a Stoccarda, in Germania, ed era emigrata in Svizzera non per motivi economici, precisa Joan Randall, ma perché non voleva prendere parte “alla guerra del Kaiser.

Quando Anton e Luise Kink ormai “formavano una famiglia a Zurigo, decisero di trasferirsi negli Stati Uniti. Era una tipica storia di immigrazione: mio nonno aveva uno zio a Milwaukee, nel Wisconsin, ed è lì che si stavano dirigendo” quando imbarcarono sul Titanic, spiega la Randall. Assieme a loro viaggiavano anche il fratello di Anton, Vinzenz, e la sorella, Maria.

Sulla nave uomini e donne occupavano settori separati. I Kink riuscirono però a ricongiungersi per andare sul ponte. Ma Vinzenz e Maria restarono poi separati e non furono mai più visti.

Anche un amico che viaggiava con loro, Albert Wirz, un contadino di Uster, vicino a Zurigo, morì: il suo corpo fu recuperato dall’oceano.

“Le sarei infinitamente grato se fosse in grado di dirmi che mio fratello e mia sorella sono stati salvati… È triste morire in modo così tragico”, scrisse King all’inizio della sua lettera.

Si avrebbe potuto salvare molta più gente

I coniugi Kink e la figlia furono l’unica famiglia al completo a sopravvivere tra i passeggeri di terza classe. Lasciarono tutti e tre il Titanic con la penultima scialuppa di salvataggio, ma solo perché Anton saltò nell’imbarcazione mentre già si stava allontanando.

“Un marinaio mi premeva il pugno contro il petto e diceva che dovevo stare indietro. Non l’ho sfidato, ma me ne sono andato furtivamente quando era distratto”, spiegò Kink.

“Avrebbero potuto salvare molte più persone”, scrisse, sottolineando che la sua barca era mezza vuota. C’era posto per 40 persone, mentre a bordo ce n’erano solo 17.

Dalla scialuppa di salvataggio si sentivano “le grida di duemila persone e il rombo dell’aria dall’interno della nave. Quando questa fu inghiottita dall’oceano con un rumore simile a un terribile tuono, gradualmente le grida cessarono”.

Difficilmente avrebbe potuto esserci un contrasto maggiore con lo scenario seguente. “La notte era bella, senza nebbia, brillavano le stelle, il mare era calmo. Ho pensato che eravamo sul lago di Zurigo”.

Fortuna e incubi

I Kinks furono tra i naufraghi tratti in salvo dalla Carpathia, l’unica nave che cambiò rotta alla ricezione dei segnali di richiesta di soccorso del Titanic. Nella lettera all’agente di viaggio basilese, Anton Kink descrisse anche le pessime condizioni a bordo della nave.

“Siamo stati serviti come porci. Eravamo disgustati quando abbiamo visto il cibo e abbiamo contato le ore fino al nostro arrivo. L’ultima sera, i camerieri hanno litigato e lanciato piatti. Abbiamo dovuto fuggire per evitare di riceverne uno in testa”.

I Kinks furono molto fortunati, ma l’avventura non li lasciò indenni. Joan Randall racconta a swissinfo.ch l’impatto che ha avuto su sua madre.

“Perse la memoria. I suoi primi ricordi erano quelli della scuola. Non ricordava nulla di Zurigo, della nave, del disastro. Niente. Tuttavia, aveva incubi terribili”.

A bordo del Titanic c’erano 27 persone provenienti dalla Svizzera; 12 sopravvissero alla sciagura.

Anton Kink, 29 anni, originario dell’Austria, dopo aver lavorato come magazziniere a Zurigo, aveva deciso di emigrare negli Stati Uniti in cerca di una vita migliore.

Viaggiava con la moglie Luise, la figlioletta di 4 anni Louise, il fratello Vinzenz e la sorella Maria. Con loro c’era anche un amico, Albert Wirz, un contadino di Uster, nel cantone di Zurigo.

Acquistarono i biglietti da Kaiser & Co a Basilea, pagando 340 franchi per gli adulti e 100 franchi per la bambina.

Nell’affondamento della nave, Vinzenz e Maria scomparvero nell’oceano. Il corpo esanime di Wirz fu recuperato dalle acque.

Anton Kink con la moglie e la figlia furono presi a bordo dalla nave Carpathia. Raggiunsero poi come previsto Millwaukee.

Anton e Luise divorziarono nel 1919. La moglie e la figlia rimasero negli Stati Uniti, mentre l’uomo tornò nel paese in cui era nato, ossia in Austria. Si risposò ed ebbe un figlio. Con la sua nuova famiglia emigrò in Brasile. Alla fine rientrò nella sua città natale, Graz, dove morì nel 1959. Sua figlia Louise morì nel 1992.

La famiglia ha conservato come cimeli le scarpe che indossava e la coperta in cui era stata avvolta al momento della catastrofe.

Sua figlia, Joan Randall, che oggi vive in California, è una dei passeggeri della crociera commemorativa del Titanic per il 100° anniversario, che il 10 aprile è partita da New York per andare a visitare il cimitero di Titanic.

Il Titanic stava effettuando il viaggio transatlantico inaugurale quando urtò un iceberg, il 14 aprile 1912 poco prima di mezzanotte.

Era salpato da Southampton diretto a New York il 10 aprile. Fece tappa dapprima a Cherbourg, in Francia, e a Queenstown (oggi Cobh), in Irlanda.

Entrò in collisione con l’iceberg circa 375 miglia a sud-est di Terranova.

A bordo c’erano poco più di 2’200 persone, di cui circa 885 membri dell’equipaggio.

Circa 320 passeggeri erano in prima classe, 280 in seconda e 700 in terza. A bordo c’era un centinaio di bambini, per lo più in terza classe.

La nave aveva scialuppe di salvataggio solo per circa la metà delle persone a bordo. Tuttavia, molte delle scialuppe di salvataggio non furono completamente occupate.

Poco meno di un terzo delle persone a bordo è sopravvissuto. Poiché sulle scialuppe di salvataggio fu data la precedenza a donne e bambini, la proporzione dei superstiti è nettamente più bassa per gli uomini: il 20%, contro il 75% per le donne e il 50% per i bambini.

Mentre il 61% dei passeggeri di prima classe è sopravvissuto, solo il 24% di quelli di terza classe si è salvato.

I sopravvissuti furono raccolti dalla nave Carpathia, che si trovava a quattro ore di distanza quando il Titanic affondò.

Il relitto fu localizzato nel 1985. Da allora numerosi reperti sono stati portati in superficie.

(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR