Prospettive svizzere in 10 lingue

Un pontificato che resterà nella storia

La prima visita di Giovanni Paolo II in Svizzera nel 1984 Keystone

Il mondo intero è rimasto a lungo in ansia per un Papa che, quando fu eletto, fece scalpore solo per essere stato il primo Pontefice polacco della storia.

Amato, contestato, apprezzato, discusso: di sicuro Giovanni Paolo II è stato un protagonista, che ha guidato la Chiesa dal secondo al terzo millennio.

Durante i suoi 26 anni di pontificato, Giovanni Paolo II ha dato alla Chiesa una visibilità senza precedenti, e non solo all’interno del mondo cattolico e religioso.

Pur in un conservatorismo di fondo nei principi che giudicava collegati alla fede, in questi anni ha mutato tradizioni plurisecolari, cambiando, forse per sempre, il modo stesso di essere il Romano Pontefice.

Lo testimoniano le decine di «per la prima volta nella storia…», scritte a proposito della sua vita.

Primo in molte occasioni

Il 263esimo successore di Pietro è stato il primo papa polacco, il primo nato in un Paese comunista e ad andare oltrecortina, il primo ad aver recitato in pubblico e il primo ad aver lavorato in fabbrica.

O ancora, è stato il primo (dopo gli apostoli) ad entrare in una sinagoga, a parlare in una chiesa protestante, a visitare una moschea e a recarsi in un Paese ortodosso.

In un contesto più mondano, Giovanni Paolo II è stato il primo ad assistere ad un concerto rock e ad una partita di calcio.

Il defunto Padre resterà nella storia anche per essere stato uno degli attori principali della caduta del Muro di Berlino. Ne è stato consapevole: quando ha compiuto 75 anni, nel 1995, ha ringraziato Dio per essere vissuto «in un momento di svolta epocale per l’Europa, per il mondo e per la Chiesa».

Un papa giovane

Eppure quando fu eletto, il più giovane papa (58 anni) dopo Pio IX (54 anni), ai più era quasi sconosciuto. Le sue prime parole «Sia lodato Gesù Cristo», di sapore antico, stupirono. E quando aggiunse «Se sbaglio mi corrigerete», con un palese errore di lingua, si sentì dopo 4 secoli e mezzo che il papa non era italiano, anche se poliglotta.

I fedeli si abituarono a quel saluto ed anche al continuo richiamo a Maria, alla quale ha attribuito la propria sopravvivenza ad attentati e malattie e l’aiuto contro le tentazioni che, rivelò un giorno, da giovane aveva avuto.

E si abituarono anche a veder invecchiare e soffrire un uomo che, quando divenne papa, colpì per la prestanza fisica. Tutta un’altra immagine rispetto a quella fragile, curva e incerta di questi ultimi anni.

Wojtyla operaio, poeta e scrittore

Durante gli anni da Pontefice, Giovanni Paolo II non ha mai dimenticato di essere stato operaio. In una fabbrica a Rosignano, nel 1982, chiamò gli operai «miei compagni di lavoro». E «anch’io sono stato operaio», ha ripetuto spesso negli incontri col mondo del lavoro.

La sua sensibilità nei confronti dei problemi dell’uomo lavoratore è un’altra delle linee del pontificato, che ha fatto aprire le porte del Vaticano ai sindacati.

Se i trascorsi da operaio si ritrovano nel papa, lo stesso è per il passato di poeta e scrittore.

Il suo «Varcare la soglia della speranza» del 1994 è stato un best-seller mondiale e la commedia giovanile «La bottega dell’orefice» ha tenuto cartellone ovunque. Le sue poesie, come le «Ballate dei portici di Wawel», sono state tradotte in molte lingue.

I viaggi

Il 25 gennaio 1979 comincia il primo viaggio fuori d’Italia: in Messico è acclamato inaspettatamente da milioni di persone. Poi viaggerà in tutto il mondo, escluse quasi solo le desiderate Cina e Russia

Alcune mete sono state difficili, come Sarajevo e il Libano, dove il timore di attentati costrinse a numerosi rinvii.

Per Cuba ci sono volute le difficoltà politiche di Castro e i suoi attesi interventi contro l’embargo statunitense per consentire, nel gennaio 1998, una visita segnata dal confronto col «leader maximo» e da innegabile successo.

I suoi 248 viaggi, come egli stesso ha detto, sono stati pastorali, ma certo non privi di valenza politica. Se il pensiero va all’est europeo, vanno anche ricordati i duri interventi contro i regimi autoritari.

swissinfo e agenzie

248 i viaggi effettuati da Giovanni Paolo II.
144 in Italia e 104 all’estero.
In 26 anni di pontificato, ha pronunciato oltre 20’000 discorsi.
Il Papa ha partecipato a 700 incontri con capi di Stato e di governo.

I rapporti con ebraismo, Islam e soprattutto con gli altri cristiani, sono stati uno dei campi di maggior impegno dell’azione di Giovanni Paolo II.

Uno dei gesti «profetici», ma anche contestati del pontificato è rappresentato dagli incontri che hanno riunito ad Assisi esponenti delle religioni di tutto il mondo.

Quando sono corsi i venti di guerra, nel Golfo prima, in Afghanistan ed in Iraq poi, il Papa è divenuto in modo quasi naturale uno dei punti di coagulo dei Paesi schierati contro l’intervento militare.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR