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Un ponte fra i mercati finanziari e lo sviluppo

Con un microcredito si può comprare una barca, delle reti e garantire così la sopravvivenza ad alcune famiglie. Photopress/Seco

Il microcredito è uno strumento importante per i paesi in via di sviluppo. ONU e istituzioni umanitarie cercano ora di animare gli investitori privati.

Le Nazioni unite dedicano il 2005 al microcredito. La Confederazione, ma anche alcuni operatori del settore finanziario danno il buon esempio con la piattaforma «responsAbility».

Con pochi soldi si possono raggiungere grandi effetti. Un esempio: con poche centinaia di dollari si possono acquistare delle nuove caldaie per un piccolo colorificio indiano.

Il risparmio di combustibile, rispetto al focolare tradizionale, permette di ammortizzare l’investimento in poco tempo; inoltre la nuova tecnologia rende più efficace e sicura la produzione e risparmia quantità notevoli di legname, proteggendo i boschi locali.

Una via verso lo sviluppo

Il microcredito «è un fattore importante di sviluppo e di lotta contro la povertà», afferma Hansruedi Pfeiffer, responsabile della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) per il settore finanziario.

«Se gestito con ponderazione può essere inoltre uno strumento fondamentale per favorire l’autogestione in molti paesi con grossi problemi economici e sociali», spiega a swissinfo Andreas Missbach della «Dichiarazione di Berna», organizzazione che si occupa di politica dello sviluppo.

L’accesso ai finanziamenti è infatti un presupposto dello sviluppo economico, non solo nei paesi industrializzati. Ma spesso i meno favoriti non dispongono delle infrastrutture economiche, come gli istituti di credito, per ottenere il necessario denaro.

Così lo sviluppo non decolla e la dipendenza dall’aiuto umanitario rimane. Queste sono le riflessioni alla base dell’anno internazionale del microcredito indetto dalle Nazioni Unite.

Contemporaneamente il microcredito può garantire una redditività analoga agli investimenti fatti in un paese occidentale. Durante tutto il 2005 si intende dunque motivare gli investitori privati ad impegnarsi a favore di uno sviluppo globale.

Un pugno di dollari

Nel caso normale, un microcredito parte dai 50 e non supera i 3’000 dollari, la media internazionale è di 300 dollari. Le scadenze dipendono dal settore in gioco e vanno da un credito agricolo stagionale a un credito di investimento di tre anni.

I tassi di interesse sono alti, tra il 15 per cento e il 50 per cento, secondo le stime della DSC. Si tratta di tassi che alle nostre latitudini sono ritenuti da usura.

Essi riflettono però la necessità di coprire i costi affinché l’istituto possa sopravvivere. All’ente, un credito di 50 dollari può creare costi quanto uno di 10’000, tenuto conto del tempo impiegato nello studio dei dossier e nelle visite. Ma migliorando le infrastrutture bancarie le cose potrebbero migliorare.

Migliorare l’offerta

Il problema principale sta altrove: «L’offerta finanziaria non soddisfa la domanda», costata Hansruedi Pfeiffer.

«Attualmente sono soprattutto degli investitori pubblici ad impegnarsi in questo settore, sarebbe dunque importante far entrare in scena anche i privati», afferma da parte sua Klaus Tischhauser, responsabile di «responsAbility», una piattaforma nata nel 2003 che segna una nuova frontiera sul fronte privato.

Finora la protagonista del settore in Svizzera è ancora è la sezione internazionale del Segretariato federale dell’economia (seco): con 20 milioni investiti annualmente in altrettanti paesi, la Confederazione dà il buon esempio.

Il progetto svizzero


Gli iniziatori di «responsAbility» sono nomi affermati nel settore finanziario elvetico. Si tratta in primo luogo del gruppo di casse di risparmio Raiffeisen, il Credit Suisse, la banca privata basilese Baumann & Cie, la Banca Alternativa Svizzera e il fondo olandese Andromeda. Recentemente si è aggiunta anche Swiss Re, primo gruppo nazionale di riassicurazione.

Alla pari dei partner privati, il Segretariato di Stato dell’economia (seco) ha iniettato 3 milioni di dollari nel portafoglio della società. Il traguardo di «responsAbility» è offrire ai risparmiatori svizzeri e agli investitori istituzionali prodotti e servizi diretti ai paesi in via di sviluppo.

L’offerta è dunque paragonabile ai fondi di investimento correnti. Il cliente dispone però della possibilità di piazzare i suoi soldi nell’aiuto allo sviluppo attraverso i microcrediti. La rendita indicata dai responsabili è al 2,5% circa; un valore concorrenziale in un mercato finanziario europeo caratterizzato dai tassi in cantina.

Evitare la bolla speculativa

Per la Dichiarazione di Berna si potrebbe fare molto di più, ma con attenzione. Da una parte infatti si osserva un procedere lento dello sviluppo di questo tipo di investimenti; Andreas Missbach ritiene addirittura che l’impegno del secondo istituto finanziario elvetico, il Credit Suisse, in «responsAbility» sia poco più che «una simbolica azione di marketing».

Dall’altra invece, c’è il timore che l’anno internazionale risvegli una sete di affari con i più poveri. Una bolla speculativa potrebbe essere controproducente: «Un piccolo credito serve come passo verso l’indipendenza, ma deve essere seguito», continua Missbach.

Nel caso normale si tratta infatti della prima fase dopo la fine di un progetto di aiuto allo sviluppo. «Ma se mancano le basi, per esempio la strada per portare i prodotti al mercato regionale in tempi utili, anche un credito non può fruttare», conclude Missbach.

swissinfo e agenzie

Microcredito – l’idea è nata nel Bangladesh, su impulso dell’economista Mohammed Yunus. Dopo avere tentato invano di convincere le banche ad applicare il suo metodo, ha costituito nel 1978 la Grameen Bank. Da allora l’istituto ha concesso prestiti per circa 6 miliardi di franchi a 11 milioni di clienti.

I microcrediti sono dati a gruppi solidali di cinque persone. Il sistema permette di raggiungere un tasso di rimborso del 97 per cento. In Bolivia, il Bancosol vanta 80’000 clienti e un tasso di restituzione del 99 per cento.

In Indonesia la Dagang Bali è stata fondata in condizioni analoghe. Il sistema artigianale di microfinanza lanciato negli anni ’50 si è trasformato in trent’anni in una delle maggior banche del paese.

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