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Un pieno di gas naturale

Un automobilista che fa rifornimento con gas naturale: una scena ancora molto rara in Svizzera Keystone

Alcune città europee hanno imboccato con convinzione la via del gas naturale, alternativa economica ed ecologica al petrolio.

In Svizzera circolano poco più di un migliaio di auto a propulsione mista, ma il loro numero è destinato a crescere.

Come spesso accade, le soluzioni innovative in materia energetica necessitano di un certo lasso di tempo prima di diffondersi su larga scala. È il caso del gas naturale, o metano, più ecologico ed economico – attualmente circa 30 centesimi in meno al litro – rispetto al carburante tradizionale.

Tuttavia, in Svizzera circolano solo 1’200 veicoli funzionanti a gas naturale. Questa cifra potrebbe però aumentare considerevolmente negli anni a venire, durante i quali si vuole dotare il paese di un’adeguata infrastruttura.

Quello che alle nostre latitudini è ancora un ambizioso progetto, costituisce invece una realtà in altre località europee. A titolo di esempio, in Italia si contano circa mezzo milione di veicoli a gas naturale.

Una via da percorrere

Il metano è un combustibile ad impatto ambientale contenuto, in quanto le sue emissioni non contengono importanti residui di carbonio e polveri fini. Dal momento che può essere ricavato artificialmente da idrogeno e anidride carbonica, il gas naturale costituisce inoltre – a differenza del petrolio – una fonte di energia rinnovabile.

Questa caratteristica ne fa una valida alternativa al combustibile tradizionale, perlomeno fino a quando le fonti eoliche e geotermiche non avranno raggiunto costi e rese energetiche competitive.

In virtù di questi vantaggi economici e ambientali, alcune amministrazioni comunali hanno deciso di incentivare l’utilizzo di vetture a propulsione mista (cioè funzionanti con benzina e gas naturale), tramite contributi finanziari.

A Berlino, già nel 2000 le autorità hanno lanciato una vasta campagna rivolta ai tassisti cittadini per promuovere l’utilizzo del gas naturale, in collaborazione con il Ministero dell’ambiente, varie associazioni ecologiste e alcune case automobilistiche. La cifra stanziata – circa 22 milioni di franchi – ha permesso inoltre di potenziare la rete di distributori. Attualmente, sulle strade della capitale tedesca circolano a gas naturale complessivamente 713 taxi e vetture per la scuola guida. Nei prossimi anni questa quota dovrebbe raggiungere circa 1’100 veicoli.

Ostacoli a più livelli

Il Touring Club Svizzero (TCS) e l’Associazione Traffico e Ambiente (ATA) concordano nel segnalare una certa reticenza nella popolazione elvetica in merito al gas naturale. «Molte persone sono convinte – a torto – che vi sia un rischio di esplosioni più elevato: da anni, cerchiamo di informare a questo proposito, mostrando come vi siano molti meno pericoli rispetto alle automobili a benzina», rileva André Porchet, responsabile del dipartimento «Ambiente e Traffico» presso il TCS.

Sulla medesima lunghezza d’onda Kurt Egli dell’ATA, che oltre al necessario sforzo di divulgazione ribadisce la necessità di un sostegno politico. A suo parere, «Una parziale spiegazione del ritardo elvetico nei confronti di altre nazioni è sicuramente il prezzo ancora troppo elevato del gas naturale e, di conseguenza, l’insufficiente presenza di distributori sul territorio».

Lo scenario dovrebbe cambiare sensibilmente negli anni a venire: se il Consiglio federale applicherà il protocollo di Kyoto, l’imposta sul gas naturale potrebbe diminuire del 75% entro il 2007.

Importanti i prossimi anni

Per quanto concerne la Svizzera, dal momento della sua introduzione – all’inizio degli anni Settanta – il gas naturale è stato sfruttato soprattutto quale carburante per il riscaldamento e come energia industriale. Diverse piccole e medie imprese hanno operato la trasformazione, convinte dai vantaggi in termini di risparmio, valori inquinanti e stabilità.

«Con un investimento iniziale modesto, si può finalmente porre fine alle preoccupazioni legate alla situazione geopolitica in Medio Oriente; inoltre, non è più necessario installare cisterne e anche i costi legati alla pulizia delle ciminiere sono due volte minori», sottolinea, in un’intervista a «La Liberté» Stéphane Maret, direttore di Frigaz, una società attiva nel settore del gas naturale.

Sarà invece necessario attendere ancora un po’ di tempo, per quanto concerne le autovetture private. Attualmente, si contano 52 punti di rifornimento su tutto il territorio nazionale, ma alcuni cantoni non ne possiedono nemmeno una. In Ticino, la prima stazione di servizio a gas naturale aprirà i battenti a inizio giugno nei pressi di Lugano, mentre nei Grigioni non vi si sono ancora progetti concreti.

L’industria del gas prevede di installare un centinaio di distributori su tutto il territorio elvetico, per porre rimedio a quello che per ora appare il freno più importante alla diffusione delle vetture a propulsione mista. Dal canto loro, i produttori di automobili assicurano che entro il 2010 verranno prodotti modelli di motore a propulsione mista per tutte le categorie di vetture. L’obbiettivo è quello di avere, entro quella data, circa 30’000 vetture alimentate a metano.

swissinfo, Andrea Clementi

Da un punto di vista geologico, il gas naturale è la fase gassosa del petrolio. Esso è costituito in massima parte da metano e per il resto da quantità variabile, a seconda dei giacimenti, di idrocarburi.

Grazie al suo basso contenuto di carbonio, il gas naturale produce emissioni di CO2 inferiori del 25% rispetto alla benzina e di circa il 30% rispetto al diesel. Esso ha inoltre una capacità di formare ozono inferiore dell’80% rispetto alla benzina e del 50% rispetto al gasolio.

Nel 2003, il gas naturale costituiva l’11,8% del consumo energetico svizzero. La cifra d’affari nel settore ammontava a 1,7 miliardi di franchi e gli impieghi erano 1’630.
A fine 2004, sulle strade svizzere circolavano 1’245 veicoli a gas naturale; in Italia sono già mezzo milione.
Nel mese di marzo 2005, si contavano in Svizzera 52 stazioni di rifornimento.

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