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Un parco di lusso per gli orsi di Berna

Il nuovo parco degli orsi di Berna con vista panoramica sul centro storico della capitale elvetica bärenpark.ch

Dopo lunga attesa e due anni di lavori, gli orsi di Berna hanno finalmente ricevuto una nuova dimora, sulle rive dell'Aar. Le condizioni di vita dei plantigradi, simbolo della capitale, rinchiusi finora in una fossa inospitale, erano denunciate da decenni dagli animalisti e dai visitatori.

Inaugurato ufficialmente questa fine settimana, il nuovo parco di Berna si estende su una superficie di 6’000 m2, che dalla vecchia fossa scende fino ai bordi del fiume Aar, lungo un pendio che offre una vista panoramica sul centro storico della capitale elvetica.

La dimora, che comprende alberi, caverne e una vasca d’acqua, ospita da questa settimana una giovane coppia di orsi bruni, Björk e Finn, provenienti rispettivamente dalla Danimarca e dalla Finlandia.

Gli orsacchiotti siberiani, Mischa e Mascha, offerti dal presidente russo Dimitri Medvedev e da sua moglie Svetlana, durante la loro recente visita a Berna, possono invece essere ammirati al Parco del Dählholzli, situato a circa un chilometro di distanza dalla storica fossa degli orsi di Berna.

Primi passi prudenti

Björn e Finn hanno mosso già da alcuni giorni i loro primi passi nella nuova dimora, spostandosi con grande cautela e prudenza. Un’insicurezza che non ha sorpreso il direttore del parco Bernd Schildger: gli orsi esplorano sempre con precauzione un nuovo territorio, temendo che possa essere già abitato da altri plantigradi.

I nuovi arrivati possono ora vivere come veri orsi, anche se rimangono in mezzo alla città, ha sottolineato Barbara Hayoz, membro del governo cittadino e promotrice del progetto. Il parco offre infatti condizioni di vita nettamente migliori dell’ormai vetusta fossa, che risale al 1857.

Mentre in passato erano rinchiusi in uno spazio artificiale di pochi metri quadrati, esposti in ogni momento agli occhi di tutti i visitatori, ora possono scorazzare liberamente su un terreno che corrisponde, almeno in parte, al loro habitat naturale. Nella nuova dimora, che permette di osservare da vicino le loro abitudini di vita, dispongono anche di alcuni rifugi, grazie ai quali riescono a sfuggire agli occhi dei curiosi.

Una vergogna per la città

La vecchia fossa era una “vergogna”, dichiara un’anziana visitatrice, contemplando il nuovo recinto dal ponte del Nydegg. “Mi vergognavo per la città di Berna”, le fa eco la sua accompagnatrice. “Gli orsi erano costretti a vivere come in una prigione”, aggiunge un giovane bernese.

Perfino dei turisti stranieri si sono già recati negli ultimi anni presso il vicino Ufficio del turismo della città per criticare l’impianto, totalmente inappropriato per ospitare degli orsi.

Ai tempi le loro condizioni di cattività non suscitavano ancora discussioni, ricorda un’alta signora, che si recava spesso da bambina ad osservare i plantigradi nella loro fossa. “Gli orsi ballavano graziosamente per attirare carote e altro cibo dai visitatori, ma ora possono usufruire di uno spazio che corrisponde molto meglio ai bisogni della loro specie”.

Attrazione turistica

“Finora circa un milione di persone visitavano ogni anno la fossa degli orsi”, indica Marcel Graf, responsabile del progetto presso l’Ufficio del turismo. “In futuro il loro numero dovrebbe ulteriormente salire”.

“Molti visitatori resteranno probabilmente più a lungo a contemplare gli orsi, dal momento che il nuovo impianto consente di osservarli da diversi punti e di scoprire ancora meglio le loro abitudini di vita”, aggiunge Graf.

A suo avviso, il nuovo parco dovrebbe attirare anche numerosi turisti dal resto della Svizzera e dall’estero. “Da noi i mezzi d’informazione hanno dato grande risalto all’inaugurazione della nuova dimora degli orsi, ma anche all’estero si è denotato un notevole interesse da parte dei media”.

Campagna d’informazione all’estero

Gli operatori turistici della capitale hanno lanciato in Svizzera una grande campagna d’informazione sul nuovo parco. Una guida speciale è stata tra l’altro preparata per le scuole.

“Vogliamo fare la stessa cosa in Germania e in altri paesi europei. Innanzitutto a Berlino che possiede molte affinità con Berna”, sottolinea Graf. L’orso è infatti anche il simbolo della capitale tedesca e figura tra l’altro sulla sua bandiera.

Dopo Berlino, la campagna di promozione turistica farà tappa a Londra e in altre città europee, puntando in particolare sull’informazione nelle scuole e negli zoo. In Inghilterra, ad esempio, dove i movimenti animalisti sono particolarmente attivi, dobbiamo cercare di correggere l’immagine lasciata dalla vecchia fossa degli orsi, spiega ancora Graf.

Esplosione dei costi

Il sorpasso registrato nei costi di realizzazione del parco non ha turbato le manifestazioni indette per festeggiare la sua inaugurazione. Il budget complessivo, inizialmente stimato a 9,7 milioni di franchi, è esploso negli ultimi mesi fino a raggiungere 24 milioni.

Le ragioni sono da ricercare soprattutto nelle brutte sorprese geologiche emerse durante i lavori. Per far luce su questo “baratro finanziario”, le autorità cittadine hanno deciso di avviare un’inchiesta amministrativa, annunciando che i responsabili saranno chiamati a pagarne le conseguenze.

Jean-Michel Berthoud, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento Armando Mombelli)

L’orso è il simbolo ufficiale del canton Berna.

La leggenda racconta che nel 1191 il fondatore Berchtold V. di Zähringen battezzò la città in onore del primo animale che aveva ucciso. Si trattava per l’appunto di un orso, che in tedesco si traduce “Bär”.

I plantigradi hanno abitato la città per oltre 500 anni, confinati in un’apposita fossa. Quella attuale è la quarta costruita per questi animali.

I sostituti di Pedro, Finn e Björk, stanno facendo amicizia nello zoo bernese Dählhölzli e saranno trasferiti nel nuovo parco entro l’autunno del 2009.

L’ultimo orso “svizzero” è stato abbattuto il 1° settembre 1904 da un gruppo di cacciatori nella Bassa Engadina (canton Grigioni).

Nel secolo scorso, l’ultimo orso in libertà è stato visto nel 1923 nell’Alta Engandina.

Si è dovuto poi aspettare fino al 2005 per assistere al ritorno di questo plantigrado sul territorio elvetico: nel mese di luglio si era trasferito per alcuni mesi in Svizzera JJ2, un orso venuto dal parco nazionale italiano dell’Adamello Brenta.

Nell’estate del 2007, era giunto dall’Italia JJ3 assieme al fratellastro MJ4. Considerato pericoloso per la popolazione era stato abbattutto nell’aprile del 2008 dalle autorità grigionesi, suscitando numerose proteste in Svizzera e all’estero.

L’orso bruno (ursus arctos), la cui popolazione mondiale è stimata a 200’000 esemplari, è diffuso in Europa, Asia e Nord America.

In Europa le stime parlano di 50’000 orsi, 37’000 dei quali in Russia. Le altre popolazioni di rilievo (più di 1000 esemplari) si trovano nei Carpazi, nella Penisola Balcanica e in Scandinavia.

Piccole popolazioni figurano nei Cantabrici (50 orsi), nei Pirenei (10-11) e in Abruzzo (40-50). In Trentino, dove si trovava l’ultima popolazione autoctona delle Alpi, ci sono oggi una ventina di esemplari.

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