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Un osservatorio privilegiato della mondializzazione

Joost Pauwelyn, direttore del nuovo centro. swissinfo.ch

Un nuovo centro di ricerca sul commercio e l'integrazione economica è sorto a Ginevra. Collaborerà strettamente con gli attori della mondializzazione e dello sviluppo.

L’attenzione sarà volta soprattutto all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto, pure con sede nella città lemanica) e al suo impatto ambientale e sociale.

Benché gli uffici saranno inaugurati solo nella prossima primavera, le attività del centro sono già iniziate e i suoi responsabili intendono potenziarle nel corso di quest’anno e dei prossimi, come ha recentemente rivelato il quotidiano ginevrino “Le Temps”.

La Wto e i temi che affronta saranno al centro delle ricerche e delle perizie che il nuovo ente si prefigge di proporre.

L’offerta potrà essere sotto forma di processi fittizi analoghi a quelli che si svolgono in seno alla Wto e al suo potente organo di regolamento delle vertenze, spiega il giovane direttore del centro Joost Pauwelyn.
«Istituiremo anche seminari pratici nei quali verrà insegnato come difendere il proprio mandante, allestire pareri giuridici o economici per organizzazioni non governative (Ong) e internazionali», precisa l’ex incaricato di affari giuridici alla Wto.

Il centro offrirà pure programmi per diplomatici e funzionari internazionali che giungono a Ginevra. «Organizzeremo inoltre conferenze ed eventi destinati a un vasto pubblico», aggiunge il fiammingo, che ha insegnato diritto internazionale all’università americana di Duke.

Aprire il commercio

Ma il nuovo ente non pensa di limitarsi al campo giuridico-commerciale della Wto. «Il centro intende integrare la problematica dello sviluppo», sottolinea Pauwelyn, rammentando che Ginevra è anche la sede della Conferenza dell’Onu per il commercio e lo sviluppo, come pure di parecchie Ong attive nel ramo.

«L’attività del centro si baserà sui suoi professori e le loro specializzazioni», dice l’olandese, lui stesso esperto di commercio, investimenti, sanità e ambiente. Pauwelyn cita ad esempio la prestigiosa collaborazione del professor Richard Baldwin che ha analizzato a fondo la moltiplicazione degli accordi commerciali bilaterali e il loro impatto sulla Wto.

Joost Pauwelyn riflette attualmente sul modo di associare la liberalizzazione dei mercati avviata dalla Wto alle questioni sociali sollevate dall’Ufficio internazionale del lavoro (Bit) e alle questioni di salute sulle quali lavora l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Nemmeno l’ambiente e le finanze vengono dimenticate. «La Wto costituisce un ostacolo alla lotta contro il riscaldamento climatico o al contrario può contribuire a risolvere questa sfida planetaria? ». «Come spiegare che il commercio internazionale è regolamentato alla Wto, mentre i flussi finanziari circolano quasi senza intralci? ». Sono questi tipi di interrogativi che vuole affrontare il centro ginevrino.

Per rispondervi vuole costruire dei ponti fra le varie discipline (diritto, economia, commercio) e le loro interazioni con altri settori, quali la sanità, l’ambiente e i diritti umani.

Rompere l’isolamento dei saperi

«Ma la realizzazione di questo approccio trasversale e interdisciplinare è molto difficile. Per dire cose intelligenti sul commercio occorre una forte dose di esperienza. È difficilissimo per una sola persona conoscere bene diversi settori. Perciò è necessario lavorare in gruppo. Tuttavia molti professori sono abituati a lavorare da soli», rileva Joost Pauwelyn.
«Il nostro valore aggiunto rispetto a centri dello stesso genere nel resto del mondo è però di essere insediato a Ginevra. Ciò consente di collaborare facilmente con numerosi attori presenti qui, sia a livello di organizzazioni internazionali sia di Ong», aggiunge l’esperto.

A medio termine, il centro avrà una decina di professori, degli assistenti di ricerca e un direttore esecutivo. Il budget sarà inizialmente finanziato dall’Istituto di alti studi internazionali e dello sviluppo (Iheid).

Una gestione flessibile

L’obiettivo non è certo di costruire una burocrazia imponente. Il centro punta sulla flessibilità. «Ho l’intenzione di assumere le persone in funzione di ogni progetto e di finanziare queste ricerche con fondi esterni», puntualizza Pauwelyn.

Il polo di studi internazionali che si costituisce a Ginevra non pensa comunque di fermarsi a quel punto, precisa il direttore dell’Iheid Philippe Burrin. «La sua creazione rientra nell’ambito di una strategia elaborata più di un anno fa, spiega. Questa comprende la creazione di strutture di ricerca – centri o programmi – su una dozzina di tematiche cruciali per la gestione mondiale e negli ambiti in cui Ginevra presenta vantaggi evidenti: il commercio, i conflitti, la sanità, l’ambiente e le migrazioni».

swissinfo, Frédéric Burnand, Ginevra
(Traduzione dal francese di Sonia Fenazzi)

A Ginevra sono insediati numerosi organismi legati al commercio mondiale, in primis l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad).

Nella città lemanica sono pure presenti numerose Ong attive in questo campo, come ad esempio la britannica Oxfam, l’altermondialista Attac e quella di aiuto allo sviluppo Swissaid.

Hanno pure sede a Ginevra enti quali il South centre (organizzazione intergovernativa), il Third World Network, l’International centre for Trade and Sustainable Development (ITCSD) e IDEAS centre, un ente di consulenza creato dall’ex ambasciatore svizzero Nicolas Imboden.

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