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Un nuovo faro per i giovani cattolici

Centinaia di migliaia di giovani hanno partecipato con entusiasmo all'incontro di Colonia Keystone

Durante le XX Giornate mondiali della gioventù, Benedetto XVI si è rivolto per la prima volta ai giovani, che lo hanno accolto come una star.

Ad attirare i fedeli a Colonia, più che il papa, è stata però la voglia di incontrarsi con giovani di altri Paesi.

Erano guardate e temute come una sfida per l’inevitabile paragone con Giovanni Paolo II, ma si sono invece concluse con un innegabile successo. Le XX Giornate mondiali della gioventù (Gmg) hanno attirato nella città tedesca di Colonia centinaia di migliaia di fedeli, i quali hanno ascoltato con interesse e devozione le parole di Benedetto XVI.

Durante la messa conclusiva di domenica, di fronte ad un milione di persone, il nuovo papa si è rivolto ai giovani mettendoli in guardia dal «consumismo religioso» e dalla «fede fai da te», facendo riferimento all’infatuazione per le sette, per le religioni orientali o per alcuni nuovi movimenti religiosi nati all’interno del cristianesimo.

Come testimoniano i bagni di folla che hanno accompagnato i vari momenti della sei giorni di Colonia, i numerosi striscioni, le magliette, i gadget e i cori inneggianti al papa, il successore di Wojtyla sembra aver conquistato, a pochi mesi dalla sua elezione, i cuori e le menti dei giovani.

«Il Papa ha risposto alla sete di parole di orientamento e di guida che i giovani desideravano avere», dice a swissinfo Luca Brunoni, coordinatore della Pastorale Giovanile di Lugano (Ticino).

Un ritrovo tra giovani

Già alcuni giorni prima delle celebrazioni ufficiali, la Germania ha subito l’assalto festoso dei giovani. Per arrivare a Colonia sono stati utilizzati tutti i mezzi di trasporto: dalla bici all’aereo, dal treno al pullman o all’auto privata. E non pochi sono arrivati a piedi, riscoprendo così la dimensione del pellegrinaggio.

Dalla Svizzera sono stati circa 2’000 i fedeli che hanno preso la via per Colonia. Tra loro, anche un folto gruppo di ticinesi, che swissinfo aveva contattato prima della partenza per sondare stati d’animo e aspettative.

«Perché vado a Colonia? Forse anche per scoprire, assieme a giovani di varie nazionalità, che il mondo non va così male come si crede», ci aveva detto Mattia Rusconi, responsabile della comitiva in provenienza dal sud delle Alpi.

Al suo rientro in Svizzera, ancora un po’ provato dopo gli intensi giorni in Germania, Rusconi ribadisce l’importanza di un ritrovo tra giovani di diverse culture. Ad averlo segnato maggiormente, «il vedere molti giovani che non hanno vergogna ad ammettere la propria fede cristiana, nonostante il nuovo papa sia descritto come un conservatore».

Crocifisso contro preservativo

Il sentimento che emerge tastando il terreno tra i partecipanti alle Gmg è che molti fedeli siano giunti a Colonia per ascoltare la parola di Dio, più che per ricevere un insegnamento morale sulla vita affettiva e sessuale.

La visione della sessualità da parte e del Vaticano continua d’altronde ad essere fonte di attriti all’interno della stessa comunità cattolica e suscita puntuali critiche. Dietro a Joseph Ratzinger, un idolo per i giovani – scrive Michael Meier, editorialista del quotidiano svizzero tedesco Tages Anzeiger – c’è un uomo che ricusa l’aborto e l’uso del preservativo, oltre a condannare i rapporti omosessuali.

«Si tratta di argomenti che difficilmente raccolgono l’entusiasmo dei giovani», osserva Meier. Forse cosciente di questo fatto, Benedetto XVI non ha insistito sul tema della sessualità nelle sue omelie.

Ma i problemi non si risolvono semplicemente tacendoli: la convivenza tra una certa libertà sessuale e la fede appare difficile nella rigida dottrina cattolica e c’è da credere che i giovani credenti saranno un giorno portati a scegliere tra il crocifisso e il preservativo.

«Non necessariamente», commenta Luca Brunoni. «La sessualità va intesa come rispetto della dignità dell’uomo, non come puritanesimo; il messaggio del papa vuole solo evitare di svalutare la sessualità, come invece avviene spesso».

Fuoco di paglia?

Al di là delle ormai annose questioni e nonostante i giovani si siano messi in cammino non tanto per vedere il papa ma, come indica il portavoce della conferenza episcopale svizzera Marco Schmid, per «condividere la loro fede con altre persone», il grande “vincitore” delle Gmg rimane Benedetto XVI.

Con sensibilità ed arte oratoria, il nuovo papa è infatti riuscito ad avvicinarsi al mondo dei giovani, assumendo così il ruolo di faro spirituale per i cattolici, lasciato scoperto dopo la morte di Giovanni Paolo II in aprile.

Un successo che non deve tuttavia sconfinare nell’euforia: l’entusiasmo dei giovani non va necessariamente interpretato come una «nuova ondata di religiosità».

Il giornalista del Tages Anzeiger ricorda a questo proposito che anche l’incontro dell’anno scorso a Berna con Papa Giovanni II (al quale erano accorsi 14’000 giovani) è stato visto come un segnale della forte presenza cattolica in Svizzera. Non per questo però – scrive Meier – il nostro paese è diventato più credente e le chiese continuano ad essere mezze vuote.

L’incarico di trovare nuovi fedeli è ora affidato ai giovani. «Portate altri a Gesù», ha affermato Benedetto XVI a Colonia, ricordando che la prossima edizione delle Gmg si svolgerà fra tre anni a Sydney.

swissinfo, Luigi Jorio

Le Giornate mondiali della gioventù, ideate da Giovanni Paolo II nel 1984, rappresentano un momento di incontro per tutti i cattolici del mondo.

Organizzati ogni 2-3 anni, questi raduni internazionali di giovani attorno al Papa si articolano in alcuni giorni di catechesi durante i quali i ragazzi riflettono, pregano e si scambiano esperienze.

Durante l’edizione del 2005, papa Benedetto XVI ha approfittato dell’occasione per visitare la sinagoga di Colonia, incontrare rappresentanti della comunità protestante, musulmana ed ebraica.

La 20esima edizione delle Giornate mondiali della gioventù si è svolta a Colonia, in Germania.
Si sono iscritti oltre 400’000 pellegrini da 197 paesi.
Tra questi, 100’000 italiani e circa 2’000 svizzeri.
I preti presenti sono stati 9’800 e i vescovi 759, di cui 60 cardinali.

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