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Un’iniziativa e un controprogetto che non convincono

Mercoledì i dibattiti, alla presenza della ministra di giustizia e polizia Evelyne Widmer-Schlumpf, sono durati 12 ore Keystone

La stampa svizzera nutre seri dubbi sugli effetti reali dell'iniziativa di Thomas Minder e del controprogetto, accettati mercoledì dalla camera bassa del parlamento svizzero, per porre un freno alle retribuzioni eccessive dei manager.

La decisione presa mercoledì dal Consiglio nazionale di raccomandare a popolo e cantoni di accettare sia l’iniziativa “Contro le retribuzioni abusive” che il controprogetto indiretto sembra suscitare maggiore interesse tra i quotidiani svizzeri tedeschi e ticinesi. I giornali romandi, infatti, si limitano più che altro a un resoconto dei dibattiti nella camera bassa.

“Sarà questa la strada efficace per evitare gli eccessi ai quali il popolo è stato abituato?”, si chiede La Regione, che nel suo commento punta anche il dito contro i tatticismi di cui si è resa protagonista l’Unione democratica di centro. Secondo il giornale ticinese “il dubbio potrebbe essere quello legato all’effettiva volontà di chi possiede le azioni di un’impresa di contenere, ad esempio, i compensi delle prestazioni dei consiglieri d’amministrazione”.

“Non a caso sul tavolo vi sono già altri tipi di proposte – rileva il quotidiano – come quello di una pesante tassazione dei ‘bonus’ o di limitare il divario tra gli stipendi degli alti dirigenti e quelli dei collaboratori meno pagati della medesima azienda”.

“Ingannevole”

“Buone intenzioni, ma pochi effetti”, titola dal canto suo la Basler Zeitung. Un’opinione condivisa anche dalla Berner Zeitung, che usa l’aggettivo “ingannevole”. Tutte e due le proposte si prefiggono di dare maggiori diritti agli azionisti, affinché le retribuzioni abusive scompaiano. Una speranza che secondo la Berner Zeitung “rischia però di naufragare, poiché una maggioranza silenziosa degli azionisti e gli approfittatori dei piani alti sono interessati soprattutto al guadagno a breve termine”.

La Basler Zeitung si chiede se gli strumenti previsti dai due progetti possano veramente porre fine agli eccessi. E conclude: “Sia l’iniziativa di Thomas Minder che il controprogetto non impediranno che anche in futuro i salari nel settore finanziario siano elevati”. Per questa ragione, il quotidiano basilese parla di una “promessa che non potrà essere mantenuta”.

Per il Tages Anzeiger, il Consiglio nazionale si merita invece “un grande applauso”. Il giornale zurighese deplora tuttavia il fatto che “su importanti criteri di trasparenza” i parlamentari abbiano capitolato. Le retribuzioni dei membri della direzione, contrariamente a quelle dei membri del consiglio d’amministrazione, non dovrebbero essere rese pubbliche. “E questo velo di discrezione non viene tolto neppure dall’iniziativa di Thomas Minder”.

Un controprogetto con poche chance

Secondo il Tages Anzeiger, la perdita di attrattiva della Svizzera – argomento spesso invocato da coloro che non vogliono regolamentare la questione dei bonus – è poco più di un mito. “Anche se a dirlo è il CEO del Credit Suisse Brady Dougan, questa argomentazione non convince”, scrive il Tagi, ricordando che il problema della retribuzione eccessiva dei manager è all’ordine del giorno in molti paesi occidentali.

Nel suo commento, la Neue Zürcher Zeitung si concentra soprattutto sul controprogetto, definendolo “ragionevole”. Se sarà accettato, le retribuzioni non saranno dimezzate come per incanto – “e ciò non accadrà neppure se verrà accolta l’iniziativa”. Tuttavia servirà a frenare gli eccessi salariali e ad aumentare la legittimità dei responsabili aziendali, lasciando alle imprese ancora un margine di manovra accettabile.

In caso di votazione popolare, l’iniziativa rischia però di essere preferita al controprogetto, teme la NZZ. “Non perché sia peggiore, ma perché nel clima politico attuale tutto ciò che sembra ‘annacquato’ rischia di infrangersi contro la retorica di partiti come l’Unione democratica di centro e il Partito socialista”.

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I salari elevati sono stati oggetto lo scorso anno di un’inchiesta del sindacato cristiano Travail.suisse.

Dai risultati emerge che lo scarto tra i salari più alti e quelli più bassi è aumentato del 72% tra il 2002 e il 2008. Le retribuzioni dei membri della direzione delle grandi imprese sono aumentate dell’82%, mentre i salari degli impiegati di base dell’8,4%.

Nel 2008 dall’alto dei suoi 40 milioni di franchi all’anno, il patron della Novartis Daniel Vasella era il manager pagato meglio.

Tra il 2007 e il 2008, le retribuzioni dei dirigenti delle 48 più grandi imprese svizzere sono diminuiti del 25% a causa della diminuzione dei bonus, stando a una ricerca della PriceWaterhouseCoopers.

Secondo la stessa inchiesta, il salario medio degli amministratori delle 20 aziende quotate allo Swiss Market Index era di 6,9 milioni di franchi annui.

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