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Un’esposizione che costa caro a Pro Helvetia

Thomas Hirschhorn dà a Parigi un'immagine ben poco idilliaca della democrazia elvetica Keystone

Il Parlamento ha deciso di tagliare di un milione di franchi il finanziamento a Pro Helvetia. Al centro della decisione l’esposizione di Thomas Hirschhorn a Parigi.

I senatori l’hanno avuta vinta sui deputati, che avevano votato un taglio ridotto a 180’000 su proposta della conferenza di conciliazione.

Il Consiglio degli Stati ha bocciato con 25 voti contro 18 la soluzione di compromesso formulata dalla conferenza di conciliazione sul preventivo 2005.

Il credito per Pro Helvetia sarà così ridotto di un milione di franchi e non di 180 000 come previsto dalla conciliazione.

Una decisione con la quale la camera dei Cantoni intende rimettere in discussione l’intero operato della fondazione culturale elvetica e non solo punirla per avere finanziato la controversa esposizione di Thomas Hirschhorn a Parigi.

Punizione esemplare

Con la sua decisione di ridurre il finanziamento a Pro Helvetia di un milione di franchi, la camera dei Cantoni ha seguito il consiglio del senatore democristiano Filippo Lombardi, che proponeva di non accettare la proposta formulata dalla conferenza di conciliazione.

Secondo Lombardi, decidere un taglio ridotto a 180’000 sarebbe stata una pessima idea, perché avrebbe dato adito a confusione sulla causa della decisione.

I 180 000 franchi corrispondono infatti esattamente all’ammontare dei sussidi elargiti da Pro Helvetia per la realizzazione dell’esposizione di Thomas Hirschhorn a Parigi.

«Assecondare questo taglio equivarrebbe a far coincidere la decisione degli Stati con un’azione punitiva, proprio quello che non abbiamo mai voluto» sostiene Lombardi.

Pro Helvetia rimessa in discussione

La decisione del Consiglio degli Stati non è volta a punire Hirschorn o la cultura in quanto tale, quanto piuttosto ad indurre Pro Helvetia e i suoi dirigenti a rivedere le proprie scelte di finanziamento, a volte discutibili.

«Il taglio di un milione di franchi è un atto di alto significato politico, che deve indurre Pro Helvetia a una profonda riflessione su tutta la sua attività per tornare a rispondere al mandato legislativo», ha aggiunto il consigliere agli Stati ticinese.

Inutili appelli a una soluzione più moderata

A nulla è servito l’appello del presidente della commissione delle finanze, il democratico di centro bernese Hans Lauri e del senatore radicale argoviese Thomas Pfisterer.

«Il segnale politico è già stato dato», ha affermato Lauri.

Da una decina di giorni infatti, i dibattiti delle camere attorno all’esposizione di Hirschorn e al ruolo della fondazione culturale Pro Helvetia sono piuttosto accesi.

Particolarmente critici si sono dimostrati i partiti di destra, che non hanno apprezzato che si utilizzino i soldi dei contribuenti per finanziare un’esposizione che della Svizzera non dà certo un’immagine idilliaca.

Sull’altro fronte si sono invece posti soprattutto i socialisti e i verdi, che non apprezzano l’intrusione del mondo politico nelle scelte culturali.

“Sono delusa nel constatare la rapidità con cui una maggioranza è disposta a infrangere i valori liberali e a lanciarsi in un gioco di potere e in azioni punitive piuttosto che privilegiare un dibattito culturale”, ha affermato la socialista basilese Anita Fetz.

Nel frattempo, la commissione della cultura si è impegnata ad affrontare quanto prima la questione del ruolo di Pro Helvetia.

Punizione collettiva

La fondazione per la cultura ha espresso il proprio rincrescimento per la decisione del Consiglio degli Stati.

Secondo pro Helvetia, il taglio di finanziamenti ai propri fondi mette in pericolo l’autonomia della fondazione, che di principio garantisce l’indipendenza delle decisioni artistiche da ogni pressione politica.

“Questa decisione avrà conseguenze dirette sull’insieme del settore artistico”, sostiene pro Helvetia in un comunicato.

La fondazione ricorda infatti che, ad essere penalizzato dalla riduzione di budget, non sarà il contestato Thomas Hirschhorn, bensì un centinaio di altri artisti, che avrebbero dovuto essere finanziati con un credito di ca. 10’000 franchi.

Pro Helvetia considera inadeguata la decisione del parlamento elvetico, poiché così facendo si penalizza l’intero settore artistico semplicemente per manifestare il proprio disappunto con l’operato e la direzione della fondazione.

Polemica democrazia…

Nella sua esposizione presentata al Centro culturale svizzero di Parigi – l’antenna parigina di Pro Helvetia – l’artista Thomas Hirschorn solleva interrogativi e critiche nei confronti dell’attuale democrazia.

A suscitare il malcontento dei parlamentari è in particolare una scena in cui un attore finge di urinare contro un ritratto del consigliere federale Christoph Blocher.

swissinfo e agenzie

Con 98 voti contro 82, i deputati hanno accettato i 180’000 franchi di riduzione del credito a Pro Helvetia proposti dalla commissione di conciliazione.
I senatori hanno invece rifiutato la stessa proposta per 25 voti contro 18.

Nato nel 1957 a Berna, Thomas Hirschhorn risiede da vent’anni a Parigi, dove ha acquisito fama internazionale.
La sua esposizione intitolata “Swiss-Swiss Democracy” si tiene al Centro culturale svizzero di Parigi fino al 30 gennaio 2005.
La fondazione Pro Helvetia ha versato un contributo finanziario di 180’000 franchi in favore di questa esposizione.

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