Prospettive svizzere in 10 lingue

Un’educazione senza violenza

Un bambino non va punito in modo violento o umiliante Keystone

Il continuo ricorso a calci, ceffoni e tirate d'orecchie come strumenti educativi secondo il Tribunale federale di Losanna non è giustificabile.

Le punizioni corporee ed umilianti devono essere bandite dall’educazione dei bambini.

In una sentenza pubblicata mercoledì il tribunale ricorda che questi espedienti, non giustificati dal cosiddetto “jus corrigendi”, sono punibili dalla legge.

I giudici hanno così ribaltato una sentenza emessa dalla giustizia vodese. La vicenda risale al 2001: due bambini vodesi vengono “educati a scapaccioni” dal compagno della loro madre.

Non si tratta di un fenomeno occasionale: sull’arco di tre anni ricevono una decina di ceffoni e di calci, mentre le tirate d’orecchie sono all’ordine del giorno.

Venuto a conoscenza dei ripetuti episodi, il padre dei due bambini sporge denuncia nel giugno del 2001.

La giustizia vodese decide di non dare seguito alla vicenda: la madre e i due bambini vivono da tre anni in questo nuovo nucleo famigliare, ciò che conferisce – a suo modo di vedere – al “nuovo padre” lo “jus corrigendi”, il diritto di correzione.

No all’educazione basata sulla violenza

Il Tribunale federale (TF) non condivide questo avviso e accoglie il ricorso presentato dal padre dei due ragazzi.

Per i giudici in questo caso non si tratta di atti di correzione occasionali, bensì di una strategia educativa basata sulla violenza fisica.

Inoltre i calci hanno carattere particolarmente umiliante che non può in nessun caso essere considerato educativo.

L’uomo, avendo “agito reiteratamente contro un fanciullo del quale aveva la custodia”, ha violato l’articolo 126 capoverso 2 del codice penale svizzero, che punisce le “vie di fatto”.

In Svizzera – ricorda il TF – trattamenti e correzioni umilianti sono illegali quando pregiudicano l’integrità fisica o psichica di un bambino: lo stabilisce la Costituzione federale.

Un fenomeno tabù

La violenza, “a scopo correttivo”, contro i bambini ha molte sfaccettature e si esprime nei modi più diversi, spiega l’Associazione svizzera per la protezione del bambino (ASPE).

Anche in Svizzera sono molti i bambini toccati dal fenomeno ma di questo non si parla volentieri. Gli ambienti ufficiali esitano a condannare chiaramente le violenze a scopo correttivo e a iscriverle nella legge come atti punibili.

Undici Paesi europei, fra cui spicca la Germania, hanno già fatto questo passo e i risultati sono positivi.

I bambini hanno il diritto di crescere mantenendo la loro integrità fisica e psichica.

Un diritto riconosciuto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei bambini, firmata anche dalla Svizzera, come sottolinea l’ASPE.

Sensibilizzare a tutti i livelli

L’impegno di questa associazione si concentra soprattutto sulla prevenzione e la sensibilizzazione.

Lo scorso 30 aprile l’ASPE ha indetto “una giornata dell’educazione non violenta”, la prima del genere in Svizzera. Negli altri Paesi europei questo tipo di manifestazioni è conosciuto da tempo.

Scopo della giornata era quello di ricordare che in tutto il mondo i bambini sono sistematicamente vittime di violenze, maltrattamenti e sfruttamenti.

Ma l’obiettivo degli organizzatori della manifestazione era anche quello di invitare a riflettere sui metodi educativi non violenti.

Di prevenzione si occupa anche l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali.
“Contribuiamo a finanziare progetti in favore della protezione dell’infanzia”, dice a swissinfo Just Herzog, che si occupa di questioni familiari.

“Quest’anno abbiamo co-finanziato la campagna dell’ASPE”, sottolinea Herzog, “abbiamo un budget di 250’000 franchi all’anno”.

La decisione del Tribunale federale è comunque un’ulteriore atto di sensibilizzazione nei confronti di un fenomeno dai risvolti sempre più drammatici.

swissinfo e agenzie

La Costituzione federale stabilisce che trattamenti e correzioni umilianti sono illegali quando pregiudicano l’integrità fisica o psichica di un bambino.

Nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei bambini si afferma inoltre che questi hanno il diritto di crescere mantenendo la loro integrità fisica e psichica.

La Convenzione è stata firmata anche dalla Svizzera. Eppure sono ancora troppi i casi di maltrattamenti e punizioni violente, impartiti in nome di “un’educazione correttiva”.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR