Sulle tracce dei fantasmi del Palazzo delle Nazioni
Mentre il Palazzo delle Nazioni di Ginevra - la sede europea dell’ONU - sta per subire un’ampia ristrutturazione, il fotografo François Vermot ha catturato le diverse epoche riflesse dall’edificio e dal suo arredamento. Sono immagini che evocano lo stile e l’atmosfera degli anni ’30 e ’70 del secolo scorso.
Questo contenuto è stato pubblicato il 25 marzo 2017 - 11:00Intitolata “L’impronta diplomatica”, la serie fotografica non raffigura nessuno. Una scelta che apre la strada verso un viaggio nel tempo e verso l’immaginario, per usare le parole di François VermotLink esterno.
«In numerosi angoli reconditi del Palazzo delle Nazioni, il visitatore è trasportato nel passato, da qualche parte negli anni ’30 o ’70, rispettivamente le epoche della costruzione e dell’ampliamento del sito».
L’architettura è autoritaria e la casa del mondo è stata costruita con intenzioni chiare. Ma nella pratica, quest’aura originale è rimessa in questione dall’attività degli uomini. L'arredamento, che doveva essere raffinato e rappresentativo della funzione del luogo, è stato rivisto e adeguato in diversi punti per rispondere alle esigenze dei diplomatici. Lo stesso succede nel mondo all’esterno, quando le intenzioni umaniste si scontrano con la realtà degli umani.
Entro il 2023 l’edificio sarà - per la prima volta - interamente rinnovato. I lavori sono già in corso.
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