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Un chip per entrare senza visto negli USA

Gli Usa insistono: i dati biometrici sono fondamentali per identificare con sicurezza una persona Keystone

In futuro il passaporto svizzero potrà contenere dei dati biometrici, come l’immagine digitalizzata del volto del suo detentore.

Il governo ha dato il suo via libera ad un progetto pilota che riguarda i nuovi documenti d’identità, grazie ai quali gli svizzeri potranno continuare a recarsi senza visto negli Stati uniti.

L’identità, è una delle poche cose di cui è difficile disfarsi, forse per questo nel corso della storia le è stato attribuito un tale valore. Al punto che dichiarala è diventato un obbligo. Non ci facciamo nemmeno più caso quando ci chiedono una carta d’identità o un passaporto che certifichi la nostra data di nascita, la nostra altezza e qualche altra amenità (da quanti anni è che non portiamo più il taglio di capelli riportato dalla foto?).

Ma fotografie e documenti cartacei sembrano ormai il passato. Ora arrivano i chip con i dati biometrici, caratteristiche di un essere umano che non cambiano con il tempo, come le impronte digitali, l’iride, i rapporti tra le ossa del cranio… A chiederli sono soprattutto gli Stati uniti, ma la Svizzera, che ha deciso di dare seguito alla richiesta degli USA introducendo un progetto pilota per la distribuzione di passaporti biometrici, fa notare che si tratta di una tendenza internazionale.

Anche l’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale, un organismo dell’Onu che emana direttive e raccomandazioni relative ai documenti di viaggio, ha chiesto nel 2003 di inserire nei documenti un’immagine del viso registrata elettronicamente. In una conferenza stampa, il ministro della giustizia Christoph Blocher ha affermato che probabilmente a breve termine anche l’Unione europea chiederà la stessa cosa.

Grande fratello?

Resta la questione del diritto alla privacy, sollevato da più parti. Chi garantirà che i dati biometrici contenuti nei passaporti saranno solo letti dal computer e non registrati in un’immensa banca dati? Con la soluzione di un progetto pilota, la Svizzera per il momento non si confronta direttamente con questa problematica, anche se la Confederazione ammette che i lavori legislativi dovranno svolgersi a stretto contatto con i cantoni, in particolare per quanto riguarda la protezione dei dati.

Kosmas Tsiraktsopoulos, il portavoce dell’incaricato federale per la protezione dei dati, non vede particolari motivi di preoccupazione per l’introduzione dei dati biometrici nei passaporti. Non si tratta di «un primo passo», verso l’annientamento della sfera privata, ha dichiarato Tsiraktsopoulos, anche se effettivamente ci sono dei rischi legati alla possibile diffusione dei dati contenuti nel chip. C’è dunque da temere l’avvento di una società come quella descritta da Orwell nel «Grande fratello»? No, anche se le nuove tecnologie, come internet, hanno dato il la ad uno slittamento in questa direzione.

Facoltativo e destinato a chi ne ha davvero bisogno

Nella sua decisione di mercoledì, il Consiglio federale prevede che i passaporti con i dati biometrici vengano rilasciati solo a chi ne farà espressamente richiesta. Il richiedente dovrà inoltre dimostrare di averne effettivamente bisogno. Ciò significa che in un primo tempo a richiederlo dovrebbero essere solo le persone che si recheranno negli Stati Uniti dopo il 26 ottobre 2005 e che non sono ancora in possesso di un passaporto leggibile elettronicamente.

Gli Usa, infatti, continueranno ad accettare i passaporti leggibili elettronicamente (modello 2003), a patto che siano stati emessi prima del 26 ottobre 2005. Chi ha un vecchio passaporto (modello 1985) dovrà rassegnarsi da subito (ottobre 2004) a chiedere un visto d’entrata anche per soggiorni di lavoro e turistici inferiori ai 90 giorni.

Al momento, dunque, i cittadini svizzeri sembrano avere ancora l’opportunità di scegliere se far registrare i propri dati biometrici o no. La possibilità di scelta però è limitata nel tempo. Se il progetto pilota del Consiglio federale darà i suoi frutti, fra qualche anno i passaporti con dati biometrici potrebbero essere una realtà inevitabile per tutti gli svizzeri.

Un progetto quinquennale da 14 milioni

I cittadini svizzeri avranno la possibilità di richiedere un passaporto con dati biometrici a partire dalla fine del 2005. Il rilascio dei passaporti si effettuerà nel corso di un piano quinquennale. Durante questo periodo si potrà richiedere facoltativamente il nuovo passaporto a condizione di averne bisogno.

Per l’emissione dei passaporti biometrici verranno attrezzati una mezza dozzina d’uffici. Non è stato ancora deciso dove saranno ubicati, particolare non indifferente questo, visto che chi desidera un passaporto deve dapprima fare una richiesta nel comune di domicilio e poi recarsi in uno degli uffici specializzati per far registrare i dati biometrici (al momento si pensa ad una fotografia digitalizzata del viso eventualmente accompagnata da un altro parametro). Il passaporto potrà essere richiesto anche in numerose rappresentanze svizzere all’estero.

Il Consiglio federale ha deciso di varare il progetto pilota per evitare i rischi d’investimenti sbagliati in una tecnologia non ancora sufficientemente sperimentata. Si tratta in particolar modo di valutare in quale modo inserire il chip nel passaporto affinché non corra il rischio di essere danneggiato. Per evitare gli sprechi sarà poi necessario valutare attentamente i costi di produzione legati alle varie soluzioni proposte.

In totale il progetto, che si concluderà nel 2010, dovrebbe costare 14 milioni di franchi e soddisfare tra le 50’000 e le 100’000 richieste di passaporti biometrici. Non è ancora chiaro invece quanto costerà il passaporto tecnologico al cittadino, ma sarà quasi certamente più caro di quello attuale, ha ammesso Blocher. Inoltre, molto probabilmente la sua validità sarà limitata a cinque anni invece degli attuali dieci. Questo per ragioni legate alla durata del chip elettronico.

swissinfo e agenzie

26.10.2005: da questa data per entrare negli Usa senza visto sarà necessario avere un passaporto biometrico
Saranno tuttavia accettati i passaporti leggibili elettronicamente emessi prima del 26.10.2005
Un progetto pilota svizzero da 14 milioni di franchi prevede di emettere fino a 100’000 passaporti biometrici tra il 2005 e il 2010.

La biometria calcola e misura le caratteristiche fisiche degli esseri viventi, in particolare degli esseri umani.

Le caratteristiche biometriche come l’immagine del viso, le impronte digitali, la scansione dell’iride, la forma dell’orecchio, la statura o il colore degli occhi contribuiscono ad identificare una persona in modo sicuro.

Oggi i dati biometrici sono già in uso in diversi ambiti, ad esempio per l’accesso ad impianti di sicurezza.

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