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Garanzia svizzera per il nuovo canale di Panama

L'ampliamento del canale di Panama, aperto nel 1914, raddoppierà la capacità del traffico marittimo. Reuters

Rotta marittima e collegamento strategico tra l’Atlantico e il Pacifico, il canale di Panama festeggerà un secolo di vita nel mese di agosto, ma senza troppi sfarzi. Un ambizioso progetto di espansione ha scatenato un conflitto finanziario la cui risoluzione dipende, in gran parte, dal ruolo svolto dalla compagnia svizzera di assicurazione Zurich.

A scatenare il problema sono stati quei conti che non quadrano più. Nel 2009 i costi per i lavori di ampliamento del canale di Panama erano stimati a 3,3 miliardi di dollari. Cinque anni più tardi, però, sono lievitati di 1,625 miliardi. Si è trattato di un errore del calcolo del preventivo finanziario? Di inefficienza dei costruttori? E soprattutto chi pagherà la fattura?

Da qui il contenzioso sorto a inizio 2014 tra l’Autorità del canale (ACP) e il consorzio internazionale Grupos Unidos por el Canal (GUCP), di cui fanno parte l’impresa di costruzione spagnola Sacyr, l’italiana Salini Impregilo, la panamense CUSA e la belga Jan de Nul. Questa battaglia ha messo in pericolo circa 10mila posti di lavoro. Quanto alla Zurich Assicurazioni, è la chiave per l’ottenimento di fondi freschi.

Problemi geologici

A inizio anno Paolo Moder, coordinatore del consorzio GUCP, ha denunciato pubblicamente la responsabilità di Panama per il superamento del 50 per cento dei costi previsti. Stando al gruppo, le autorità non hanno identificato chiaramente – prima della gara d’appalto – tutta una serie di problemi geologici che hanno impedito alle ditte di costruzione di rispettare i tempi e i costi iniziali.

Secondo il governo panamense, circa 14mila navi – con un carico complessivo di 300 milioni di tonnellate – attraversano ogni anno questo canale che collega l’oceano Atlantico al Pacifico.

La costruzione del canale è opera degli Stati Uniti, che all’epoca avevano il controllo su tutta la zona. Il passaggio è stato aperto nel 1914 e inaugurato ufficialmente un anno dopo. Il 1° gennaio 2000, Washington ha restituito a Panama il controllo del canale e della zona circostante.

Da allora l’Autorità del canale (ACP) – organo di Stato – è responsabile della sua gestione e amministrazione. La costruzione di un terzo set di chiuse è il primo progetto di espansione del canale.

Le autorità hanno respinto le accuse e hanno chiesto al consorzio di mantenere la parola data. La vertenza ha raggiunto l’apice in febbraio e ha portato a un blocco dei lavori, una decisione costosa per entrambe le parti. Da qui l’apertura di un arbitrato internazionale a Miami.

«Ci aspettavamo che il progetto fosse terminato entro fine anno. L’impatto economico stimato è di 300 milioni di dollari per un anno di ritardo», ha affermato Jorge Quijano, amministratore dell’ACP durante l’inaugurazione del vertice regionale del Forum economico mondiale, svoltosi a Panama.

La controversia ha minato anche l’immagine della società spagnola Sacyr, leader del consorzio di costruttori, le cui azioni sono calate in modo considerevole.

Per la compagnia assicurativa svizzera Zurich, il conflitto ha confermato l’esistenza di un nuovo mercato: i mega progetti di costruzioni necessitano infatti di una sicurezza che il settore assicurativo può fornire.

Intervento della ditta svizzera

I lavori non potevano però essere bloccati in eterno. Il Consiglio di risoluzione dei conflitti – un organo di mediazione panamense composto d’esperti indipendenti – ha consigliato alle parti di continuare i lavori, ciò che rappresenta la soluzione meno costosa. Anche la Zurich ha invitato a una conciliazione.

Dopo diverse settimane di negoziati, nel mese di marzo autorità e consorzio hanno raggiunto un accordo che ha permesso una graduale ripresa dei lavori. Il conflitto non è però ancora del tutto risolto, anche perché l’arbitrato del collegio di Miami è tuttora in corso.

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Il gruppo GUCP conferma comunque che dei progressi ci sono stati: «Sia l’ACP che noi costruttori ci siamo impegnati a fornire 100 milioni di dollari ciascuno per consentire l’avanzamento del cantiere. È inoltre previsto un finanziamento straordinario da parte del consorzio di circa 400 milioni di dollari, nel quale la Zurich Assicurazioni – che ha sottoscritto l’intesa – svolgerà un ruolo chiave».

Il 90 per cento dei fondi stanziati da autorità e consorzio è stato destinato a saldare i debiti con le società di subappalto. «L’intenzione è di concludere la terza serie di chiuse entro dicembre 2015, dunque circa 15 mesi dopo la data prevista», ha affermato il GUCP.

La Zurich non ha voluto rilasciare alcun commento sulla sua partecipazione all’ampliamento del canale di Panama, invocando la clausola di riservatezza. Tuttavia, fonti panamensi vicine al dossier che preferiscono mantenere l’anonimato, hanno confermato a swissinfo.ch che la multinazionale svizzera ha liberato un “Performance Bond” (garanzia di buona esecuzione) di 400 milioni di dollari.

Ciò non significa che la Zurich debba forzatamente stanziare questi fondi, spiega la nostra fonte. Il suo contributo serve unicamente da garanzia di indennizzo nel caso in cui i lavori non fossero ultimati e permette così al GUCP di accedere a nuovi finanziamenti bancari.

Il consorzio ha inoltre previsto la vendita dei propri macchinari per un importo di circa 200 milioni di dollari.

Vendere certezza

Dopo la crisi del 2008, le cauzioni assicurative sono diventate un tassello fondamentale per i mega progetti di costruzione. In uno studio recente sul tema, Michael Bond, responsabile della divisione garanzie della filiale nordamericana della Zurich, ha affermato che la recessione economica ha favorito il mercato delle garanzie assicurative.

Le fonti panamericane contattate da swissinfo.ch affermano che nelle prossime settimane saranno comunicati i dettagli del finanziamento garantito al consorzio GUCP e l’esito del caso. Ma confermano anche che «senza garanzie non ci sono soldi».

2006: È annunciata l’intenzione di ampliare il canale di Panama, attraverso la costruzione di un terzo set di chiuse, la cui conclusione è prevista entro fine 2014.

2009:  Il consorzio GUCP (Grupos Unidos por el Canal) vince la gara d’appalto.

2014: Scoppia la lite tra il consorzio GUCP e l’autorità responsabile della gestione del canale (ACP).

Gennaio: Il consorzio GUCP annuncia la sospensione dei lavori a causa di una mancanza di liquidità. L’ACP respinge la decisione e la proposta di mediazione della Commissione europea. Le parti chiedono l’intervento della compagnia di assicurazione svizzera Zurich.

Febbraio: I negoziati vengono interrotti e i lavori bloccati. Stando all’ACP, la Zurich dovrebbe permettere che la garanzia di 400 milioni di dollari concordata con il consorzio si traduca in fondi per permettere il proseguimento delle opere.

Marzo: Il consorzio GUCP, l’autorità panamense ACP e la compagnia svizzera Zurich raggiungono un accordo iniziale. I lavori riprendono. L’intesa raggiunta permetterà l’accesso a nuovi fondi da parte del settore finanziario, secondo fonti vicini al dossier.

(Traduzione dallo spagnolo)

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