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Un bilancio mitigato per i 10 anni dei diritti del bambino

Circa 400 bambini e giovani si sono riuniti lunedì a Berna per chiedere una migliore protezione dei loro diritti Keystone

Malgrado vi sia stata un'evoluzione positiva, la Svizzera potrebbe fare ancor di più per applicare i diritti del bambino, secondo le organizzazioni di protezione dell'infanzia.

La Convenzione dell’ONU sui diritti dell’infanzia è stata ratificata esattamente dieci anni fa dal parlamento svizzero, malgrado le resistenze dell’ala conservatrice.

È un bilancio in chiaroscuro quello stilato lunedì da diverse organizzazioni per la protezione dell’infanzia in occasione del decimo anniversario della ratifica da parte della Confederazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia.

Dal 26 marzo 1997 – scrive in un comunicato la sezione svizzera dell’associazione Difesa dei bambini internazionale (DEI) – “la volontà politica a tutti i livelli ha permesso di migliorare la situazione dei bambini che vivono sul nostro territorio”.

Miglioramenti

Da quando la Convenzione è stata ratificata, la Svizzera non è infatti rimasta inattiva. La DEI sottolinea in particolare la nuova legislazione contro la violenza domestica, che prevede la possibilità di allontanare dal suo domicilio la persona violenta. In tal modo, i bambini possono restare a casa loro e non devono più cercar rifugio da un parente o in una struttura specializzata.

L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali menziona da parte sua la nuova legislazione sul divorzio, che accorda più importanza al diritto del bambino di essere ascoltato, l’introduzione dell’assicurazione maternità e l’armonizzazione degli assegni famigliari, nonché la modifica del codice penale che permette di punire chi possiede materiale pedopornografico.

Tuttavia, sono necessari ulteriori progressi, come hanno ricordato oltre 400 bambini e giovani riunitisi lunedì mattina a Berna davanti a Palazzo federale.

Ulteriori progressi

La DEI, ad esempio, chiede al governo elvetico di “abolire ogni forma di castigo fisico e di trattamento degradante”. Inoltre, insiste affinché vengano organizzate delle campagne di educazione sul tema della violenza nei confronti dei bambini nelle famiglie e nelle scuole.

L’UNICEF, da parte sua, vuole incoraggiare maggiormente la possibilità per i bambini di essere ascoltati.

Pro Juventute ricorda invece che in Svizzera “un bambino su dieci cresce in un contesto di povertà e non ha quindi le stesse opportunità di partecipare alla vita sociale”.

A livello internazionale, il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia preconizza, tra le altre cose, che le somme versate a titolo di aiuto allo sviluppo siano collegate all’applicazione dei diritti del bambino.

Diritti ancora poco conosciuti

Sforzi sono inoltre necessari per far conoscere meglio questi diritti, come emerso da un sondaggio effettuato da Terre des Hommes.

La maggior parte dei 3’200 adulti e allievi interrogati pensa infatti che i diritti dell’infanzia riguardino solo i bambini nei paesi in via di sviluppo e più di due persone su dieci non ne hanno mai sentito parlare.

Inoltre, molti diritti sono semisconosciuti: ad esempio, pochissime persone sono al corrente che un bambino ha il diritto di essere ascoltato e di dare la propria opinione.

“Genitori, insegnanti e poteri pubblici devono far conoscere meglio i diritti del bambino e le responsabilità di ognuno”, conclude Anna Volz, di Terre des Hommes.

swissinfo e agenzie

Esattamente dieci anni fa, il parlamento svizzero ha ratificato la Convenzione dell’ONU del 1989 sui diritti dell’infanzia.

Questo testo rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante in materia di promozione e tutela dei diritti dell’infanzia. Per gli Stati che la ratificano, la Convenzione è giuridicamente vincolante.

La Convenzione garantisce tre categorie di diritti: la protezione (ad esempio il diritto alla protezione contro gli abusi sessuali), la sopravvivenza (ad esempio il diritto al cibo) e lo sviluppo (ad esempio il diritto all’educazione).

Alla base di questa convenzione vi è una nuova concezione del bambino, non più un essere privo di libero arbitrio ma un individuo a pieno titolo.

In occasione dei dieci anni della ratifica da parte della Confederazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia, Terre des Hommes ha effettuato un sondaggio tra 3’200 bambini ed adulti in Svizzera.

Più del 21% ha dichiarato di non aver mai sentito parlare di diritti del bambino.

Il 58,5% ha potuto menzionare almeno uno di questi diritti e solo l’8,7% ha potuto definire la Convenzione.

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