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Un’arma in più per la sicurezza su Internet

I pericoli sul web si annidano ovunque. www.melani.admin.ch

Virus, vermi, spam…le minacce che imperversano su internet fanno perdere la pazienza a milioni d’internauti e miliardi all’economia.

Da inizio dicembre un sito dell’amministrazione federale fornisce utili consigli per proteggersi e dà la possibilità di notificare gli attacchi informatici.

Nel 1989 ne erano stati censiti 18; oggi il loro numero è 1’000 volte superiore. L’avvento della società dell’informazione è andato di pari passo con l’aumento esponenziale di virus informatici e derivati e della pirateria.

Privati ed imprese sono vittime ogni giorno di migliaia di attacchi. Secondo le stime dell’Ufficio federale della comunicazione, i soli “spam”, i messaggi pubblicitari indesiderati, nel 2004 sono costati all’economia elvetica ben quattro miliardi di franchi. E ciò senza tener conto dei veri e propri atti di pirateria, che creano grattacapi non da poco e possono sfociare, tra l’altro, nella cancellazione dell’archivio dati o nell’appropriazione d’informazioni.

Gli “hacker” sembrano rivaleggiare in originalità. Le grandi aziende spendono milioni per proteggersi e le attività legate della sicurezza informatica stanno facendo registrare tassi di crescita ben superiori al resto dell’economia: secondo alcune stime, nel 2005 questo “business” dovrebbe generare una cifra d’affari di 20 miliardi di euro.

La Confederazione reagisce

Per tentare di arginare questo fenomeno, anche le autorità sono salite al fronte. Da inizio dicembre, è attivo www.melani.admin.ch, il sito della Centrale d’annuncio e d’analisi per la sicurezza dell’informazione della Confederazione.

Obiettivo di questo portale, ci dice Mauro Vignati, dell’Ufficio federale di polizia, “è di creare una piattaforma per raccogliere informazioni e farne partecipi imprese e privati”.

Il sito si rivolge da un lato alle infrastrutture nazionali sensibili, come ad esempio i fornitori di energia elettrica, che possono scambiarsi informazioni e alle quali viene fornita una consulenza per il riconoscimento precoce d’attacchi.

A “melani” possono però far capo anche privati e piccole e medie imprese, sia per avere le ultime notizie sia per segnalare tentativi d’intrusione. Ad esempio, si può accedere ad una sezione “attualità”, che avvisa sui nuovi metodi usati da pirati e criminali, nonché fornisce degli avvertimenti in materia di lacune di sicurezza.

Un servizio di sola informazione

Per lottare contro la criminalità su internet, le autorità federali dispongono già di uno strumento. Il sito www.kobik.ch, gestito dal Servizio nazionale di coordinazione per la lotta contro la criminalità su Internet (SCOCI), ha quale obiettivo di fornire al pubblico i mezzi per denunciare la presenza di contenuti sospetti sul web come la pornografia dura e il razzismo, oppure la diffusione di virus e l’accesso illecito a sistemi di computer.

Rispetto a questo strumento già esistente, “melani” “vuole invece essere solo un servizio d’informazione e non di denuncia”, sottolinea Mauro Vignati. Per tale ragione, si possono inoltrare delle notifiche in maniera completamente anonima.

Si è voluto adottare questa procedura anche nell’ottica di quelle imprese “che non vogliono sporgere denuncia, ad esempio per motivi d’immagine”.

Primi segnali incoraggianti

Statistiche non sono ancora disponibili, poiché il sito è attivo da poche settimane, ma i primi segnali sono incoraggianti: “riceviamo giornalmente delle segnalazioni”, indica Mauro Vignati.

Gli internauti possono accedere a una vasta gamma d’informazioni. Oltre ai preziosi consigli sulle norme di base per proteggere il proprio computer e a una lunga lista di link, si può consultare un assai utile glossario, che vi svelerà cosa si cela dietro a termini come “phishing”, “cavalli di Troia” o “social engineering”.

Prossimo bersaglio, la nuova generazione di telefonini

Fino ad oggi “limitato” al mondo dell’informatica, il fenomeno della pirateria potrebbe però presto conoscere altri e promettenti – si fa per dire – sbocchi.

In Svizzera i telefonini sono stati finora risparmiati dal flagello dei virus. Molto probabilmente si tratta della calma prima della tempesta.

Di pochi mesi fa infatti la notizia dell’apparizione del primo bacillo che ha infestato dei cellulari. “Cabir”, questo il nome dello sgradito ospite, ha contagiato alcuni modelli dell’ultima generazione equipaggiati della tecnologia Bluetooth, che permette lo scambio di dati senza fili tra due apparecchi, ad esempio tra un telefonino e un computer.

In questo caso il virus si è limitato a mettere in bella mostra il suo nome sullo schermo, ma in futuro i problemi potrebbero essere ben altri. I prossimi obiettivi saranno verosimilmente la lettura dell’agenda o dei messaggi SMS, le chiamate telefoniche o lo scaricamento indesiderato di suonerie e giochi.

All’Ufficio federale di polizia per ora non sono ancora stati segnalati casi. Il tema è comunque scottante: “i virus sono ancora in fase di test ma esistono già”, afferma Mauro Vignati, secondo cui “sarà un tema da prendere in considerazione al più presto”.

In ogni modo, anche prendendo tutte le precauzioni immaginabili non si è comunque al riparo da cattive sorprese, sia per quanto concerne i computer che per i telefonini. A farne l’esperienza sono stati gli stessi tecnici dell’amministrazione federale: a metà dicembre, il portale della Confederazione è stato preso di mira da un “hacker”, che si è divertito a far apparire scritte pacifiste su diverse pagine. Questa volta l’incursione è stata tutto sommato innocua. Sarà così anche la prossima volta?

swissinfo, Daniele Mariani

Il sito www.melani.admin.ch è gestito dall’Ufficio federale di polizia, dal Computer Emergency Response Team della Fondazione Switch e dall’Organo di strategia informatica della Confederazione.

Nel maggio del 2004, il virus Sasser ha paralizzato più di 5 milioni di computer.
L’autore del virus, un liceale tedesco, è stato arrestato. In attesa del processo, è stato assunto da una ditta attiva nel campo della sicurezza informatica.
Nel solo mese di agosto del 2003, i virus Blaster, Welchia e Sobig hanno causato danni per almeno 2,5 miliardi di franchi.

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