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Un anno a tutto mondiali

Ancora un oro! A Mendrisio Fabian Cancellara si è confermato l'asso della cronometro Keystone

Nel 2009 il Ticino ha accolto per la quarta volta i Mondiali di ciclismo, disputatisi a fine settembre a Mendrisio. Un'edizione che porta il marchio di Evans e Cancellara. Trionfando nella cronometro e sfiorando il bis nella prova in linea, l'elvetico ha coronato una stagione ricca di soddisfazioni.

“Mi sarebbe piaciuto molto correre su questo percorso. È magnifico e molto difficile”. Alla vigilia dei mondiali, praticamente tutti erano d’accordo con la constatazione fatta da Eddy Merckx, campione del mondo nel 1971 proprio a Mendrisio e protagonista di uno splendido duello con Felice Gimondi: sulle strade del Mendrisiotto ci sarebbe stato spazio solo per campioni veri.

Attribuendo nel 2005 l’organizzazione dei Mondiali al Magnifico Borgo, come è soprannominata Mendrisio, l’Unione ciclistica internazionale ha premiato probabilmente non solo il percorso e la solidità del dossier presentato dal presidente del Velo Club Mendrisio Marco Sangiorgio e dai suoi collaboratori, ma anche una lunga tradizione. Una tradizione che ha fatto del Ticino e del Nord Italia in generale una vera e propria terra di ciclismo, come testimoniano ogni fine settimana le interminabili file di cicloamatori che percorrono la regione.

E l’UCI non deve aver rimpianto la scelta. Le gare non hanno tradito le attese, l’organizzazione è stata impeccabile e il pubblico è accorso numeroso, attirato anche dal magnifico sole settembrino, che per tutta la settimana ha riscaldato la regione.

Dall’Australia con furore

Per domare il circuito di 13,8 chilometri percorso 19 volte ci voleva, come detto, un campione vero. E l’australiano Cadel Evans ha dimostrato di esserlo.

Grazie a un poderoso allungo sull’ultima salita che ha lasciato sul posto tutti i suoi diretti rivali, Evans è riuscito in un colpo solo a mettere a tacere coloro che vedevano in lui una sorta di “Poulidor” australiano e a conquistare la vittoria più prestigiosa della sua carriera, offrendo nello stesso tempo al suo paese il primo alloro mondiale.

Una vittoria salutata rumorosamente anche dal pubblico ticinese, che lo conosce ormai bene, visto che da qualche anno vive a Stabio, a pochi chilometri da dove era situato il traguardo.

“Vola Fabian”

A far vibrare gli oltre 120’000 appassionati di ciclismo assiepati lungo il percorso ci ha pensato però soprattutto Fabian Cancellara, che alla vigilia era considerato un ‘outsider’, viste le difficoltà del percorso.

Spinto dai suoi tifosi, però, il bernese ha messo il fuoco alle polveri negli ultimi chilometri della gara, non riuscendo tuttavia a fare il ‘buco’.

“Fa male essere così vicini al successo e non riuscire a centrarlo, soprattutto davanti al proprio pubblico”, ha commentato Cancellara, quinto alle spalle di Evans, del russo Kolobnev e degli spagnoli Rodriguez e Sanchez.

Il ciclista della Saxo Bank non è comunque tornato a casa con le mani vuote, poiché nella cronometro è letteralmente volato, distaccando di quasi un minuto e mezzo lo svedese Gustav Larsson e di due minuti e mezzo il tedesco Tony Martin.

Già vincitore nella gara contro il tempo alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 e ai Mondiali nel 2006 a Salisburgo e nel 2007 a Stoccarda, ‘Spartacus’ – come è soprannominato – avrebbe voluto centrare una storica doppietta, imponendosi anche nella gara in linea. Un appuntamento rimandato al 2010 a Melbourne?

Quali orizzonti?

Al di là del terzo titolo mondiale a cronometro, nel 2009 Fabian Cancellara ha saputo dimostrare di essere un ciclista completo e non solo uno specialista delle prove contro il tempo e di alcune classiche.

Dopo un avvio di stagione difficile, contraddistinto da una caduta in fase di preparazione, dalla rinuncia alla Milano-Sanremo e da magri risultati nelle classiche del nord, Cancellara è riuscito a tornare in forma nel mese di giugno, vincendo per la prima volta un giro a tappe importante.

Certo, l’edizione 2009 del Tour de Suisse era stata disegnata su misura per lui. Sulle (poche) salite, però, il bernese è riuscito a stare al passo dei migliori scalatori.

In luglio, al Tour de France si è subito impadronito della maglia gialla, vincendo il prologo disputato a Montecarlo e infliggendo ben 19 secondi ad Alberto Contador, un vero e proprio distacco abissale se si pensa che il percorso era di soli 7,5 chilometri. Una maglia che è poi riuscito a difendere per sei giorni, diventando così il ciclista svizzero ad averla indossata più a lungo (15 tappe tra il 2004 e il 2009).

Lo scenario si è poi ripetuto anche alla Vuelta in settembre, dove ha conquistato la maglia ‘amarillo’ nel prologo.

Risultati, questi, che hanno confermato i progressi compiuti dal bernese. A Mendrisio Spartacus’ ha risposto a chi gli diceva che il percorso era troppo duro per lui ‘disputando una gara in linea perfetta e dimostrando di avere una potenza e una forza di volontà fuori dal comune. Delle qualità che gli permettono di affrontare sfide che sembrano perse in partenza. E chissà che un giorno proprio grazie a questa qualità Cancellara non riesca a coronare anche il suo più grande sogno: percorrere gli Champs Elysées vestito di giallo…

Daniele Mariani, swissinfo.ch

Fabian Cancellara è nato il 18 marzo 1981 a Wohlen (Berna). I suoi genitori sono originari della provincia di Potenza.

È passato professionista nel 2001.

Nel corso della sua carriera ha vinto la medaglia d’oro nella cronometro e la medaglia di bronzo nella gara in linea ai Giochi olimpici di Pechino.

Nel 2006, nel 2007 e nel 2009 si è laureato campione del mondo a cronometro.

Inoltre ha vinto una Parigi-Roubaix (2006), una Tirreno-Adriatico (2008), una Milano-Sanremo (2008) e il Tour de Suisse (2009.

Tra il 2004 e quest’anno, al Tour de France ha indossato la maglia gialla per 15 tappe.

Prima dell’edizione di quest’anno, nel canton Ticino erano già stati organizzati tre campionati del mondo di ciclismo su strada.

La prima volta fu nel 1953 a Lugano. Si impose Fausto Coppi.

Nel 1971 a Mendrisio trionfò invece il belga Eddy Merckx, battendo in volata Felice Gimondi.

A Lugano nel 1996 vinse ancora un belga, Johan Museeuw, che in volata staccò l’idolo di casa Mauro Gianetti.

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