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Ulivi sotto il sole? Benvenuti in Ticino!

Il ramo d'ulivo, parte integrante del paesaggio ticinese (fonte Internet)

Sole tutto l'anno, palme, fiori a profusione e...ulivi, con tanto di olio extra vergine. Non è la Sicilia ma la Svizzera italiana dove, da qualche anno, rivive "la magia" dell'ulivo.

Passeggiata lungo il Sentiero dell’Ulivo, tra Castagnola e Gandria, sulle tracce di antichi uliveti.

La prima reazione è lo stupore: ulivi e relativo olio in Ticino? Senza dubbio una moda passeggera. In realtà questa pianta conviveva già coi nonni dei nonni dei ticinesi nel Locarnese, nel Luganese e nel Mendrisiotto. Piuttosto a sud, insomma.

Qualche secolo di vita

Roberto Brunetti, dell’Ufficio fito-sanitario del Canton ticino, spiega a swissinfo che effettivamente “la pianta d’ulivo in questa regione c’è da secoli, come nelle zone italiane confinanti, soprattutto quelle lacustri.”

Ed è curiosa anche l’ipotesi di alcuni botanici secondo i quali l’albero dell’ulivo non è nato nelle regioni mediterranee, ma sarebbe originario proprio delle zone dei laghi prealpini.

Nel 1600 l’olio “ticinese” veniva ricavato dai frantoi per uso alimentare. Stando ad uno storico svizzero, il Franscini, sulle rive dei laghi Cisalpini, l’ulivo è coltivato almeno dal VII secolo.

Nel 1800 in Ticino l’olio era impiegato soprattutto come combustibile e i suoi ramoscelli per le cerimonie religiose: per scongiurare il pericolo delle grandinate, si suonavano le campane di tutte le chiese e si bruciava all’esterno l’ulivo benedetto.

Dal frantoio al dimenticatoio

Col passare degli anni, l’olio della zona di confine tra Italia e Svizzera ha perso d’importanza: troppo lavoro e poca rendita hanno praticamente portato all’estinzione gli ulivi.

E l’arrivo sul mercato di prodotti alternativi quali burro, margarina, olio di semi vari ha dato il colpo finale alle pur modeste produzioni del dopoguerra.

Una nuova stagione d’oro

Tornando ai nostri giorni, l’interesse per l’ulivo e per l’olio d’oliva sta avendo nuova linfa in Ticino e nella regione insubrica dove da una ventina d’anni si è cercato – con successo – di riprendere la coltivazione dell’ulivo, motivati anche dal forte interesse da parte dei botanici, valorizzando le piante secolari rimaste e iniziando la piantumazione di alcune centinaia di nuovi esemplari.

Così oggi il Ticino produce olio extra vergine d’oliva

“Da noi ha passato tutti i test, in Ticino si produce un buon olio”, spiega a swissinfo Mario Jäggli, direttore del Laboratorio cantonale per la salvaguardia della salute pubblica e la tutela dei consumatori dalle frodi.

La Angelo Delea SA di Losone afferma di aver piantato circa 1200 ulivi: “abbiamo scelto una qualità resistente, tipo quella della Riviera del Garda.”

A quando il primo raccolto? “Molto presto. Ci teniamo a specificare che le olive saranno raccolte rigorosamente a mano. L’olio sarà poi utilizzato nel nostro agriturismo.”

L’olio ticinese è invece già in produzione presso la Tamborini Carlo Eredi SA di Lamone. “Abbiamo iniziato la sperimentazione circa 10 anni fa”, spiegano a swissinfo, “sul Colle degli Ulivi a Coldrerio.” Vicino al confine con la Lombardia.

“Ora produciamo circa 450 litri di olio all’anno, ossia 900 bottiglie da mezzo litro.”

Quindi anche il Ticino può vantare la produzione di un olio extra vergine, la cui acidità si attesta a 0,55, su livelli di assoluta eccellenza.

“Il nostro è un olio finissimo, leggero, fruttato e delicato, particolarmente consigliato per condimenti di pesce e piatti delicati.”

Gli eredi Tamborini hanno tra l’altro piantato 150 ulivi a Gandria, e ciò ci porta ad esplorare…

un sentiero didattico…

…con la natura a portata di mano. Si chiama Sentiero dell’Ulivo, ed è un lungo percorso didattico che collega Castagnola a Gandria, in una zona in cui sono ancora visibili le preesistenze di antichi uliveti, e nella quale è stata da poco reintrodotta la coltivazione dell’ulivo stesso.

Il percorso, che si snoda a fianco del lago di Lugano, presenta squarci paesaggistici di incantevole bellezza. Il sentiero è disseminato di pannelli esplicativi.

Durante la passeggiata si possono ammirare le antiche piante, come il gigantesco ulivo del Carlìn, ma anche vari aspetti della produzione dell’olio, come la mola a trazione animale conservata nella casa La Filanda di Gandria.

Non manca la polemica

Pro natura ha difatti inoltrato ricorso al Governo ticinese contro il progetto di “allargare” l’uliveto a Gandria, progetto che vuole ricostruire l’antico paesaggio del XV secolo.

L’associazione ambientalista considera dubbia questa valorizzazione che verrebbe ottenuta anche sacrificando parte del bosco che attornia l’uliveto.

“Il problema di base”, spiega a swissinfo Luca Vetterli, di Pro Natura Ticino, “è che verrebbero disboscati 2300 metri quadrati di un pregiato bosco di carpino nero e orniello, raro non solo in Ticino ma in tutta la Svizzera.”

In pratica, ci sarebbe sproporzione tra ciò che si perde e ciò che si guadagna.

swissinfo, Maddalena Guareschi, Lugano

Non è il Mediterraneo tuttavia col suo clima mite in Ticino crescono numerose piante di ulivo, al punto che non vi è memoria scritta su quando queste siano comparse.

Certa la data del XIX secolo circa l’uso di olio d’oliva come combustibile per l’illuminazione domestica e come simbolo sacro.

La storia alimentare dell’olio d’oliva in Ticino, invece, risale
al 1600. Le macine, ritrovate in vari luoghi e spesso integrate nelle opere in muratura delle abitazioni come a Gandria, testimoniano l’attività di spremitura per la produzione di olio.

Di recente è ripresa la produzione, a metà tra l’industriale e l’artigianale, di olio di oliva extra vergine ticinese che sta rapidamente richiamando l’attenzione dei gastronomi.

Non tutti sanno che l’ulivo è presente in Ticino da secoli
Ora è il periodo della sua riscoperta di “massa”
In Ticino si produce un ottimo olio extra vergine

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