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UFSP: non soddisfatte condizioni per revoca misure anti-Covid

Secondo l'Ufficio federale della sanità pubblica mancano le condizioni per revocare le misure ancora in vigore contro il coronavirus. Motivo principale: l'obiettivo del governo di vaccinare entro fine luglio tutti coloro che lo vogliono non è stato raggiunto. KEYSTONE/MARCEL BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) Secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) mancano le condizioni per revocare le misure ancora in vigore contro il coronavirus. Motivo principale: l’obiettivo del governo di vaccinare entro fine luglio tutti coloro che lo vogliono non è stato raggiunto.

Le vaccinazioni nei cantoni sono ancora intensivamente in corso e continueranno dopo le vacanze estive, ricorda l’UFSP. Ma “non tutti coloro che volevano essere vaccinati sono stati ancora vaccinati”, sottolinea l’ufficio federale in articolo pubblicato da vari quotidiani svizzerotedeschi del gruppo Tamedia.

Il Consiglio federale aveva annunciato che avrebbe rinunciato alle restrizioni su grandi manifestazioni e spettacoli di vario genere durante la fase di normalizzazione e quindi anche sul certificato che attesta una vaccinazione contro il Covid-19 o le malattia già avuta in precedenza o un risultato negativo del test. Attualmente, i grandi eventi con più di 1000 persone sono riservati alle persone con questo certificato. Per manifestazioni con meno partecipanti gli organizzatori possono decidere se concedere l’accesso solo a chi ha la certificazione.

Quando e se tutti quelli che vogliono essere vaccinati saranno vaccinati, la politica del Consiglio federale si indirizzerà maggiormente sul rischio di sovraccarico per il sistema sanitario. Il governo intende perseguire questa politica anche se la volontà di essere vaccinati non dovesse più aumentare.

A fine giugno Confederazione e Cantoni hanno rivisto al rialzo gli obiettivi della campagna vaccinale contro il SARS-CoV-2, per evitare una nuova ondata autunnale a causa delle mutazioni del virus. Inizialmente si puntava a circa 5,3 milioni di immunizzati, ossia il 60% della popolazione, mentre ora il traguardo è fissato a 6,9 milioni, cioè all’80%.

I dati più recenti riferiscono però che in Svizzera il 53,7% della popolazione ha ricevuto la prima una dose di vaccino, mentre il 47,2% ha già ricevuto anche una seconda iniezione. L’UE ha invece appena annunciato di essere vicina all’obiettivo: circa il 70% dei suoi cittadini è vaccinato con una dose, il 57% col richiamo.

Fra i paesi limitrofi della Svizzera – secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (ECDC) – l’Italia ha il 72,8% di immunizzati con la prima dose ed il 57,5% col richiamo. Le fanno buona compagnia Francia (74,2%; 56,5%), Germania (72,9%; 59,1%) e Austria (69,4%; 59,0%).

A fare decisamente di più sono Malta (84,0% e 82,7% con due dosi somministrate), Irlanda (84,0%; 69,3%) e Spagna (79,4%; 62,8%), tutti Paesi costretti a correre ai ripari sotto l’incalzare delle mutazioni.

Nell’UE “frena” in particolare la Bulgaria, dove solo il 18,6% della popolazione ha ricevuto il primo shot, ed il 16,8% entrambe. Ma non fanno molto meglio neanche la Romania (31,5%; 30,5%) e la Finlandia (79,7%; 39,3%).

Secondo l’organizzazione Our World, al 26 luglio, l’Unione Europea supera ad esempio sia il Regno Unito, col 54,93% di cittadini pienamente immunizzati, che gli Stati Uniti col 48,79%.

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