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UBS: processo in appello, chiesta multa di almeno 2 mia euro

La procura di Parigi ha chiesto oggi una multa di "almeno due miliardi di euro" (2,21 miliardi di franchi) contro UBS, nel corso del suo processo in appello in cui è accusata di aver aiutato sistematicamente i clienti ad evadere il fisco. KEYSTONE/ENNIO LEANZA sda-ats

(Keystone-ATS) La procura di Parigi ha chiesto oggi una multa di “almeno due miliardi di euro” (2,21 miliardi di franchi) contro UBS, nel corso del suo processo in appello in cui è accusata di aver aiutato sistematicamente i clienti ad evadere il fisco.

I due procuratori generali hanno affermato che la banca tra il 2004 e il 2012 aveva effettivamente inviato dipendenti svizzeri per “andare a caccia” illegalmente di facoltosi clienti in Francia, al fine di convincerli a collocare il loro denaro nella Confederazione, lontano dagli occhi delle autorità fiscali francesi.

Hanno chiesto la conferma della colpevolezza della banca, che in prima istanza è stata multata per 3,7 miliardi di euro, la più pesante condanna mai pronunciata in Francia in un caso di evasione fiscale.

Gli inquirenti avevano stimato che gli averi celati allo sguardo del fisco ammontassero ad almeno 10 miliardi di euro. Legalmente UBS deve rispondere di fornitura illecita di servizi finanziari a domicilio (“démarchage”) e di riciclaggio aggravato del provento di frode fiscale.

UBS aveva immediatamente fatto ricorso e ha contestato durante questo secondo processo, iniziato l’8 marzo, di aver infranto la legge.

“Collezionare in abbondanza”

C’era “all’epoca” all’UBS “un grande interesse a raccogliere un sacco di (denaro) offrendo una gestione patrimoniale efficiente ma anche nascondendo la suddetta ricchezza, o parte di essa, alle autorità fiscali francesi”, ha riassunto la procuratrice generale Muriel Fusina.

“Questo è un pezzo di storia” della banca “che speriamo oggi sia totalmente finita”, ha aggiunto, ricordando che il segreto bancario svizzero – “brandito” come “scudo” dagli imputati – si è “incrinato” dal 2018 e dall’entrata in vigore dello scambio automatico delle informazioni tra paesi.

Il secondo procuratore generale, Serge Roques, ha sviluppato la spinosa questione dell’importo della multa subita.

Basandosi su una sentenza della Corte di Cassazione dell’11 settembre 2019, la difesa sostiene che questo importo dovrebbe essere calcolato sulla base delle tasse evase e non sul totale dei fondi nascosti – il che può portare a una significativa riduzione della pena.

Il magistrato, che aveva già promosso l’accusa in prima istanza, ha deplorato la “concezione ristretta” di questa decisione della più alta corte giudiziaria, pur “prendendone nota”: secondo il suo calcolo, l’importo della multa raggiunge ora i 2,2 miliardi di euro.

Complicità

Per quanto riguarda la filiale francese di UBS, che è sotto processo per complicità, l’accusa ha chiesto la conferma della condanna a 15 milioni di euro pronunciata in prima istanza. Pure chiesta la conferma di quelle pronunciate contro cinque ex dirigenti, che andavano fino a un massimo di 18 mesi di prigione sospesi e 300’000 euro di multa.

L’accusa ha anche chiesto la condanna di Raoul Weil, l’unico imputato assolto in prima istanza.

L’avvocato dello Stato, parte civile, aveva precedentemente chiesto un miliardo di euro come risarcimento: in prima istanza, UBS AG, UBS France e tre ex dirigenti sono stati condannati a pagare 800 milioni di euro.

Domani e mercoledì mattina la parola passa alla difesa.

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