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UBS: anche Peter Kurer abbandona il timone

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In carica da un anno, il presidente del consiglio di amministrazione dell'UBS Peter Kurer ha deciso di dare le sue dimissioni in occasione dell'assemblea generale del 15 aprile. Al suo posto il cda propone di eleggere l'ex ministro delle finanze Kaspar Villiger.

Dopo le dimissioni del direttore generale (CEO) Marcel Rohner, una settimana fa, la rinuncia ad un nuovo incarico da parte di Peter Kurer era ormai scontata.

Pur avendo assunto la presidenza del consiglio di amministrazione solo dall’anno scorso, quando l’UBS era già in crisi, Peter Kurer era stato implicato negli anni precedenti, in qualità di responsabile degli affari giuridici, in numerose decisioni che hanno portato la banca sull’orlo del tracollo.

La sua credibilità è stata messa a dura prova in particolare nella vicenda di frode fiscale negli Stati Uniti. A detta di molti, Kurer non poteva non sapere quanto stava succedendo oltreoceano. Uno dei ricchi clienti americani dell’UBS ha recentemente sporto denuncia contro di lui “per aver coperto il sistema”.

“La maggior parte degli obbiettivi che mi ero fissato sono stati raggiunti”, ha dal canto suo dichiarato il presidente del consiglio d’amministrazione dimissionario in una nota pubblicata dall’UBS. Il lavoro svolto da Kurer in questo ultimo anno “merita riconoscenza e rispetto”, ha affermato Sergio Marchionne, membro del consiglio di amministrazione dell’UBS e delegato amministratore della Fiat.

Con la partenza di Kurer, i vertici della banca saranno completamente rinnovati nel giro di poco tempo. Marcel Rohner è già stato sostituito la settimana scorsa dall’ex numero uno del Credit Suisse Oswald Grubel.

Difensore del segreto bancario

Al posto di Peter Kurer, il consiglio di amministrazione dell’UBS propone l’elezione di Kaspar Villiger nel corso dell’assemblea generale degli azionisti in programma il prossimo 15 aprile. L’ex consigliere federale, che aveva diretto per otto anni il Dipartimento federale delle finanze, ha fatto sapere di essere disposto a riprendere questo delicato incarico.

“Sono tempi fuori dell’ordinario per l’UBS e la Svizzera”, ha dichiarato Villiger nel comunicato pubblicato dalla banca. “Mi metto a disposizione per un senso di dovere nei confronti della popolazione e dei cittadini”.

Durante la sua permanenza in governo tra il 1989 e il 2003, il 68enne membro del Partito liberale radicale aveva strenuamente difeso il segreto bancario da qualsiasi attacco. Per portare l’UBS fuori dalla crisi, Villiger ha esortato a riscoprire valori quali l'”integrità, il duro lavoro e l’affidabilità”.

Reazioni generalmente positive

La proposta di nominare Villiger alla presidenza del consiglio d’amministrazione è stata accolta in generale positivamente. L’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) e la Federazione delle imprese svizzere (economiesuisse) hanno espresso soddisfazione.

Per il portavoce di economiesuisse Urs Rellstab, l’ex consigliere federale può sicuramente contribuire a calmare le acque per l’UBS, in particolare per quanto riguarda la vertenza fiscale con gli USA. Inoltre dispone di molta esperienza e di ottime relazioni a livello internazionale.

Thomas Sutter, portavoce dell’ASB, osserva dal canto suo che Villiger conosce molto bene sia la politica federale che la piazza finanziaria elvetica. In questo senso è un complemento ideale del nuovo direttore Oswald Grübel, che porta in dote una enorme esperienza bancaria.

Il presidente del Partito popolare democratico, Christophe Darbelley, e il suo omologo del Partito liberale radicale, Fulvio Pelli, ritengono pure che si tratti di una buona scelta.

Per Christian Levrat, presidente del Partito socialista, un cambiamento alla testa della banca era ormai diventato ineluttabile. Levrat si domanda tuttavia se Villiger non sia un uomo del passato, con una visione del segreto bancario che ormai non è più d’attualità.

Più critico il presidente dell’Unione democratica di centro Toni Brunner, che si è detto molto sorpreso dalla scelta di puntare su Villiger: “La prima domanda che mi sono posto è: conosce qualcosa delle banche? È l’uomo giusto in tempi di crisi?”, ha dichiarato.

swissinfo e agenzie

Esposizione: UBS è una delle banche più colpite dalla crisi finanziaria iniziata nel 2008. È stata particolarmente esposta ai cattivi rischi sul mercato americano.

Perdita: Il 2008 si è chiuso con una perdita storica di circa 20 miliardi di franchi, rispetto ai “soli” 5,2 miliardi dell’anno precedente.

Salvataggio: Il governo e la Banca Nazionale sono intervenuti nel settembre scorso per salvare l’UBS, confrontata ad una grave strettoia finanziaria. La Confederazione ha concesso un prestito di 6 miliardi di franchi, mentre la Banca nazionale riprenderà i “fondi tossici” di UBS, per oltre 45 miliardi di franchi.

Frode: UBS è pure confrontata con un ampio scandalo di frode fiscale negli Stati Uniti. È nel mirino della giustizia, per aver aiutato decine di migliaia di clienti americani ad evadere o frodare il fisco, depositando i loro patrimoni al di fuori del territorio USA.

Querela: Contro il presidente del consiglio di amministrazione dell’UBS Peter Kurer è ancora pendente una denuncia penale, sporta sporta da uno studio di avvocatura che rappresenta otto clienti dell’UBS negli Stati Uniti. A Kurer viene rimproverata la trasmissione illecita di informazioni al fisco americano e la violazione del segreto bancario svizzero.

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