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Salvini in Usa cementa l’asse con Trump e sfida la Ue

Mike Pompeo assieme a Matteo Salvini KEYSTONE/AP/ANDREW HARNIK sda-ats

(Keystone-ATS) “L’Italia è il primo, più credibile, più solido interlocutore degli Usa nell’Unione europea”. Ed è “il più grande Paese europeo con cui gli Stati Uniti possono e vogliono dialogare”.

Matteo Salvini nella sua missione lampo a Washington riceve di fatto quell’investitura che andava cercando e si propone come l’uomo attraverso cui cementare l’alleanza con la Casa Bianca di Donald Trump. Un tentativo che scatena la reazione di Giuseppe Conte che da Milano fa sapere, a chi glielo chiede, che lui parla direttamente con Trump e che i rapporti con gli Stati Uniti sono ben saldi.

“Sono qui per aprire un canale che può essere enorme, e di grandissimo interesse per entrambi”, è il messaggio che il vicepremier italiano consegna nelle mani prima del segretario di stato Mike Pompeo, poi del vicepresidente Mike Pence. “Noi, a differenza di altri Paesi europei, ci siamo”, spiega, tentando di fugare i timori degli alleati per l’incertezza del quadro politico in Italia: “Il nostro governo durerà quattro anni”.

Ma la visita negli Usa di Salvini serve anche per rilanciare la sfida alla Ue, cercando e ottenendo la sponda di Washington. E nell’auspicare una “manovra trumpiana” per arrivare all’obiettivo fortemente voluto del taglio delle tasse, dall’altra sponda dell’Oceano manda a dire a Bruxelles che il governo italiano “non si accontenterà più delle briciole”, “l’Italia non è la Grecia, che l’Europa ha ammazzato”, “il taglio delle tasse si farà”.

“Li convinceremo sulla flat tax con i numeri e con la cortesia, ma se non si convinceranno porteremo lo stesso a casa il taglio delle tasse e a Bruxelles se ne faranno una ragione”. Del resto il vicepremier leghista spiega ai suoi interlocutori americani che “l’ostinazione della Ue sui vincoli, sull’austerità non aiuta. Per questo – assicura – ci apprestiamo a trattare con l’Unione europea da pari a pari, senza timori reverenziali”.

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