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Papa: scandali finanza inconciliabili con natura Chiesa

Papa Francesco vede come fumo negli occhi la criminalità finanziaria. KEYSTONE/AP/MATT DUNHAM sda-ats

(Keystone-ATS) Gli scandali finanziari, o anche solo le operazioni “sospette” in questo campo, sono inconciliabili con la natura e la missione della Chiesa cattolica.

E anche per questo la Santa Sede è pronta ad andare avanti sul piano delle riforme legislative e del potenziamento della cooperazione giudiziaria a livello internazionale.

È stato molto chiaro e stringente papa Francesco nel suo intervento, già di per sé inusuale, all’inaugurazione del 91esimo anno giudiziario del Tribunale dello Stato vaticano, la prima alla presenza del nuovo presidente Giuseppe Pignatone.

Parlando della legislazione vaticana, il papa ha ricordato come essa abbia “subito, soprattutto nell’ultimo decennio, e in particolare nel settore penale, significative riforme rispetto al passato”, alla cui base “non vi è stata solo una naturale esigenza di ammodernamento, ma anche e soprattutto la necessità di rispettare impegni internazionali che la Santa Sede ha assunto anche per conto dello Stato Vaticano”. Impegni “riguardanti soprattutto la protezione della persona umana, minacciata nella sua stessa dignità, e la tutela dei gruppi sociali, spesso vittime di nuove, odiose, forme di illegalità”.

La Santa Sede, ha ribadito Francesco, “ha avviato un processo di conformazione della propria legislazione alle norme del diritto internazionale e, sul piano operativo, si è impegnata in modo particolare a contrastare l’illegalità nel settore della finanza a livello internazionale”. A tal fine, “ha alimentato rapporti di cooperazione e condivisione di politiche ed iniziative di contrasto, creando presidi interni di sorveglianza e intervento capaci di effettuare severi ed efficaci controlli”.

Tali azioni, ha proseguito, “hanno recentemente portato alla luce situazioni finanziarie sospette, che al di là della eventuale illiceità, mal si conciliano con la natura e le finalità della Chiesa, e che hanno generato disorientamento e inquietudine nella comunità dei fedeli”. Francesco ha rimarcato che “si tratta di vicende all’attenzione della magistratura, e devono essere ancora chiarite nei profili di rilevanza penale. Su di esse perciò non ci si può pronunciare in questa fase”. In ogni caso, “un dato positivo” è che “le prime segnalazioni sono partite da Autorità interne del Vaticano”. E questo dimostra “l’efficacia e l’efficienza delle azioni di contrasto”.

In tale quadro, ha aggiunto, la Santa Sede “è fermamente intenzionata a proseguire nel cammino intrapreso, non solo sul piano delle riforme legislative, che hanno contribuito ad un sostanziale consolidamento del sistema, ma anche avviando nuove forme di cooperazione giudiziaria sia a livello di organi inquirenti che di organi investigativi, nelle forme previste dalle norme e dalla prassi internazionale”.

Un dato confermato, nel suo indirizzo di saluto, dal promotore di giustizia Gian Piero Milano, secondo cui “le rogatorie ed altre forme di assistenza giudiziaria sono divenute pratiche correnti e spedite, ed il rifiuto o il differimento di assistenza può considerarsi ormai una eccezione”.

“Vi chiedo di perseguire, con sempre più convinzione, la via della giustizia, come via che rende possibile un’autentica fraternità in cui tutti sono tutelati, specie i più deboli e fragili”, ha detto ancora il Pontefice, invitando a “operare secondo criteri umani, prima ancora che giuridici”. Ma “la giustizia da sola non basta”, e “ha bisogno di essere accompagnata anche dalle altre virtù, soprattutto quelle cardinali: la prudenza, la fortezza e la temperanza”.

A queste “virtù” ha aggiunto “il di più della misericordia, insegnataci da Gesù”. “Per favore” ha concluso, “non dimenticate che nel vostro impegno quotidiano vi trovate spesso di fronte a persone che hanno fame e sete di giustizia, persone sofferenti, talora in preda ad angosce e disperazione esistenziale”.

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