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Media svizzeri pensano sempre più ai costi, problema per democrazia

La maggior parte delle notizie politiche internazionali e nazionali, compresi i commenti, è sempre più condivisa tra le varie testate, affermano gli esperti (foto simbolica d'archivio). KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) L’industria svizzera dei media è sempre più focalizzata sulla riduzione dei costi e sul consolidamento del mercato: tendenze che riducono la pluralità delle opinioni e che risultano problematiche in un anno elettorale nonché nell’ambito della democrazia diretta.

Lo sostiene, nella sua scheda specifica sulla Confederazione, il rapporto internazionale Digital News Report 2019, curato dall’Istituto Reuters di studi sul giornalismo.

Il documento stilato dal laboratorio di idee inglese riferisce delle ultime concentrazioni che hanno interessato varie testate elvetiche, promosse dai gruppi Tamedia a CH Media. “Le fusioni e le sale stampa centralizzate (newsroom) hanno ridotto la diversità dei contenuti”, si legge nel rapporto. La maggior parte delle notizie politiche internazionali e nazionali, compresi i commenti, è sempre più condivisa tra le varie testate.

I ricercatori hanno preso ad esempio i giornali di Tamedia, su cui il 68% dei commenti politici è ora identico. “Questa riduzione della pluralità è un problema in un paese in cui la diversità di opinioni è istituzionalmente necessaria, dato che ogni anno si svolgono diverse votazioni”, si legge nello studio.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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