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La lince sempre più presente nell’Altipiano svizzero

In Svizzera, la lince sta gradualmente frequentando sempre più l'Altipiano in cerca di prede. Nell'ultimo decennio, diversi individui vi si sono addirittura stabiliti e riprodotti, indica la Fondazione Kora nel suo rapporto 2020 pubblicato oggi. KEYSTONE/EPA LUSA/NUNO VEIGA sda-ats

(Keystone-ATS) In Svizzera, la lince sta gradualmente frequentando sempre più l’Altipiano in cerca di prede. Nell’ultimo decennio, diversi individui vi si sono addirittura stabiliti e riprodotti, indica la Fondazione Kora nel suo rapporto 2020 pubblicato oggi.

Negli anni ’80 e ’90 pochi predatori hanno osato avventurarsi in questa regione, che è meno boscosa e ospitale per la fauna selvatica. L’altopiano serve piuttosto come corridoio di migrazione tra le catene del Giura e delle Alpi, spiega la fondazione Ecologia dei carnivori e gestione della fauna selvatica (Kora), con sede a Muri (BE).

I primi casi di insediamenti duraturi di lince sono stati registrati negli ultimi dieci anni, in particolare nella zona tra Losanna e il lago di Neuchâtel, ma anche tra Schwarzenburg (BE) e la città di Berna nonché nel nord-est della Svizzera. Una prima cucciolata è stata confermata nel 2012 a sud del lago di Neuchâtel, ed poi stata seguita da altre nel 2013 e nel 2020 nella stessa pianura vodese.

È stata verosimilmente l’alta concentrazione di prede, soprattutto caprioli, a convincere questi predatori a lasciare il Giura e le Alpi, dove si trovano di solito, per un’area popolosa, spiega Kora.

L’Altipiano è infatti la regione più densamente popolata della Svizzera: costituisce circa il 30% del territorio e ospita oltre due terzi degli abitanti del Paese. Le superfici insediative occupano il 16% di questo zona, una percentuale doppia rispetto alla media nazionale. Nella regione si concentra più della metà della rete stradale nazionale, e di conseguenza si registra la maggiore densità di traffico.

Il Centro svizzero di competenza per grandi predatori ha quindi qualche dubbio sulla capacità delle linci di sopravvivere in questo nuovo ambiente, dove “i disturbi e i rischi di mortalità dovuti alle collisioni con i veicoli sono i più alti”, sottolinea.

Riguardo ai lupi, il rapporto 2020 della fondazione Kora riferisce che una coppia proveniente dell’Alto Vallese è migrata nel 2011 nel massiccio della Calanda vicino a Coira (GR). Si è riprodotta ogni anno per dare alla luce un totale di 46 cuccioli fino nel 2019. Da questa prole si sono poi formati diversi branchi, che nel 2018 si sono spostati nel vicino massiccio del Ringelspitz e nel 2020 nella Alta Surselva, a parecchie decine di chilometri di distanza. La popolazione di lupi della Calanda nel 2019 risultava di soli nove individui.

È stata esaminata anche la popolazione svizzera di gatti selvatici europei, che è cresciuta notevolmente negli ultimi anni. La sua frequentazione dei campi agricoli e delle aree urbane sta però minacciandone la sopravvivenza.

Kora coordina vari progetti di ricerca riguardanti l’ecologia dei predatori nel paesaggio culturale e la convivenza di uomo e predatore. Gli obiettivi sono di offrire ai grandi predatori una sopravvivenza a lungo termine e di trovare soluzioni che contribuiscano a risolvere i conflitti.

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