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Epidemia coronavirus: in Svizzera rischio basso, UFSP

Patrick Mathys, capo della sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell'UFSP KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) È basso il rischio di una diffusione incontrollata del nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) in Europa e in Svizzera.

Lo hanno indicato oggi in conferenza stampa a Berna i responsabili dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), precisando che le autorità continuano a seguire l’evolversi della situazione attentamente.

Finora sono stati contabilizzati circa 250 casi sospetti, ha precisato Virginie Masserey, a capo della sezione controllo delle infezioni presso l’UFSP. “Tutti si sono rivelati negativi”, ha rassicurato, sottolineando come nel nostro paese la situazione non sia molto cambiata rispetto alla settimana scorsa.

Masserey ha ricordato che in caso di contagio acclarato, è importante isolare tempestivamente il malato e avvertire coloro che hanno avuto contatti con lui ed eventualmente le autorità estere. È quanto avvenuto con i recenti casi verificatisi in Alta Savoia.

Il Regno Unito, Paese di provenienza della persona all’origine del contagio, ha segnalato il passaggio dell’uomo dall’aeroporto di Ginevra. In merito a questa vicenda, Masserey ha indicato che un bambino è in quarantena nel canton Neuchâtel perché è entrato in contatto, durante un corso di sci, con un coetaneo ammalatosi in Alta Savoia.

A fare il punto della situazione in cui versano gli altri svizzeri posti in quarantena è stato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), per bocca di Serge Bavaud. Egli ha precisato che stanno bene i due elvetici – una coppia – a bordo della nave da crociera ormeggiata nella baia di Yokohama in cui si sono verificati casi di contagio.

Ai rimpatriati dalla regione di Wuhan (5 svizzeri e 3 congiunti) che si trovano ancora nel sud della Francia, e non hanno sviluppato la malattia, è stato offerto il trasporto in Svizzera, ha aggiunto, precisando che sei di loro hanno accettato e faranno ritorno in patria presumibilmente domenica.

Il DFAE continua per altro a seguire attentamente la situazione, mantenendo stretti contatti con l’ambasciata e i consolati in Cina, dove si sono finora annunciati 3500 cittadini elvetici, ha spiegato Bavaud. In caso di domande essi possono rivolgersi alle rappresentanze svizzere.

Patrick Mathys, capo della sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell’UFSP, ha da parte sua tracciato una piccola panoramica della diffusione della malattia in Europa, dove è stata finora riscontrata in Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Russia, Spagna, Belgio, Finlandia e Svezia. Interpellato sulla possibilità di una penuria di medicinali, Mathys ha risposto che per ora non è il caso.

Durante la conferenza stampa, il medico cantonale di Zurigo, Brian Martin, ha colto l’occasione per riassumere a grandi linee il dispositivo predisposto nel cantone e ha indicato che negli ospedali esso dispone al momento – per un’eventuale emergenza di questo tipo – di 61 posti per adulti e 13 per bambini che in caso di necessità possono essere aumentati.

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