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Centrale nucleare Mühleberg: BKW, “si avvicina il momento storico”

I lavori per disattivare a fine anno la centrale nucleare di Mühleberg (BE), una delle più vecchie al mondo tutt'ora in funzione, procedono secondo i piani. KEYSTONE sda-ats

(Keystone-ATS) I lavori per disattivare la centrale nucleare di Mühleberg (BE), una delle più vecchie al mondo tutt’ora in funzione, procedono secondo i piani. “Si avvicina il momento storico” del primo spegnimento di un impianto atomico svizzero, sottolinea oggi il gestore BKW.

Dopo 47 anni di servizio, il 20 dicembre la potenza sarà ridotta a partire dall’1 del mattino e lo spegnimento manuale avverrà alle ore 12.30. Ma chiudere l’impianto, situato una dozzina di chilometri ad ovest di Berna, è ben più che spegnere: passeranno molti anni prima che il sito di Mühleberg possa essere riutilizzato per scopi agricoli o industriali. E non sarà prima del 2034, hanno spiegato i responsabili in una conferenza stampa oggi a Berna.

La produzione diminuirà già in novembre perché la ultime barre di combustibile all’uranio, introdotte nell’agosto 2018, si stanno lentamente esaurendo, ha precisato Martin Saxer, direttore della centrale. La procedura di arresto dovrebbe essere completata entro il 22 dicembre. Subito dopo le feste di fine anno, il 6 gennaio 2020, inizieranno i lavori di smantellamento.

È molto importante poter continuare i lavori senza soluzione di continuità dopo la chiusura, poiché il lasso di tempo tra lo spegnimento e lo smantellamento fa lievitare i costi; costi che vogliamo tenere sotto controllo, ha detto la direttrice generale del gruppo energetico bernese BKW Suzanne Thoma.

È il progetto più grande da quando la centrale nucleare è stata costruita, circa 50 anni fa, ha sottolineato. Sono stati stanziati 927 milioni di franchi per il disarmo, a cui vanno aggiunti 1,4 miliardi per lo smaltimento delle scorie radioattive.

La chiusura ridurrà di un quarto la produzione elettrica di BKW. Il gruppo energetico assicura comunque che non vi sarà alcuna carenza di offerta grazie ai suoi impianti di produzione in patria e all’estero e alle sue attività commerciali. Dal prossimo anno metà dell’elettricità proverrà dalla Svizzera, l’altra dall’estero.

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