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Brexit: Labour vota pro referendum bis, ma resta diviso

Il leader laburista Jeremy Corbyn KEYSTONE/AP PA/GARETH FULLER sda-ats

(Keystone-ATS) Scontro acceso sulla Brexit alla Conferenza annuale del Labour, il congresso del maggior partito di opposizione britannico, in corso a Brighton.

L’accordo quasi unanime raggiunto dopo mesi di esitazioni e contrasti sull’impegno a sostenere un secondo referendum in caso di vittoria alle prossime elezioni non basta: all’assise si confrontano oggi la posizione di chi sollecita il leader Jeremy Corbyn a impegnarsi fin d’ora – se e quando si tornerà alle urne – a far campagna comunque per la scelta del Remain; e quella dello stesso Corbyn che punta invece a rinviare una decisione su questo punto, senza escludere di poter dare libertà di scelta fra un futuro accordo di divorzio soft negoziato con Bruxelles da un ipotetico esecutivo laburista e la permanenza nell’Ue.

Il fronte dei pro Remain senza se e senza ma è nettamente maggioritario fra i parlamentari, come pure nella base. E ha il sostegno non solo del vice leader ‘ribelle’ Tom Watson, ma anche da fedelissimi corbyniani della sinistra interna come la ministra ombra degli Esteri, Emily Thornberry. Mentre salgono i moniti al leader a non blindare la sua impostazione col sostegno dei sindacati che controllano il 50% dei delegati al congresso, con il rischio di spaccare del tutto un partito già fortemente penalizzato dagli ultimi sondaggi. Corbyn però non si sbottona, invocando la necessità di tener conto pure della posizione degli elettori laburisti filo Brexit: minoranza, ma non irrilevante, e anzi potenzialmente decisiva in vari collegi chiave.

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