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Addio a Carolyn, la cacciatrice di comete

La scoperta in assoluto più "esplosiva" dei coniugi Shoemaker (qui il marito Eugene) fu la cometa Shoemaker-Levy 9, i cui frammenti nel luglio 1994 si scontrarono con Giove, dando vita al più drammatico impatto cosmico nel sistema solare mai osservato da un essere umano. KEYSTONE/EPA/JOYCE NALTCHAYAN sda-ats

(Keystone-ATS) Gli astronomi di tutto il mondo dicono addio alla cacciatrice di comete.

Carolyn Shoemaker, una casalinga che al seguito del marito Eugene e senza aver mai studiato la scienze delle stelle si era messa a censire corpi celesti, è morta a 92 anni in un ospedale di Flagstaff, in Arizona.

Figlia di un allevatore di polli, Carolyn una volta sposata aveva lasciato il lavoro di insegnante per dedicarsi interamente alla famiglia. Solo dopo aver compiuto 50 anni era arrivata alla carriera di osservatrice delle stelle: “Per riempire il tempo con un interesse significativo”, aveva spiegato in un saggio autobiografico, dopo che il nido familiare era rimasto vuoto con la partenza della figlia minore per l’università.

Quello che era cominciato come un hobby – far da assistente al marito, noto geologo dei pianeti, in un progetto per la raccolta di dati su comete e asteroidi – ben presto si rivelò un lavoro a tempo pieno. Per molti anni Mrs. Shoemaker ha detenuto il record del maggior numero di comete scovate in cielo da un individuo: 32 tra il 1980 e il 1994, più 400 asteroidi.

La scoperta in assoluto più “esplosiva” fu la cometa Shoemaker-Levy 9, i cui frammenti nel luglio 1994 si scontrarono con Giove, dando vita al più drammatico impatto cosmico nel sistema solare mai osservato da un essere umano. Fu un evento straordinario – palle di fuoco e un pennacchio di gas bollente alto quanto 360 Monti Everest – che fece finire gli Shoemaker sulla copertina di Time. Quella, si disse, fu l’unica volta che Carolyn bevve champagne direttamente dalla bottiglia.

“In quei momenti Eugene pensò: ‘sto per osservare un impatto cosmico per la prima e forse unica volta nella vita’. Carolyn pensò: ‘Sto per perdere una delle mie comete'”, ha ricordato sulla rivista Nature l’astronomo e collaboratore David Levy che con la coppia aveva condiviso l’onore di tenere la cometa a battesimo.

Fu, quella di Eugene e Carolyn, una love story cementata dallo stupore per l’enormità dello spazio, ma gli Shoemaker avevano una missione: convinti che le collisioni di comete con la Terra fossero responsabili dell’arrivo della vita sul pianeta, pensavano anche che un nuovo impatto sarebbe potuto essere catastrofico per l’esistenza della civiltà umana.

La cacciatrice di comete rimase vedova nel 1997: durante una missione di ricognizione sui crateri lasciati dai meteoriti in Australia, Eugene morì sul colpo in un incidente stradale. Lei sopravvisse e proseguì nel lavoro: “Senza di lui – gli rese omaggio – non avrei mai conosciuto l’eccitazione della scienza dei pianeti”.

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